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No all'abolizione del valore legale dei titoli di studio

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 5 Marzo 2012 alle 12:46 | 0 commenti

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Da VicenzaPiù n. 229 in distribuzione
In questi giorni, tra le varie discussioni in cui è coinvolto il Paese, si sta anche affrontando il tema del valore legale dei titoli di studio. Così in un momento in cui alla scuola non viene rivolta alcuna attenzione vorremmo parlare della questione dal punto di vista di chi ne è direttamente coinvolto.

Per titolo di studio s'intende la certificazione del raggiungimento di determinate competenze e conoscenze, ed il suo valore legale è il riconoscimento della sua validità da parte dello Stato. Si tratta di uno tra i tanti aspetti del pacchetto della legge sulle privatizzazioni, che in questo caso ci tocca molto da vicino ed è un elemento del diritto allo studio. Sebbene non sia ancora stata ancora presa una decisione effettiva, è una proposta su cui è fondamentale prestare attenzione, poiché molti professori hanno già dovuto partecipare a riunioni in cui pedagogisti (o meglio, tecnici della pedagogia) hanno illustrato cos'è probabile che cambi nel nostro sistema scolastico e a quali programmi gli insegnanti dovranno sottostare. Inoltre è già parecchi anni che il governo lavora per portarla a termine; nei telegiornali e nei giornali alla notizia non è stata però data l'importanza che meritava.
Si tratta di un avvicinamento ai modelli scolastici liberisti di tipo inglese e americano, che tra l'altro sono in via di modifica (specialmente negli USA) poiché creano una società esageratamente gerarchizzata e classista. In questo modello lo Stato utilizza la maggior parte dei finanziamenti destinati all'istruzione per le scuole private, ed la parte rimanente ad una decadente scuola pubblica. Di fatto, con tale decreto si eliminerebbe il problema delle scuole paritarie, poiché gli istituti privati hanno la massima libertà in campo di programmi d'istruzione e non sono controllati dallo Stato.
Mentre da un lato la scuola pubblica verrebbe ridotta all'osso, dall'altro vi sarebbe una spietata concorrenza tra istituti privati. Questo aspetto viene proposto come motivo di miglioramento della proposta d'istruzione, ma porta con sé inevitabili e gravi conseguenze. Nei fatti, proponendo il "riempimento" degli studenti con competenze tecniche proprio per dimostrare la maggior efficienza di un istituto piuttosto che di un altro, si assoggetta la scuola alle leggi di mercato. Si verrebbe a creare quindi un circolo vizioso tra scuole, famiglie e aziende: i genitori scelgono di mandare i loro figli in quelle scuole che promettono un maggiore inserimento degli individui nel mondo del lavoro, mentre gli istituti devono sottostare alle direttive delle aziende dalle quali sono finanziati. La scuola diviene quindi un'industria, che deve sfornare individui tecnici perfettamente integrabili nell'attuale sistema lavorativo-economico.
Un altro punto che sembrerebbe volgere a favore di una tale riforma è la conseguente meritocrazia di questo sistema scolastico, che premierebbe gli alunni meritevoli con l'accesso a scuole più prestigiose. Tuttavia, questi alunni hanno spesso come unico "merito" quello di provenire da famiglie benestanti. Infatti non si tratta affatto di meritocrazia , bensì di classismo. Nel modello anglosassone, ad esempio, vi è la suddivisione in high class, middle class e low class per quanto riguarda i livelli di studio, che fatalità corrispondono alle diverse classi di reddito.
Come Collettivo Studenti riteniamo sia fondamentale continuare a lottare per la difesa della nostra scuola pubblica. Non abbiamo intenzione di assistere passivi allo smantellamento delle nostre possibilità di essere formati come persone, e tantomeno vogliamo accettare di essere istruiti come tecnici, nonché pedine di questo sistema che non condividiamo.
di Cecilia Correale, Collettivo Studenti Scuola Pubblica


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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