Numero bambini immigrati nelle classi: un problema da gestire
Lunedi 5 Settembre 2011 alle 23:49 | 0 commenti
Elena Donazzan, Regione Veneto - A pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico, l'Assessore regionale all'istruzione Elena Donazzan svolge alcune considerazioni sul numero di bambini stranieri nelle classi. "Parliamo di numeri importanti - dichiara - spesso concentrati in alcune zone. Avevamo ipotizzato già qualche anno fa che la situazione avrebbe portato a una forma di nomadismo all'interno della scuola con famiglie di bambini italiani che avrebbero spostato i loro figli a seconda del numero di bambini stranieri presenti.".
"E questo aveva fatto accettare la proposta del Veneto di definire una quota pari al 30% di stranieri presenti all'interno delle classi. Oggi è soprattutto un problema di organizzazione che sta in capo all'autonomia scolastica. Il decreto nazionale ha previsto che vi sia questo tetto, su nostro suggerimento, e la competenza nel farlo applicare è dei presidi e dei dirigenti. Certo - sottolinea Donazzan - ci sono realtà particolarmente delicate dove c'è l'80% il 90% di ragazzi stranieri. E' un problema grave, dovuto anche al fatto che nel passato non è stata fatta una buona politica di inserimento scolastico, e neanche una buona politica abitativa. Penso al caso di Montecchio Maggiore dove in una realtà di periferia c'è la presenza del 100% di studenti stranieri provenienti peraltro da quartieri progressivamente abitati solo da stranieri".
Sul come affrontare la situazione, l'Assessore rileva che: "va arginata per forza, tramite un buon coordinamento e l'assunzione di una responsabilità forte del dirigente perché tocca a lui imporre la definizione delle classi. Questo cozza con la libertà di scelta, perché una famiglia vuole iscrivere il proprio figlio dove meglio crede, ma - fa presente la rappresentante del governo veneto - ciò pone inevitabilmente l'altro dato, il rischio della ghettizzazione con il peggioramento progressivo in alcune situazioni e con il mancato raggiungimento dei livelli d'istruzione da parte dei ragazzi più fragili e degli stranieri".
"Alcuni anni fa - aggiunge Donazzan - il multiculturalismo era considerata la migliore delle società possibili: io non l'ho mai creduto. Infatti oggi riscontriamo questo grave problema, che è problema di inserimento, di coabitazione, di vivibilità delle aree, e sono necessarie politiche forti, anche coraggiose, anche non politicamente corrette. Ricordo poi che i genitori non sono una categoria diversa dal cittadino che partecipa alle dinamiche di una società . Tutti noi siamo responsabili per parte di ciò che accade. Un cittadino che dice semplicemente questo problema lo deve risolvere lo Stato non è un buon cittadino, ma neanche un buon genitore, o un buon insegnante. E' un'assunzione di responsabilità - conclude - che deve essere fatta da parte di tutti. L'immigrazione è un problema? Sì lo è. Va gestito? Io credo di sì, indubbiamente con una forte coesione, ma anche con decisioni che vanno prese. Lasciare le cose così come stanno nel nome di una libertà non meglio definita o di una deresponsabilizzazione perché è qualcun altro che deve pensarci non fa bene a nessuno".
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