Nel Vicentino un'onda a Cinque stelle: ansia tra i vecchi partiti
Martedi 26 Febbraio 2013 alle 13:06 | 0 commenti
«Al nord è una catastrofe per Pdl e Lega. Eppure il centrosinistra non ha fatto un cazzo». Il commento tranchant di Massimo Cacciari comparso su Il Fatto di stamani a pagina 5 rende sapidamente la scossa tellurica che ha colpito anche il Vicentino e che è stata innescata dalla affermazione «incredibile» del Movimento Cinque Stelle. Basta qualche conticino, come il raffronto tra il risultato delle regionali del 2010 e quello della Camera per il 2013 per capire che un'epoca se n'é andata.
Nonostante il mantra di molti dirigenti del Pdl, la formazione di Silvio Berlusconi ha rimediato una batosta evidente. Tre anni fa il partito capitanato in provincia da Sergio Berlato e Pierantonio Zanettin (neoeletto onorevole) passa dal 25 al 17%. E se quella del Pdl è una batosta da -8% il Carroccio paga, tra le tante, la forzosa alleanza col «Cavaliere» lasciando sul campo della contesa elettorale una messe di voti: 38,1% era il bottino del 2010; 12,3% è il magro premio di consolazione di una forza che ora si è ridotta di due terzi.
Il Partito Democratico a detta dei suoi massimi esponenti si proponeva come alternativa credibile e di governo al centrodestra. Dopo le primarie l'entusiasmo aveva contagiato anche i suoi leader veneti, ma nonostante la messe di scandali che a livello nazionale ha investito il centrodestra, cui fanno da contraltare le magagne Mps, il Pd a livello provinciale non ottiene che un modesto avanzamento: dal 17,7% del 2010 al 19,3 di oggi.
La vera novità però, ma il termine novità è quantomeno riduttivo, giunge dal M5S che pur non contando su una struttura consolidata e su referenti economici di grande influenza come accade per gli altri partiti, ha fatto un botto oltre ogni previsione, che potrebbe lasciare un segno indelebile nella storia del Paese e del Veneto. Nel 2010 alle regionali il M5S valeva il 2,4%. Oggi nel Vicentino il suo peso è più che decuplicato raggiungendo quota 25,3% e si presenta come la prima o la seconda formazione in tantissimi comuni della provincia.
Per quanto concerne il capoluogo i dati definitivi si discostano di un nulla o poco più da quelli quasi definitivi analizzati ieri sera da Vicenzapiu.com: e la cosa vale sia per il Senato che per la Camera. Il Pd si conferma prima forza in città con un discreto vantaggio per le liste per palazzo Madama, vantaggio che si riduce invece per i candidati a Montecitorio. In entrambi i casi viene tallonato dal M5S che anche nel capoluogo ha assistito ad una crescita vertiginosa. I centristi di Monti, anche cannibalizzando le liste cugine come Udc e Fli, hanno ottenuto un «più che soddisfacente» 13,6% che va pesato anche in vista delle elezioni comunali di maggio. Sul ciglio dell'8% viaggia invece il Carroccio mentre sempre in casa centrodestra il Pdl si accascia sul 15%. Sul versante della sinistra alternativa invece si registra il 2,9% di Sel e l'1,8% di rivoluzione civile: un risultato che sta mettendo in grande imbarazzo i vertici dei due raggruppamenti.
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