Nicolae Galea, il moldavo Dem di Vicenza che vuole lo Ius Soli ma quando non sarà un'imposizione: alla Leopolda non può parlare
Domenica 26 Novembre 2017 alle 11:51 | 0 commenti
Penso che la maturità del giovane moldavo di Vicenza Nicolae Galea, che ho avuto il piacere di intervistare sulla questione del voto negato agli extracomunitari per le primarie di Vicenza, che gli era valsa un titolo su Repubblica.it, e che ieri, pur essendo del Pd e come racconta oggi, 26 novembre, Il Corriere della Sera, non è stato fatto parlare alla Leopolda per una sua proposta "non in linea" sullo Ius Soli (chi più interessato di lui sull'argomento?), sia da valorizzare al massimo. Oggi già non si applicano le leggi giuste ma non "metabolizzate" dalla coscienza comune; cosa volete che diventi se non palesta di scontro la necessità di chiedere la fiducia per far passare lo Ius Soli alla vigilia delle elezioni?
Non so se, poi, il PD rispetterà le attese di Nicoale ma far approvare di forza una legge giusta e poi mandare al governo tutti quelli che sono contrari al rinnovamento e alla modernizzazione civile a cosa servirebbe? A uno sfascio definitivo del poco che è rimasto della nostra Italia. E' pwer questo che va abbracciato Nicolae: pur vivendo in questo sfascio lui si proclama italiano e vuole diventarlo, non solo per legge, ma anche e soprattutto per il sentire comune. Il direttore
Ecco il post di Nicoale Galea sul suo profilo FB
Non riuscirò a fare il mio intervento alla Leopolda ma vorrei condividerlo con voi. Mi presento. Mi chiamo Nicolae. Si, Nicolae, non Nicola. Perché il mio è un nome moldavo. Sono arrivato dalla Moldavia a Vicenza con la mia famiglia circa 10 anni fa. E l'Italia è diventata la mia casa, il mio Paese. Non sono ancora cittadino italiano ma mi sento tale, grazie a tutti gli italiani, a tutti voi che mi avete fatto sentire come se fossi a casa. Potete immaginare dunque cosa penso riguardo alla legge sullo Ius soli. Lo Ius soli è una legge giusta. Una legge equilibrata. Una legge di civiltà . Ma sento di dover essere sincero fino in fondo con voi. E dunque vorrei dire ciò che penso davvero e non ciò che forse sarebbe scontato dicessi.
Innanzitutto non credo che oggi in Parlamento ci siano le condizioni, mi riferisco ai numeri, per approvarla. Ma soprattutto ho dubbi sulla sua opportunità in questo contesto storico-sociale, che nulla ha a che vedere con il consenso elettorale. Viviamo in un momento di crisi sociale e politica particolare. Le persone hanno paure, in parte anche fondate, ma spesso amplificate da una becera strumentalizzazione da parte di una destra estremista e di movimenti populisti sgangherati come il M5S che lucrano sui problemi della gente. E dunque molte persone, anche non estremiste, che noi dovremmo aiutare a comprendere, non sono favorevoli allo Ius Soli. Non possiamo negare questa realtà . Sarebbe un errore. Ecco perché penso che la legge sullo Ius Soli, che sebbene sacrosanta, dovrebbe aspettare, e ve lo dice un cittadino straniero che ne usufruirebbe. Approvarla oggi sarebbe una forzatura contro il sentire del Paese.
Sarebbe un'imposizione. Non credo sia corretto forzare su una questione così importante. Credo sia giusto semmai procedere con un'informazione sulla giustezza del provvedimento, una volta attenuate le paure che una certa classe politica irresponsabile cavalca. Il Paese deve essere accompagnato nella sua crescita civile. E poi aggiungo una mia ulteriore preoccupazione. Vera, fondata. Quanto verrebbe utilizzata in campagna elettorale l'approvazione sullo Ius soli contro il nostro partito?
Sono certo che diventerà lo strumento di lotta politica principale per attaccare, ancora una volta, da destra e sinistra, il nostro Segretario Renzi che porta la croce del coraggio di aver messo sul tavolo questioni importanti sui diritti civili che fino a poco tempo fa tutti mettevano sul piatto dei programmi ma poi stavano ben attenti a toccare.
Amici, guardiamoci intorno. L'unico partito in grado di rimettere in piedi il paese e che ha fatto e farà qualcosa per i diritti civili e per noi stranieri che viviamo in Italia è il PD.
Ma per fare tutto questo dobbiamo vincere le prossime elezioni!
E allora io credo che dobbiamo con la massima razionalità comprendere che prima occorra accompagnare il paese a comprenderne la giustezza nel merito e poi, solo dopo, approvarla.
E concludo dicendo che lo Ius soli non deve diventare una battaglia ideologica che alimenterebbe nuove spaccature. Siamo riusciti ad approvare le Unioni Civili nel momento in cui si è accantonata la battaglia ideologica e ci si è concentrati sui diritti delle persone spiegando al Paese che ha poi maturato la convinzione che fossero giusti.
CosÃ, a mio avviso, deve accadere per lo Ius soli.
Andiamo avanti amici. Vinciamo le elezioni. Tutti a pancia a terra.
Allora si, potremo cambiare questo Paese con leggi di civiltà come lo Ius soli, ma non solo.
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