Omicidio religioso a Vicenza, il pensiero di Giuliari
Venerdi 18 Ottobre 2013 alle 11:25 | 0 commenti
Giovanni Giuliari, Presidente Vicenza Capoluogo - Ogni omicidio che succede all’interno di una famiglia scuote tutta la comunità . E’ una ferita per tutta la città che si interroga e si domanda se si poteva evitare tanto dolore e se si è fatto il possibile perché un simile fatto non succedesse. Il recente fatto di violenza che ha scosso moltissimi vicentini ha riproposto, tra l’altro, il tema della convivenza tra culture religiose diverse e l’osservanza delle loro tradizioni.
Tutto questo a pochi giorni da quando sono stati resi noti i dati che censiscono la popolazione della città e che confermano nel 16% la percentuale di stranieri nostri concittadini, quasi 20 mila persone.
Come associazione civica, da sempre impegnata a favorire la convivialità delle differenze, riteniamo opportuno ricordare che la legge italiana prevede il rispetto dei culti e delle tradizioni religiose e che, in merito alla macellazione islamica, esiste il decreto ministeriale 11 giugno 1980 che, a quanto ci risulta, le Organizzazioni islamiche non hanno mai chiesto di modificare e lo possiamo quindi considerare adeguato a tutelare le loro esigenze religiose e coerente con la rigida normativa che nel nostro Paese vuole rispettare anche la vita animale.
E’ giusto quindi chiedere il rispetto di questa normativa, farla conoscere il più possibile e valutare eventualmente se la soluzione finora adottata (la convenzione dell’Ulss 6 con il macello di Sandrigo) sia rispondente alle attese della comunità islamica.
Solo così potremo uscire insieme dal fenomeno delle macellazioni domestiche e clandestine.
Rifiutiamo l’immagine di una religione islamica che non abbia a cuore il benessere animale. In molti sanno quanto l’Islam privilegi compassione e misericordia, anche nei confronti degli animali. Conosciamo tanti nostri concittadini islamici che sanno trattare gli animali, e tutta la natura, con il massimo rispetto e la massima benevolenza.
Le nostre energie possono pertanto essere spese non tanto per alimentare l’intolleranza reciproca ma, in una società sempre più globale, per comprendere meglio le usanze del nostro vicino di casa, del compagno di lavoro, degli amici dei nostri figli.
Solo attraverso un sincero incontro possiamo garantire la convivenza sociale e la libertà delle persone, nel rispetto del pluralismo e dell’uguaglianza tra i cittadini.
Una società moderna e forte la si costruisce solo attraverso l’apertura, senza pregiudizi e con la disponibilità a conoscere i punti di vista dell’altro.Â
Anche nel rispetto delle reciproche libertà di culto potremo così costruire una città e un Paese che non ha paura di affrontare le importanti e complesse sfide del mondo di oggi.
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