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Non sfilerà alla Mille Miglia a Vicenza la Sabra, l'unica auto prodotta in Israele e presentata nel 1961 al salone di New York

Di Paola Farina Martedi 16 Maggio 2017 alle 01:20 | 1 commenti

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Le Sabre di Walter Arbib possono anche non piacere ai cultori delle macchine d'epoca. Una ha il colore forte, deciso, sensuale delle rose rosse di "American Beauty"; l'altra l'azzurro in una sfumatura particolare, variante di un colore dello spettro elettromagnetico, ma entrambi sono colori delle luci della ribalta e della decorazione, forti e decisi, senza scadere nel kitsch: a me piacciono assai per usare un'espressione verace e sono nello stesso tempo una sorpresa. Tra le tante cose che ho visto fare in Israele, mai avrei pensato che avesse cercato anche di produrre auto. Una notizia che mi ha affascinato e coinvolto. Israele è stato produttore di auto a cavallo degli anni '60: Sussita, Carmel e Sabra, il logo di quest'ultima era un cactus.

Con il termine di Sabra s'indica senza distinzione di sesso una persona ebrea nata in Israele. Deriva dal vocabolo ebraico tzabar, nome della pianta del fico d'India. Col termine si vuole alludere, infatti, alla tenacia e alla capacità della pianta di sopravvivere in un difficile ambiente fisico esterno caratterizzato da un'accentuata aridità, ma in grado comunque di produrre un frutto spinoso e brutto esteticamente all'esterno ma dolce e gradevole all'interno. Un po' come il carattere degli israeliani.
Alla fine degli anni '50, Yitzhak Shubinsky fondò Autocars Company Ltd. come primo produttore di automobili in Israele. Non si è trattato di una scelta felice perché Autocars fondava la propria esperienza sull'assemblaggio di furgoni compatti della Hino Contessa e della Triumph. Shubinsky fece un primo tentativo di produrre nel 1960 un piccolo motocarro presentato alla Auto Show di New York, non coronato dal successo e decise di imbarcarsi in un'avventura ancora più complessa: la produzione di Sabra presentata nel 1961 sempre al salone di New York.

Sabra è alimentata da un motore 1.7 Ford, i progettisti hanno unito un corpo Ashley in vetroresina su un telaio Leslie Ballamy, tutti prodotti dell'Inghilterra. Mentre l'identificazione del veicolo Sabra è "Autocars Company Limited, Haifa Israele", in realtà le prime 100 auto sono state assemblate dalla Reliant in Inghilterra. Il resto è stato poi trasferito in Israele e la produzione è cessata durante la guerra dei sei giorni del 1967.

Tutti gli ordini acquisiti sono stati onorati anche se con consegna posticipata al 1968-69. L'auto, fatta in forma convertibile e in seguito in forma coupé, è stata esportata  con 144 esemplari in America e 81  in Belgio. Oggi, oltre un centinaio di automobili Sabra sono ancora tracciabili dalla produzione totale di 379 unità. Del resto Israele era ed è totalmente privo della infrastruttura indispensabile e di un mercato interno dell'automobile e manca della competitività con le grandi industrie di settore.
Quest'anno Walter Arbib, filantropo canadese, aveva intenzione di partecipare con la sua Sabra alla Mille Miglia, che sfielrà per Vicenza a giorni e a cui partecipò nel 2016 con una Fiat 1100/103 berlina del 1955, ma ha dovuto recedere alla sua intenzione e lasciare la Sabra a Toronto.
Sabra non ha il suono, la sonorità unica della Ferrari e nemmeno la linea inconfondibile della GT italiana, non ha nemmeno la personalità della Porsche e la classe della Mercedes...ma ha l'orgoglio ineguagliabile di essere nata in un Paese dove si prova a produrre tutto. E dove poi se uno fallisce, nessuno lo mette in castigo, anzi viene aiutato a rialzarsi e spinto a rimettersi in gioco con fermezza e finezza nello stesso cuore.
Chissà, Sabra, se avrò il piacere di vederti, magari il prossimo anno. Per me e per quelli come me tu sei bellissima.


Commenti

Inviato Mercoledi 17 Maggio 2017 alle 09:58

Al lettore che mi ha contattato privatamente per sapere perché la macchina non sfila: rassicuro nessun motivo razziale o politico, alla Mille Miglia partecipano solo auto "nate" prima del 1957, le due Sabre possono sfilare eventualmente fuori gara perché sono del 1963 e 1964, ma a giugno parteciperanno ad a una mostra d'auto d'epoca a Toronto. Ma perché non fate i commenti su VicenzaPiù...se me ne accorgo rispondo!
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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