Nessuno vuol fare il giudice a Vicenza
Giovedi 5 Dicembre 2013 alle 18:44 | 0 commenti
Riceviamo da Giovanni Bertacche e pubblichiamo - "Nessuno vuol fare il giudice a Vicenza". Così il Ministero della Giustizia per bocca del sottosegretario Cosimo Ferri in una recente visita a Vicenza. Una bomba, non quella scoperta al Dal Molin, ma una ben più micidiale, che colpisce adesso la città . In gergo tecnico Vicenza dichiarata sede disagiata. Perché. Intanto sul piano logistico il Tribunale appena costruito, inadatto e largamente inferiore alle attese.
Insufficiente già per gli uffici di Vicenza: dal Giudice di Pace, al Giudice per le indagini preliminari (GIP), dalla Procura della Repubblica alle aule del Tribunale, dalle stanze per i giudici alle aule per gli incontri delle parti, dalle cancellerie all’archivio. Dovrà poi ospitare il Tribunale di Schio e il Tribunale di Bassano. Tutto previsto. Perché come si sa quell’isolotto tra due fiumi, doveva essere, lo è già , il quartiere dei grandi affari e dello shopping. Osservate quelle costruzioni che si stagliano come giganteschi dinosauri contro la città per chi viene da sud est, alterandone lo skyline di oltre cinquecento anni. Paperon de Paperoni l’aveva acquistata quell’isola non certo per fare beneficienza ma, si disse, in cambio della costruibilità offriva (attenzione, offriva!) un boccone. Insomma un lembo di terra per costruirvi il nuovo Tribunale. Che fortuna! L’entusiasmo, più furbesco che ingenuo, almeno da parte dei maggiorenti della città , ha fatto il resto. Così si dava il via al più pretestuoso degli edifici pubblici, quale prezzo della simonia, mentre il progetto anziché essere messo in gara affidato agli amici dello Zio; tutto sotto il suo controllo! Anche l’incarico fu elogiato quale gesto di magnanimità ! Il Tribunale doveva lasciare posto ai fabbricati direzionali e commerciali e anche se insufficiente fin dall’inizio, niente paura: c’è posto nelle costruzioni circostanti, in affitto s’intende. Un doppio affare insomma per il costruttore. Lui può stravolgere lo skyline, la vista del Monte Berico, della Rotonda e perfino la viabilità ; per entrare in città si deve passare per il garage: l’unica via. In questo contesto dovrebbero aggiungersi altri giudici, anche se non c’è posto nemmeno per quelli in loco. Abbiamo visto invece che la soluzione è già stata trovata, anzi calcolata: in affitto nei palazzi circostanti. Facciamoli arrivare allora questi giudici che il posto c’è anche se fuori sede. Sì ma il carico è troppo pesante; ne sono prova i rinvii di anni delle cause. Qui allora conviene invocare la tanto sospirata riforma della giustizia; e chi la può negare con tutte quelle procedure bizantine o, secondo i gusti, barocche. Anche se, va soggiunto, nell’inerzia della politica, i referendum sulla giustizia potevano aver successo. Invece no. Ma intanto con un po’ più di razionalizzazione degli uffici, come a Torino o Bolzano, si può migliorare e di molto la qualità del prodotto. Certo deve esserci uno sforzo comune dei magistrati e del personale. E anche se l’ambiente non aiuta, si può acquisire uno di quei palazzi per adibirli, previ adattamenti, a funzioni giudiziarie. Perché Vicenza, per la sua posizione strategica, ben potrebbe essere sede di una sezione del TAR o della Corte d’Appello. E quell’isola doveva essere adibita, tutta, a cittadella giudiziaria. Un’altra occasione perduta. Cara città di Vicenza, i giudici stanno lontani non perché mancano i soldi, ma perché non ci sono idee, o meglio chi le incarna.
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