Movimento 5 stelle: "Ci sono altri tipi di PFAS che non vengono conteggiati nell'acqua, nel sangue e negli alimenti".
Mercoledi 19 Luglio 2017 alle 22:14 | 0 commenti
Il Movimento 5 Stelle ha parlato di Pfas a Padova il 14/07/2017, con il capogruppo in Consiglio regionale, Jacopo Berti, la consigliera comunale di Montecchio Maggiore, Sonia Perenzoni, e l'Assessore all'Ambiente di Sarego, Flavio Zambon: "Siamo qui per denunciare i limiti dei controlli che vengono effettuati sui PFAS. Chi ha la responsabilità dei controlli, sta rilevando solo una piccolissima parte dei Pfas presente nell'acqua; fino ad oggi sono stati quantificati nelle matrici ambientali e nel sangue solamente i PFAS a catena lineare e non quelli ramificati (cioè gli isomeri, con uno o più atomi di carbonio in catena laterale, che presentano strutture chimiche diverse ma con la stessa formula e con lo stesso nr. e tipo di atomi coinvolti), di cui non si conoscono quantità precise e pericolosità .
Per renderla di facile intuizione: immaginate una fila di 8 persone che si tengono per mano. Questa è la catena lineare di 8 atomi. Ora immaginate che l'ultima persona si stacchi dalla mano e si attacchi ai piedi di un'altra persona della fila. Una o più persone possono staccarsi e attaccarsi ai piedi oppure alla testa di un'altra persona: questa è la catena ramificata. Si può in linea generale ipotizzare che il comportamento chimico e fisico di due isomeri non differisca molto l'uno dall'altro, e quindi anche le loro proprietà tossicologiche e i loro effetti sull'ambiente e sull'uomo. I limiti tabellari del D.Lgs 152/06 stabiliscono che sostanze simili vanno parificate. Ci chiediamo perché vengano quantificati solo i Pfas a catena lineare, e perché ci fermiamo a solo 12 composti inquinanti, quando il loro nr può arrivare ad un centinaio. I valori dei Pfas presenti nel sangue delle persone che abitano nella zona rossa sono elevati e se si tenesse conto anche dei PFAS ramificati, i valori si alzerebbero e l'allarme inquinamento da PFAS raggiungerebbe un altro livello. Abbiamo protocollato una mozione che impegna la Giunta regionale a chiedere agli Enti gestori delle acque ed ad ARPAV di quantificare tutti i composti Pfas presenti nell'acqua di acquedotto e nei pozzi privati, ad attivarsi affinché anche l'ISS fissi dei limiti precisi per i Pfas ramificati, nonché per far inserire anche i ramificati all'interno del biomonitoraggio, sia sulle persone che sugli animali e vegetali. In Parlamento ci batteremo affinché il Governo allarghi lo spettro degli elementi inquinanti da monitorare, anche perché gli attuali strumenti utilizzati per analizzare i Pfas sono perfettamente in grado di rilevare sia i Pfas lineari, che i ramificati. In pratica, è come avere in mano la fotografia di uno skyline, ma poi voler soffermare l'attenzione solo su un determinato grattacielo, trascurando tutti gli altri. Illogico! La Regione avrebbe la possibilità di chiedere la temporanea sospensione della produzione di Pfas della Miteni, per poter operare tutte le necessarie verifiche che garantiscano effettivamente la piena tutela della salute dei residenti. C'è un principio di buon senso, che è quello di precauzione. Chiediamo semplicemente che venga fatta chiarezza in ordine ai Pfas. Presentiamo dati oggettivi, frutto di analisi tecniche e chiediamo solo che vengano analizzati, valutati e interpretati in modo corretto ed esaustivo e che ci siano fornite risposte adeguate. Dalle analisi in nostro possesso, relative ai pozzi barriera della Miteni che pescano nella falda sottostante, le quantità di PFOA e PFOS ramificati hanno un valore che varia dal 15% al 57% dei rispettivi lineari. In un pozzo abbiamo riscontrato addirittura il 110% in più di ramificati rispetto ai lineari. Se queste sono le quantità ritrovate negli anni 2014 e 2015 sotto la Miteni, cosa abbiamo negli acquedotti? E nel sangue? E negli alimenti? Riteniamo che non faccia male solo ciò che abbiamo normato, bensì quello che è veramente nocivo, al di là dei limiti stabiliti per legge. Nel momento in cui è presente un determinato agente che altera lo status naturale dell'ambiente o del corpo umano, allora devono essere prese precise precauzioni, anche se non è subito dimostrato l'effetto dannoso. Chiediamo alla Regione Veneto di rimettere al primo posto la salute dei suoi cittadini. Queste analisi sono state consegnate dal M5S a NOE di Treviso lunedì 10 Luglio 2017 ed in Procura a Vicenza lunedì 17 Luglio 2017. In entrambi gli appuntamenti abbiamo avuto la massima attenzione e collaborazione degli inquirenti che ci hanno garantito il loro massimo e costante impegno nelle indagini."
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