No all'abolizione Aato proposta da Dal Lago
Giovedi 25 Febbraio 2010 alle 21:01 | 0 commenti
Circolo Nessuno Escluso  Â
L'emendamento proposto dell'on. Dal Lago per chiudere le Autorità locali dei servizi pubblici è frutto di una politica sempre più confusa, demagogica e irresponsabile.
Con la proposta di eliminare le Autorità di regolazione dei servizi idrici e dei rifiuti (Aato), la Lega offre l'ennesima prova di una politica demagogica e irresponsabile, sempre più lontana dai problemi concreti di governo del nostro territorio. Invece che semplificare la vita ai cittadini e alle imprese, evitando di approvare a raffica leggi confuse e inapplicabili, gli esponenti della Lega che siedono a Roma preferiscono guadagnare la ribalta mediatica con proposte prive di ogni valutazione di impatto economico e amministrativo. Le Autorità di cui si chiede l'eliminazione sono lo strumento attraverso cui i Comuni governano risorse e servizi fondamentali per i cittadini, come gli approvvigionamenti dell'acqua, le fognature e la depurazione, lo smaltimento dei rifiuti. Con l'emendamento Dal Lago volto ad eliminare queste Autorità , l'effetto immediato sarà il blocco degli investimenti per le infrastrutture già programmate, creando così ulteriori difficoltà alle imprese e all'occupazione nei lavori pubblici locali. La cosa più grave è che la Lega prima approva una legge che liberalizza i servizi pubblici locali - il famigerato Decreto Ronchi sulla privatizzazione dell'acqua - e poi propone di chiudere le Autorità create dai Comuni per la regolazione pubblica dei servizi. In questa giungla normativa riusciranno a prevalere solo gli interessi dei più forti e di chi è colluso con la politica, a danno dell'efficienza, della trasparenza e degli interessi di lungo periodo delle comunità locali. Senza considerare un evidente aumento delle tariffe che andranno a pesare nelle tasche dei cittadini.
Se proprio l'on Dal Lago e suoi colleghi di Roma vogliono semplificare la vita ai cittadini e ridurre i costi della politica, si impegni sulla riforma che tutti gli italiani aspettano: portare a 400 il numero dei parlamentari, eliminare il bicameralismo perfetto, ridursi gli stipendi e privilegi, cambiare una legge elettorale che oggi priva gli elettori della libertà di scegliere i propri rappresentanti, aumentare le risorse per gli enti locali, diminuire il "centralismo romano". Tutte promesse leghiste mai applicate in 16 anni di (quasi) ininterrotta presenza al governo.
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