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Nelle religioni non cambiano i contenuti fondamentali: in quella cattolica c'è però l'arroccamento dei lefebrviani. Che a Vicenza non ci sono ma... anche sì

Di Italo Francesco Baldo Venerdi 7 Ottobre 2016 alle 09:24 | 0 commenti

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Da una lato c'è un'evoluzione della religione, specialmente quella cattolica, verso nuovi approcci allo spirito, mi si passi la parola, moderno, dall'altro c'è un ritorno, anche a Vicenza, a un "integralismo" della fede che partirebbe dalla ricerca della fede "integra" ma che talvolta sconfina in un estremismo tradizionalistico e " formalistico" vicino a quello che si chiama "lefebvrismo". In questo quadro, in cui tante e variegate possono essere le posizioni soprattutto oggi che vi è la presenza notevole anche di altre religioni pura Vicenza, quale riflessione s'impone? Ce lo siamo chiesti e ora lo chiediamo ora pubblicamente accogliendo la prima risposta, quella di Italo Francesco Baldo, a cui la domanda l'abbiamo rivolta di persona, e attendone altre, se ci saranno. Il direttore

"Dopo quasi venti secoli, le situazioni e i problemi gravissimi che l'umanità deve affrontare non mutano" Questa espressione di Giovanni XXIII all'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II bene esprimono che il principale interesse della religione è rivolto all'uomo, alla sua ricerca di significato della vita e del mondo che lo circonda.

Le religioni, diffuse in tutto il mondo assolvono a questo principale impegno ed in particolare la cristiana che "esperta in umanità" nel corso dei secoli, ormai più di venti, ha cercato, alla luce del messaggio del Fondatore, Gesù Cristo, di dare. Nelle religioni non cambiano i contenuti fondamentali, nel cristianesimo i principali sono espressi nel "Credo" cui si aggiungono pochi altri (il dogma della transustanziazione e in relazione a Maria, madre di Dio, dell'Immacolata Concezione e della sua Assunzione in cielo.

Anche questi contenuti sono tutti dipendenti dall'indicazione fondamentale, espresso in Matteo 22,35-40: "Gesù gli disse: «"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". 38 Questo è il grande e il primo comandamento. 39 Il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso". 40 Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti.
In altre religioni i contenuti sono molti e relativi spesso ai modi anche dettagliati di comportarsi; Nella Torah e in molte parti del libro sacro della religione ebraica sono contenuti prescrizioni dettagliate sul modo di comportarsi, cui si aggiungono la Mishna e il Talmud (babilonese e gerosolimitano) che contengono prescrizioni e inoltre la Kasherut, che stabilisce il modo di alimentarsi.
Non diversamente nella religione Islamica, Nel Corano, trasmesso direttamente da Dio al Profeta Maometto per tramite angelico, vi sono i contenuti fondamentali e prescrizioni per quasi tutti gli aspetti della vita umana.
Non diversamente in altre religioni.
I contenuti non sono soggetti a variazioni in nessuna religione, esse non si evolvono in questo, non mutano, alcune, quelle prescrittive stabiliscono anche comportamenti specifici, come il modo stesso di pregare o di considerare ad esempio "sacri" alcuni animali.
Tutte le religioni non possono rinunciare ai loro contenuti, alcune nel corso dei secoli hanno in qualche modo mutato i loro modi di esprimere i contenuti, di realizzarli, altre, soprattutto in tempi recenti, hanno riaffermato il valore assoluto di tutti i contenuti e prescrizioni, In qesto caso parliamo di integralismo, che non è una espressione politica, ma il desiderio di rispettare in tutte le sue componenti quanto è a fondamento della religione. Ad esempio nella Sura n. 9,29 del Corano: "29. Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati." Chiara l'espressione, se rispettata integralmente può avere gravi conseguenze ma vi è anche Sura LX,7:" 7. Forse Allah stabilirà amicizia tra voi e quanti fra di loro considerate nemici. Allah è onnipotente e Allah è perdonatore, misericordioso."
Similmente in alcuni ambiti del cristianesimo, come per i testimoni di Geova, presso i quali è, in relazione a quanto scritto nell'Antico testamento, proibita la trasfusione di sangue o presso gli Hutteriti una serie di prescrizioni di vita quotidiana, desunte dalla Sacra Scrittura.
Nell'ambito della religione cattolica non vi è mai stato cambiamento di contenuti, nemmeno, come alcuni, addirittura teologi e presbiteri pure vicentini affermano, con il Concilio Vaticano II, che non è una "rivoluzione" e non ha dato due chiese, una precedente e una successiva. Ben espresse tutto ciò Giovanni XXIII nel discorso di apertura del Concilio stesso "Gaudet Mater Ecclesia" 5. 1. Quel che più di tutto interessa il Concilio è che il sacro deposito della dottrina cristiana sia custodito e insegnato in forma più efficace." Perché "2. Tale dottrina abbraccia l'uomo integrale, composto di anima e di corpo, e a noi, che abitiamo su questa terra, comanda di tendere come pellegrini alla patria celeste." Lo scopo fu ben evidenziato dal papa stesso: "2. Nell'indire questa grandiosa assemblea, il più recente e umile Successore del Principe degli Apostoli, che vi parla, si è proposto di riaffermare ancora una volta il Magistero Ecclesiastico, che non viene mai meno e perdura sino alla fine dei tempi; Magistero che con questo Concilio si presenta in modo straordinario a tutti gli uomini che sono nel mondo, tenendo conto delle deviazioni, delle esigenze, delle opportunità dell'età contemporanea." Per cui "4. Ma il nostro lavoro non consiste neppure, come scopo primario, nel discutere alcuni dei principali temi della dottrina ecclesiastica, e così richiamare più dettagliatamente quello che i Padri e i teologi antichi e moderni hanno insegnato e che ovviamente supponiamo non essere da voi ignorato, ma impresso nelle vostre menti." Infatti:" 5. Per intavolare soltanto simili discussioni non era necessario indire un Concilio Ecumenico. Al presente bisogna invece che in questi nostri tempi l'intero insegnamento cristiano sia sottoposto da tutti a nuovo esame, con animo sereno e pacato, senza nulla togliervi, in quella maniera accurata di pensare e di formulare le parole che risalta soprattutto negli atti dei Concili di Trento e Vaticano I" Una continuità di dottrina, contenuti, e un'attenzione al mondo che comunque muta e richiede nuovi modi di relazionarsi con esso. Per esempio, i primi orfanotrofi, sorti a Roma dopo il famoso Sacco nel 1527, erano stanzoni dove i bimbi abbandonati trovavano rifugio e forse un piccolo piatto di minestra, oggi coloro che si preoccupano dei bambini abbandonati adottano certo soluzioni più idonee. Così anche nella comunicazione, che adotta i mezzi tecnologici più moderni, anche se non rinuncia alla tradizione delle "omelie" per spiegare dottrina e morale, anche se talora abusate non solo per farraginosità, ma anche per strumentalizzarle a fini che religiosi non sono propriamente.
Ciò che muta sono i modi storici di realizzare i contenuti, l'amore per il prossimo non è confondibile con la solidarietà nel cristianesimo, si chiama carità. Certo si è solidali, ma non nell'orizzonte terreno solo, ma coniugando questo con il comandamento divino.
Ma di fronte al mondo attuale si chiede, soprattutto da parte di coloro che si autodefiniscono non credenti, difficile definire il concetto, chiedono ai credenti, soprattutto in Italia ai cattolici di cambiare contenuti e modi di essere tali, di aggiornarsi, di non essere "all'antica" ecc. Ma chi chiederebbe ad un qualsiasi uomo di rinunciare alla propria identità, a meno che lui non lo voglia? Per essere "contemporaneo?"
Ciò che manca in questo dibattito è proprio la sbandierata tolleranza, vissuta spesso come una sopportazione dell'altro e non nei veri termini: forse anche chi non la pensa come me, ha ragione, possiede il vero e non io. Questa prospettiva non è tenuta presente; chi invece non la pensa come me, è preferibile che cambi e se non cambia io lo sopporto, ma stia zitto, perché "antiquato" e non comprende il mondo che deve essere invece rispondente a quanto ogni singolo richiede, tanto che ciò che io voglio deve essere legge.
eavere invece .
Simile atteggiamento, negativo al massimo, è diffusissimo.

Ma non mancano posizioni di arroccamento, definite genericamente "tradizionaliste". Tali sono considerate quelle della Fraternitas sacerdotalis Sancti Pii X, genericamente i lefebvriani, che rifiutano il Concilio vaticano II e le sue conclusioni e non accettano il Missale romanum riformato da Giovanni XXIII e altro della Chiesa ufficiale di Roma. Accanto a loro una miriade di "tradizionalisti", come i gruppetti politicanti del 1968-78; recensire le loro opinioni, le più svariate e anche "strane", difficile; poi vi sono i "tradizionalisti cattolici" borderline tra fedeltà a Roma e ammiccamenti vari, soprattutto nella celebrazione della Messa, con i lefebvriani. Critici quanto mai nei confronti dell'attuale pontefice, ma se-dicenti fedeli a Roma e che considerano la Messa in latino quasi un modo per dichiararsi contro l'attuale papa a cui però professano "fedeltà". Un po' di contraddizione, alla Marx, fa notizia.
A Vicenza non vi è la presenza di una comunità lefebvriana, vi sono dei seguaci, tra cui un presbitero che ha abbandonato la diocesi per diventare membro della Fraternità san Pio X. A Lanzago di Silea (TV): Priorato San Marco esiste una struttura delle Fraternità.
A Vicenza vi sono poi gruppi del "tradizionalismo" tra cui "Vicenza Cristiana", "Fedeli di Vicenza legati alla Messa in latino" che invia comunicati stampa, anche a questo mezzo, in cui chiede una Messa in latino a Vicenza città e una "Voce Venetia" che dal 2010, vedi sito, non risulta interessarsi delle vicende del tradizionalismo in diocesi di Vicenza.
Infine vi sono coloro che si avvalgono del Motu proprio di Benedetto XVI Summorum pontificum che consente l'uso del Messale del 1962, di papa Giovanni XXIII; la celebrazione avviene ogni domenica alle ore 17 ad Ancignano/Sandrigo presso la Chiesa di San Pancrazio, prima con il compianto don Pierangelo Rigon e oggi con altri sacerdoti. Le celebrazioni sono aiutate dall'associazione "F. Rodolfi".
Ciò è stato possibile grazie ai vescovi di Vicenza mons. C. Nosiglia e l'attuale mons. B. Pizziol. Nel rispetto del Motu proprio la tradizione esprime, come dice Benedetto XVI un modus orandi (modi di pregare) ed è in piena sintonia con tutta la Chiesa ed in particolare con quella di Vicenza, rifugge chiaramente, e non intende concedere nulla, se non la fraterna carità, alle posizioni anticonciliari e ai modi di celebrare la Messa e la liturgia tipici dei lefebvriani, che seguono messali precedenti e cerimoniali non previsti dalla Rubriche del Messale del 1962 e ciò perché si rispetta il patrimonio della Chiesa ufficiale con a capo papa Francesco di contenuti e di liturgia, stabiliti dai Sommi pontefici.
Le religioni, nonostante qualche concezione filosofica, in particolare il positivismo, lo scientismo in genere, ritenesse che dovessero essere superate dalla conoscenza scientifica, e nonostante Marx e la sua nota espressione: " la religione è l'oppio dei popoli", è ben presente, anzi la sete di religiosità, come attestano molte espressioni è viva, forse più di quanto non si creda, dato che spesso più si concede alla negazione della religiosità, dei suoi contenuti e modi di viverla che non a quanto esiste. Certo il problema dell'integralismo, del tradizionalismo, presenti in tutte le maggiori religioni, fa riflettere e ci avverte che il vero spirito di vita umana è un messaggio di pace, come ben sosteneva Erasmo da Rotterdam; le religioni se attente al bene dell'umanità e delle persone lo debbono fare proprio non per cambiare i loro contenuti, ma per essere al vero servizio dell'uomo e della sua vita. Proprio il Concilio vaticano II, quando la morsa del comunismo internazionale e anche italiano negava la libertà di fede, pronunciò solenni parole contro quel movimento politico, che relativizzava tutto l'uomo ai soli aspetti economici, affermò: "Questo Concilio Vaticano dichiara che la persona umana ha il diritto alla libertà religiosa. Il contenuto di una tale libertà è che gli esseri umani devono essere immuni dalla coercizione da parte dei singoli individui, di gruppi sociali e di qualsivoglia potere umano, così che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la sua coscienza né sia impedito, entro debiti limiti, di agire in conformità ad essa: privatamente o pubblicamente, in forma individuale o associata. Inoltre dichiara che il diritto alla libertà religiosa si fonda realmente sulla stessa dignità della persona umana quale l'hanno fatta conoscere la parola di Dio rivelata e la stessa ragione . Questo diritto della persona umana alla libertà religiosa deve essere riconosciuto e sancito come diritto civile nell'ordinamento giuridico della società."
Così espressione del cardinale Niccolò Cusano, vescovo di Bressanone nel Quattrocento: "una fede nella varietà dei riti," assume oggi un grande significato: l'uomo ha bisogno di religione, di credere (fede) e questo gli è naturale, lo esprime in varietà di riti, ma afferma sempre e comunque l'importanza della fede. Alla ricerca e alla preghiera l'attestazione benevolente della propria religione come proposta.

La Chiesa cattolica in un'epoca in cui non ha nulla da perdere, ma una fede da testimoniare nella mente, nel cuore...nelle opere nei suoi diversi modi di pregare, particolarmente nel sacrificio eucaristico, messa in latino o messa in italiano o cinese o copto o swahili, esprime il bisogno dell'uomo di fede da un lato e dall'altro sente il compito di comunicare quanto essa ritiene verità e ciò con umiltà, ma anche con chiarezza, rifiutando sia d'essere "alla moda" sia di essere "nostalgica"; atteggiamenti questi che sanno più di esigenza psicologica individuale che non religiosa.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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