Nuova Pac, Manzato: al ministero le linee guida del Veneto
Venerdi 4 Novembre 2011 alle 15:24 | 0 commenti
Franco Manzato, Regione Veneto - "Già questa mattina abbiamo avviato la stesura delle linee guida del Veneto nei confronti della prossima Pac, alla luce del confronto di ieri pomeriggio con il mondo agricolo. Le presenteremo la prossima settimana al ministro Saverio Romano. Dobbiamo fare presto, fare bene, fare assieme: il futuro della nostra agricoltura è troppo importante". Franco Manzato, assessore all'agricoltura del veneto, ha scandito con queste parole il cronoprogramma e la funzione strategica delle contromosse dell'agricoltura regione rispetto alle proposte di riforma della politica agricola comunitaria avanzate dalla Commissione Europea.
"L'obiettivo principale è quello di ‘scolpire' la posizione veneta, che tenga conto delle linee formulate dalla Conferenza regionale dell'agricoltura, conclusasi nel febbraio scorso, e della posizione unitaria già assunta dalle Regioni", ha aggiunto l'assessore.
"Tale posizione - ha spiegato -dovrà considerare due ambiti di lavoro. Da un lato verranno delineati gli elementi condivisi con le altre Regioni, proponendo una certa flessibilità di adattamento della riforma comunitaria alla realtà locale. Dall'altro dovremo tenere fermi in sede di negoziato gli elementi strategici che usciranno dal confronto con il MIPAAF".
"Di sicuro molte linee proposte a livello comunitario non ci piacciono, ci danneggiano e non tengono in alcun conto una realtà agricola come la nostra, che pure crea una PLV di quasi 5 miliardi di euro ed è la più ricca del vecchio continente in termini di produzioni a denominazione riconosciute e di export enologico. Per dirla tutta - ha ribadito Manzato - da quanto emerge dalle seicento pagine sulla nuova PAC, il Veneto viene ampiamente penalizzato, perché l'unico criterio considerato per il riparto delle risorse è la superficie, non la tipologia produttiva e la sua qualità . Vi sono colture che con pochi ettari creano reddito ma che sarebbero punite duramente rispetto alle grandi estensioni, mentre la nostra zootecnia verrebbe ulteriormente messa in difficoltà ".
"Vi sono inoltre strumenti di stabilizzazione al reddito sono poco pertinenti con il secondo pilastro (sviluppo rurale)- ha concluso Manzato - in quanto rischiano di essere applicati in maniera non omogenea a livello comunitario, perché legati a diverse capacità di cofinanziamento da parte degli enti statali e regionali".
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