Opinioni | Categorie: Politica

Non siamo tutti americani

Di Alessio Mannino Venerdi 11 Settembre 2009 alle 16:47 | 0 commenti

Oggi, nella sede nobile della Provincia, a villa Cordellina Lombardi di Montecchio Maggiore, il comitato vicentino per l'11 settembre commemorerà quella che il suo presidente, Mario Giulianati (uno dei tre firmatari del Patto per Vicenza), chiama "data spartiacque": l'attentato alle Torri Gemelle di New York del 2001. Sarà presente uno stuolo di rappresentanti istituzionali del governo italiano, della commissione esteri della Camera dei deputati, del consolato Usa di Milano, della Regione Veneto, della Provincia di Vicenza, dei Comuni di Vicenza e di Montecchio Maggiore, il Comandante Generale della Setaf ed altre autorità civili e militari. La celebrazione in pompa magna ha lo stesso spirito, dice sempre il forzista Giulianati, del Patto: "e adesso, cosa facciamo?" (Giornale di Vicenza, 8 settembre 2009).


A otto anni di distanza da quella strage di innocenti cosa si vuol fare? Si può prendere atto, per esempio, che se quell'attacco, pieno di interrogativi sulla responsabilità dell'amministrazione statunitense, non fosse avvenuto, gli Americani avrebbero dovuto inventarselo. Perché ha fornito un potente pretesto per una "guerra al terrore" praticamente infinita e senza un nemico identificato, che ha permesso e permette tuttora a Washington di invadere paesi scomodi per la sua egemonia sul pianeta. Con le buone e con le cattive. Fabbricando inesistenti prove su fantomatici pericoli (le armi di distruzione di massa irakene) e su inconsistenti legami con un'Al Qaeda dai contorni nebulosi (la damnatio verso i Talebani, fedeli alleati ben foraggiati dagli Usa ai tempi del conflitto con l'Urss). E dando una giustificazione ideologica, l'esportazione del modello di vita occidentale, alla dominazione di un Impero che si sente investito di una missione ch'era quella vagheggiata da Hitler: la conquista del mondo.
E ora ci diano pure degli anti-americani, i Giulianati e compagnia. Se l'America non si arrogasse il diritto di ficcare il naso nelle faccende di tutti, non avremmo niente contro i suoi soldati. Ma invece no: spinto dalla sete di dominio dei mercati e delle anime - perché ovunque vadano, gli Americani ci vanno con le loro industrie, i loro prodotti, la loro way of life - l'Impero prende la scusa del terrorismo per fare il bello e il cattivo tempo. Intendiamoci: i terroristi islamici ci sono e se scoperti vanno messi in galera (possibilmente con regolari processi, non con la barbarie delle detenzioni illegali che anche sotto Obama continuano imperterrite). Ma quel fatidico giorno di settembre del 2001, lasciando pure stare i dubbi e le incongruenze che gettano un'ombra fosca sulla Casa Bianca, rappresenta in ogni caso la reazione, a lungo covata e repressa, di intere popolazioni risentite con l'America e la sua arrogante politica. I festeggiamenti sparsi per tutto l'universo musulmano di quei giorni devono far riflettere. Perché significano che gli Stati Uniti non sono la soluzione: sono uno dei problemi.
Noi perciò non commemoriamo un bel niente. Non siamo tutti americani. Siamo italiani e siamo europei. E sogniamo il giorno in cui non saremo più legati al guinzaglio Usa. Il giorno in cui saremo, dopo settant'anni, nuovamente liberi.

 

Alessio Mannino

 

 

Leggi tutti gli articoli su: 11 settembre, Stati Uniti, America

Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network