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Nuovo allestimento per il museo del gioiello in Basilica Palladiana, gestito dall'asse nuova Fiera Vicenza-Rimini e Comune

Di Rassegna Stampa Giovedi 10 Novembre 2016 alle 09:56 | 0 commenti

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Una spilla creata con una scatola di sardine. Un anello con il tasto «shift» del computer. Due orecchini con pendente a forma di cintura di castità. Proprio tutto, anche il più banale oggetto della quotidianità, può diventare gioiello? Anna Piaggi, scrittrice e giornalista di moda che per molti anni ha ispirato stilisti e anticipato tendenze ha risposto che, sì, la creatività viene prima di tutto. Ecco allora che tra gli oggetti che ispiravano le Doppie pagine di Anna Piaggi, seguitissima rubrica di Vogue Italia , c’è anche una spilla a forma di scarabeo con una fotografia dei Beatles e un ciondolo con il coniglietto bianco di Play Boy.

Sono alcuni dei pezzi scelti da suo nipote, l’architetto Stefano Piaggi, per la sezione Moda del nuovo allestimento del Museo del gioiello di Vicenza. Una trentina di bijoux per una delle nove sale tematiche in cui si articola il nuovo allestimento biennale che verrà inaugurato a dicembre. «Non esiste il gioiello, universale e unico, ma diverse concezioni di gioiello, legate al tempo, alla cultura e al gusto, in sintesi alla storia dell’uomo», spiega Alba Cappellieri, professore di design del gioiello al Politecnico di Milano e direttrice del museo, ideato e gestito da Fiera di Vicenza, ora integrata con la Fiera di Rimini nell’Italian Exhibition Group Spa, in partnership con il Comune di Vicenza. Nel nuovo allestimento progettato dalla designer Patricia Urquiola, il primo museo in Italia e uno dei pochi al mondo interamente dedicato al gioiello, all’interno della Basilica Palladiana di Vicenza, esporrà 400 pezzi selezionati dai curatori internazionali delle nove sale tematiche. «La prima è quella del simbolo, curata da Glenn Adamson, direttore del Mad di New York, dove il passato si ricongiunge al presente: dal meraviglioso pettorale della Madonna del Monte Berico alle croci, le gorgiere, le corone, simboli di potere, ricchezza e nobiltà, fino all’evoluzione di collane, bracciali e anelli che da simboli aristocratici diventano pop. Segue — continua Alba Cappellieri — la selezione «magica» di Maria Cristina del Mare che racconta il bisogno primordiale dell’uomo di credere in una dimensione sovrannaturale. Bottoni, fibbie, chatelaine, fibule, fermagli per capelli, gemelli, spille, spilloni e pomander (ovvero gioielli porta-profumo) popolano invece la sala della funzione curata dalla storica Alessandra Possamai. E mentre Nicolas Bos, ceo di Van Cleef & Arpel, interpreta la bellezza nel segno della natura, per la sala dell’arte Helen Drutt, critica e collezionista d’arte, presenta i gioielli di artisti americani». E poi c’è la moda, affidata a Stefano Piaggi, che spiega: «Ho cercato di raccontare le preferenze di Anna Piaggi concentrandomi sui personaggi più importanti della sua vita e della sua carriera — Karl Lagerfeld e Coco Chanel prima di tutti — e sui fil rouge della sua collezione: dal tema marino a quello etnico e dei souvenir, dai gioielli luminosi, con lampadine vere e proprie, agli oggetti quotidiani». Curata da Alba Cappellieri e Marco Romanelli la sezione dedicata al design italiano, che racconta il legame dei progettisti italiani con il gioiello dal dopoguerra a oggi. Paola Venturelli ha selezionato invece i gioielli iconici, capaci di raccontare storie eccezionali attraverso dettagli straordinari e particolari indimenticabili. «L’ultima sala non poteva che essere quella del futuro in cui Odoardo Fioravanti presenta i panorami e le visioni del futuro attraverso l’osservazione di materiali e tecnologie innovative, nuovi contenuti, nuove interazioni con il corpo e nuovi contesti», aggiunge la direttrice raccontando un percorso che offre un’originale esperienza estetica e conoscitiva su un oggetto che ha ornato l’uomo sin dalla preistoria e che è stato sempre specchio della sua evoluzione. Dalla funzione ai simboli, dall’ornamento a una nuova utilità, grazie all’integrazione con la tecnologia.
Di Caterina Ruggi d'Aragona, da Corriere della Sera


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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