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Nutrie, Confagricoltura Vicenza: rischiamo l'invasione, intervenga la Regione

Di Edoardo Pepe Giovedi 23 Aprile 2015 alle 15:11 | 0 commenti

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Confagricoltura Vicenza lancia l'allarme nutrie all'indomani della nuova emergenza che sta interessando la zona di Isola Vicentina, dove un'invasione di nutrie sta distruggendo gli argini del torrente Livergon. "Sulle nutrie serve un intervento urgente della Regione. Le nostre campagne rischiano danni irreparabili, non possiamo più aspettare" è l'appello di Michele Negretto, presidente di Confagricoltura Vicenza (nella foto la tana delle nutrie sul canale Bisatto di Albettone, nell'azienda agricola di Negretto).

"Siamo impotenti di fronte a quello che è un vero e proprio vuoto normativo – dice Negretto -. La legge entrata in vigore nell'agosto scorso non fa più rientrare le nutrie tra gli animali selvatici e quindi cacciabili, togliendo dirette competenze alle Province e passando la palla ai Comuni. In dicembre abbiamo scritto a tutti i sindaci vicentini e al presidente della Provincia Achille Variati chiedendo di attivarsi per far fronte alla situazione, ma di fatto un'azione coordinata e organica dei Comuni non c'è stata. Nel frattempo gli agricoltori si trovano pure beffati, visto che non sono più previsti nemmeno risarcimenti per i danni alle colture. Chiediamo perciò un intervento urgente della Regione per risolvere, almeno in deroga, un problema spinoso che rischia di trascinarsi per mesi, provocando una vera e propria invasione di roditori e danni gravissimi”.

Le stime degli ultimi anni parlano di almeno 50mila esemplari nel Vicentino, ma secondo il presidente gli animali sono molti di più: "Le nutrie si moltiplicano in maniera esponenziale anche perché l’abbattimento è possibile solo durante la stagione venatoria. Hanno invaso ogni metro di pianura vicentina dove vi sia un corso d'acqua – spiega Negretto –, con grandi rischi soprattutto per gli argini, che potrebbero crollare causando danni irreparabili per l'equilibrio idrogeologico e per i nostri terreni. In passato la Provincia ha avviato campagne di contenimento per arrestare la colonizzazione di sponde e argini con abbattimenti affidati agli agenti della Polizia provinciale e ai volontari delle organizzazioni venatorie. Poi però la normativa è cambiata e ora tutto è lasciato all'iniziativa dei sindaci. Venezia non può più lavarsene le mani: deve stanziare fondi e deliberare normative urgenti per debellare la piaga".


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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