Nel 2016 prezzi ancora in calo per l'agricoltura: crollo per cereali, ortofrutta e uova. In recupero latte e carni suine
Venerdi 30 Dicembre 2016 alle 14:16 | 0 commenti
Secondo una nota diffusa da Confagricoltura Vicenza l'agricoltura registra un 2016 di nuovo all'insegna del calo dei prezzi all'origine, che secondo le stime del Centro studi nazionale di Confagricoltura registra un calo del 5-6 per cento, anche se si registra una differenziazione tra le produzioni. Per alcune si sono registrati, infatti, veri e propri crolli, come per i cereali, l'ortofrutta e le uova; mentre si sono visti parziali recuperi su comparti come il latte bovino e le carni suine. Bene invece il vino, che grazie a un'ottima vendemmia ha mantenuto alti i livelli produttivi e qualitativi. «Il 2016 è stata una buona annata sotto il profilo della produzione - riassume Michele Negretto, presidente di Confagricoltura Vicenza (a sx nella foto col direttore Massimo Cichellero)-, con rese soddisfacenti e un livello qualitativo buono".
"A preoccuparci - prosegue Ngretto - sono i prezzi, che rimangono ai minimi storici e, nella maggior parte dei casi, non riescono a coprire i costi di produzione. Ad appesantire il quadro il crescere dei costi aziendali. Le note positive arrivano dalla ripresa di alcuni comparti, come il latte e la carne suina, che avevano iniziato l'anno in modo drammatico, ma che nel secondo semestre hanno visto una risalita che ha permesso alle aziende di tornare a remunerazioni decenti. Siamo ancora in una fase delicata, perché molte aziende devono chiudere i buchi di bilancio causati dal lungo periodo di crisi».
Ecco, nel dettaglio, l'andamento dei principali settori agricoli nel Vicentino.
VINO: L'inizio della stagione, sotto il profilo climatico, aveva causato un po' di apprensione per i danni da peronospera, ma l'allarme è rientrato. La vendemmia ha avuto un'ottima gradazione zuccherina: buono il colore dei rossi, ottima acidità per i bianchi. Produzioni in aumento per quanto riguarda Glera, Pinot Grigio e Chardonnay. La viticoltura veneta, vista dall'alto dei suoi 80.000 ettari, ha rappresentato più di un terzo dell'export italiano in termini di fatturato.
ORTOFRUTTA: Anche quest'anno, in generale, i prezzi non hanno superato i costi di produzione. Hanno fatto eccezione le ciliegie, che hanno registrato buone performance nella prima parte della stagione, subendo poi però danni alla produzione a causa delle piogge. Calo di produzione anche per albicocche, susine e pesche a causa dell'altalena climatica. Anche gli ortaggi hanno risentito del tempo e del crollo dei prezzi.
CARNI SUINE: L'apertura del mercato cinese ha concesso a tutta Europa una boccata d'ossigeno. Da quattro mesi il comparto veneto sta cominciando a risollevare la testa dopo una crisi che, dal 2007, non ha dato tregua. La quasi totalità degli allevamenti di grandi dimensioni in Veneto (350 circa) alleva suini nell'ambito della filiera dop del suino pesante, rappresentando circa l'8,8 per cento del totale nazionale.
CARNI BOVINE: Rimangono le criticità degli anni passati come il calo dei consumi, le invasioni di carni extracomunitarie a basso costo, l'embargo russo che non dà sfogo alle produzioni europee. Il mercato si mantiene in una situazione statica: le quotazioni sono ancora basse, ma il quadro viene bilanciato dal costo basso dei cereali e dagli aiuti comunitari.
UOVA: Prezzi in caduta libera per le uova, che vedono le quotazioni calate di un terzo dall'inizio dell'anno. Un chilo di uova viene pagato 70-75 centesimi a fronte di un costo di produzione di 90-95 centesimi. La stagnazione dei consumi e la sovrapproduzione sono la causa del tonfo dei prezzi.
LATTE: Il 2016 si sta chiudendo con un rialzo dei prezzi del latte alla stalla, che fa intravvedere la luce dopo due anni di sofferenza. Il primo semestre è stato di grande sofferenza, con il latte in caduta libera a 19-20 centesimi. In settembre è iniziata la risalita dei prezzi del latte spot, oggi arrivati a quota 40-41 centesimi, grazie alla riapertura del mercato del latte in polvere e trasformato in Cina, il tonfo dell'olio di palma che ha fatto raddoppiare i prezzi del burro e la remunerazione della Ue alle stalle per il contenimento della produzione.
CEREALI: Annata positiva dal punto di vista agrario, nonostante la siccità dei mesi estivi, con rese molto buone. Note dolenti, invece, sul fronte dei prezzi, che da due anni sono ai minimi storici (e sotto i costi di produzione) a causa delle produzioni mondiali di un certo rilievo. Il grano vale 17 euro a quintale e il mais 16 e mezzo al quintale. Fa eccezione la soia, venduta al prezzo soddisfacente di 39 euro a quintale in virtù del cambio favorevole euro-dollaro.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.