Mostra Pioneers in Bathroom Design Insula delle Rose showroom, il ricavato al Centro AntiViolenza di Vicenza

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 21 Maggio 2014 alle 16:34 | 0 commenti

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Insula delle Rose Vicenza - Questa piccola ma preziosa mostra, offrirà l'occasione di ammirare rappresentativi oggetti, concepiti per l'ambiente Bagno da alcuni grandi maestri del Design. La mostra si colloca nell'ambito degli appuntamenti culturali di Insula delle Rose, attività commerciale che si occupa di architetture del bagno, costantemente impegnata nel diffondere la cultura legata a questo ambiente, come dimostrano gli eventi Acqua_nell’architettura, nell’arte, nella musica e nei riti della religione cristiana (2007), Il profumo in Architettura (2011) e numerosi incontri con i designers.

Curata dall'architetto Ivano Vianello, presenta i primi esempi di un design pensato per
il bagno a partire dagli anni Trenta (di Eileen Gray e Gio Ponti) anche se il vero e
proprio inizio lo si può fissare negli anni Cinquanta quando - di pari passo con il
crescere del benessere sociale ed economico - la maggior cura rivolta alla casa permise
il fiorire di una progettazione rivolta ad uno spazio fino a quel momento confinato,
che studia forme ed ergonomie in grado di donare ai sanitari ed ai loro accessori una
ritrovata dignità.
La carrellata si apre con lo sgabello X600 - disegnato nel 1954 dall'architetto
finlandese Alvar Aalto e prodotto da Artek - con le sue tre gambe in betulla naturale e
laccate e la seduta disponibile sia impiallacciata in frassino sia foderata con pelle nera.
Prosegue con le ceramiche di Progetto Triennale di Gio Ponti e Alberto Rosselli, una
composizione di mattonelle “quattro volte curve” presentate per la prima volta al
pubblico nel 1960, alla Triennale di Milano. L'omaggio a Ponti si rinnova anche con il
Lavabo Montecatini, originale nella sua forma che prevede il rubinetto distante dalle
manopole per l'acqua calda e fredda, disegnato nel 1933 dal Maestro e messo in
produzione dell'azienda Rapsel.
Nel 1965, il Design si fa morbido ma deciso con il Lavabo Shell di Antonia Campi.
Parlando di lei, sempre Gio Ponti diceva “Sono stupito che fosse una tanto esile
personcina a fare queste forme piene di moto, di energia e d'audace fantasia”. Il suo
lavabo riprende le fattezze concave e chiare di una conchiglia di capasanta, mitile
ermafrodita dalle straordinarie capacità di resistenza che sicuramente hanno
positivamente colpito la designer.
Altra espressione degli anni Sessanta è Costa, mensola contenitore ad angolo disegnata
da Enzo Mari. Disponibile in versione destra e sinistra, con possibilità di
affiancamento, dimostra come il Design inizi ad interessarsi in quegli anni anche allo
studio degli oggetti del bagno, e come l'idea di bagno si vada sempre più raffinando.
Verso gli anni Settanta, si fa forte anche l'influenza del Design nordico. Non poteva
mancare quindi il rubinetto miscelatore Vola, del danese Arne Jacobsen. Verner
Overgaard, proprietario della storica e innovativa azienda Vola, stava cercando un
designer che potesse realizzare la sua idea di un nuovo prodotto rivoluzionario: un
rubinetto con miscelatore montato a muro le cui parti meccaniche erano nascoste al
suo interno, lasciando visibili solamente la manopola e la bocca. Lo trovò in Jacobsen,
vincitore del premio per il progetto della Banca di Danimarca. I rubinetti Vola
entrarono per la prima volta in produzione nel 1968 e raccolsero l’approvazione
internazionale, con premi dal Museo d’Arte Moderna di New York, dal
Kunstgewerbemuseum di Cologna e dal Museo d’Arte di Cincinatti.
Il minimalismo di quel tempo venne raccolto e raccontato da Paolo Tilche, in mostra
con il suo Lavabo Conca del 1972. Il lavabo, prodotto da Ideal Standard, fa parte
della serie di sanitari più diffusa in Europa, grazie alle loro forme fluide ed
ergonomiche che disegnano bacini ampi, sempre gradevoli da utilizzare. Sempre di
Tilche, sono proposti i sanitari XL, che con le loro forme allungate e sottili,
contrapposte alle precedenti, sottolineano il passaggio del tempo e delle mode negli
anni Novanta.
Ma torniamo agli anni Settanta, con il lavabo e vaso Linda, serie che rappresenta un
limite estremo nella ricerca di purezza del design. Con questo disegno, Achille
Castiglioni segna un punto di svolta nel concept del bagno contemporaneo. Il suo
istinto innovatore porta una ventata di novità nei sanitari, ispirandosi a rigorosi studi
fisico-anatomici che sfociano in una matrice compositiva geometrica declinabile a tutti
gli elementi. Denominatore comune: la forma - ottenuta dalla fusione di due quarti di
sfera con un parallelepipedo - e la comodità, garantita da proporzioni ben calibrate.
La collezione venne premiata con il Compasso d’Oro.
Non poteva mancare in questa esposizione, il rubinetto Iperbole di Gae Aulenti, di
forma semplice, un cilindro contenente la meccanica a dischi ceramici, da cui esce e
sale, come un naturale prolungamento dei due tubetti che portano l'acqua dalla parete
al rubinetto, una doppia canna ricurva con bocca a tromba. Il primo modello del
rubinetto era, né più né meno, un pezzo da bricolage messo insieme con una cartuccia
a dischi ceramici, due tubetti di rame e un po' di cartone. Da questa triplice
operazione, di analisi della struttura elementare di un rubinetto, di scrematura del
superfluo e di riassemblaggio delle componenti essenziali, poteva uscire un prodotto
morfologicamente interessante ma esteticamente discutibile. Il risultato, al contrario, è
stato una felice combinazione di novità, originalità ed eleganza.
Chiude la mostra, anche se la apre da un punto di vista cronologico, l'opera di Eileen
Gray del 1927. Come il dessert sta alla fine, proprio per il compito di esaltare, con la
sua sola presenza, i passaggi precedenti.
Eileen Gray, autentica pioniera del design celebrata da tutti, Le Corbusier tra i primi,
che di lei presentò il progetto per un “Centre de Loisirs” nel suo stupendo padiglione
dell'Esprit Nouveau all'esposizione di Parigi nel 1937. La guerra distrusse le case e i
mobili da lei disegnati, sparpagliò i progetti; i soli documenti rimasti a testimonianza
della sua arte sono i mobili della casa parigina in cui ha abitato fino alla morte.
Nello showroom di Insula delle Rose è esposto Castellar, specchio da parete con una
parte sezionata girevole, disegnato dalla Gray per la sua casa estiva E1027.
Messo in produzione da ClassiCon, il telaio in acciaio cromato e lo specchio di cristallo
lucido con bordi sfaccettati, ricordano come Gray abbia saputo coniugare l'estetica
con la pratica come pochi designer hanno saputo fare.
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La mostra sarà inaugurata giovedì 22 maggio alle ore 19.00.
Proseguirà fino al 14 giugno 2014 con i seguenti orari:
lunedì (dalle 14.00 alle 19.00)
da martedì a venerdì (dalle 9.30 alle 15.00 e dalle 17.30 alle 19.00)
sabato (dalle 9.30 alle 13.00)
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Durante la serata verrà messo a disposizione degli ospiti il catalogo della mostra
(Pioneers in Bathroom Design, edizioni dolp_dove osano le parole, Vicenza, 2014).
È volontà di Insula delle Rose che il ricavato venga interamente devoluto al
CEAV_Centro AntiViolenza di Vicenza (gestito dal Comune di Vicenza e
dall'associazione Donna chiama Donna).

Leggi tutti gli articoli su: Centro antiviolenza, Insula delle Rose

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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