Nuovi e troppo piccoli Savonarola ... a Vicenza
Giovedi 9 Agosto 2012 alle 13:23 | 0 commenti
Riceviamo da Italo Francesco Baldo e pubblichiamo
Gerolamo Savonarola (1452- 1498) e ancor oggi l'emblema dell'uomo di Chiesa che condanna con veemenza la corruzione del potere sia religioso sia politico. Le sue Prediche (reperibili nel web), in particolare quella sull' Abolizione dei Parlamenti, evidenzia in modo preciso come la corruzione, la degenerazione di coloro che dovrebbero essere preposti al bene civile non lo attuino, anzi cercano solo denari. Questa denuncia ha ancora oggi una sua attualità e diversi cittadini anche a Vicenza la fanno propria.
I mali dell'Italia, si ricordi sempre un'altra predica di Savonarola L'Italia sarà esempio eterno di colpa e sciagura, sono dovuti essenzialmente alla noncuranza del bene comune. Non passa giorno che un cittadino non s'indigni, s' inalbera, magari su un cedro,uno pubblici tabelloni vari, un altro dichiari pubblicamente che lui difende gli interessi dei cittadini e costruisce una città nuova, un altro si sente in diritto di mandare in posti inenarrabili tutti coloro che osano esprimere anche solo opinioni contro la sua amata amministrazione, ecc. Il tutto in un crescendo di fronte al quale si resta attoniti. L'esercizio della critica critica è all'ordine del giorno. Tutti intravvedono i mali e pochi propongono rimedi. Si mette mano, da parte di chi amministra anche ai risparmi e ai tesoretti di famiglia, gli altri criticano, poi chi ha speso critica coloro che hanno criticato ed infine tutti criticano coloro che criticano coloro che hanno criticato. Sembrano alla fine tutti dei piccoli Savonarola, ma tutti mancano di quella che era la dimensione fondamentale di Savonarola. un visione cristiana del mondo completa ed articolata, dove il governo era servizio ai cittadini, e per il necessario non per il superfluo, si legga la predica, sempre di Savonarola, Date il governo agli umili. Sappiamo come finì la sua vita, criticando il potere ci si rende colpevoli, ma non lo si è se si entra nel gioco, una volta a te e un'altra a me. Il tutto sempre e comunque all'interno della politica gestita. Non vi sono idee se non in relazione alle possibili carriere. Si sono poi manifestati anche dei critici assoluti, a Vicenza esprimono posizioni gridate al massimo volume, quasi si dovesse far spettacolo, ma proprio qualcuno di costoro dimentica che la politica non ha alcun valore se essa non discenda da una visione di bene morale e da una prospettiva articolata che esprime la possibile amministrazione del bene civile. Non basta criticare o essere concreti come qualche amministratore vicentino, inalberandosi, dice di se stesso, vi è la necessità di una prospettiva almeno generale per uscire anche dalla crisi. Ciò che i primi esponenti dell' Italia, uscita dallo sfacelo del Secondo conflitto mondiale, avevano, pur nelle diverse idee, era che quanto si doveva compiere non era causale o dettato dalle circostanze, ma implicava il futuro, come sosteneva anche Savonarola. Oggi prevale la circostanza, il momento, chi grida più forte sembra colui che è più capace, colui che intesse più relazioni elettorali è colui che dovrò amministrare, colui che fa rapporti personali, anziché politici, crede di essere più attento alla realtà complessiva, finendo per fare solo della demo sacrestia. L'emblema di tutto ciò a Vicenza è la realizzazione di un Parco, dove non si è ancora compreso a che cosa serva, e perché serva, visto lo stato degli altri parchi. Uno grida che è esiziale, l'altro no, ma ambedue non hanno affrontato il problema della vita complessiva nella città di Vicenza. Se Vicenza vuole uscire dall'impasse , deve compiere un salto di qualità e diventare vero laboratorio politico, dove non si risolve ora questo ora quello, ma dove si ha chiarezza del tutto come prospettiva. Ma si sa chi siede sullo scranno non vuole mollarlo, è per definizione un conservatore, mentre chi lo appetisce è un rivoluzionario che vuole diventare un conservatore. La pena di Savonarola fu comminata dal potere, perché temeva un vero rinnovamento e non seguiva più la autentica prospettiva del bene civile, ma solo i propri interessi. Oggi, forse, più civili, in genere sparliamo di coloro che ci sono avversari, credendo con ciò di fare una vera damnatio memoriae. Povera Italia e povera Vicenza , ricordando Dante:" nave sanza nocchiere in gran tempesta,/ non donna di province, ma bordello!"
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.