Morti sul lavoro nel 2011, per l'Inail solo 920
Sabato 4 Agosto 2012 alle 20:10 | 1 commenti
Nel 2011 i morti sul lavoro sono stati 920, il numero più basso mai registrato, in ulteriore calo del 5,4% rispetto ai 973 dell'anno precedente. Lo comunica l'Inail nel rapporto annuale che vede in calo anche il totale degli infortuni sul lavoro denunciati all'Istituto: 725mila, in flessione del 6,6% rispetto al 2010. Ma, come sottolinea il presidente dell'Istituto, Massimo De Felice, presentando il rapporto alla Camera «il calo delle vittime ha l'effettiva determinante nella componente 'in strada': non può perciò consentire inferenze troppo tranquillizzanti sul miglioramento della sicurezza degli ambienti di lavoro».
In queste cifre, poi, non rientrano, ovviamente, gli infortuni dei quasi 3 milioni di lavoratori al nero, per i quali l'Istituto stima che nel 2010 se ne siano verificati circa 164mila. La diminuzione degli infortuni del 6,6% rispetto all'anno precedente è in realtà una media del calo che ha riguardato sia quelli nei luoghi di lavoro sia quelli in itinere. Il decremento è più sensibile per i casi in itinere (-7,1%), meno per quelli avvenuti durante la fase di lavoro (-6,5%) che rappresentano circa il 90% del complesso delle denunce.
Tra i casi mortali aumentano quelli che riguardano le donne. Nel 2011 il calo infortunistico ha interessato, in complesso, sia i lavoratori (-7,0%) che le lavoratrici (-5,6%). Il calo complessivo degli infortuni mortali (- 5,4%) è, invece, influenzato esclusivamente dai lavoratori uomini (-7,3% rispetto al 2010). Le lavoratrici, viceversa, hanno conosciuto un sensibile aumento dei decessi (+15,4%, passando dai 78 casi del 2010 ai 90 del 2011). Tale aumento è dovuto prevalentemente ai casi in itinere, più della metà dei decessi femminili. Tenendo conto che le donne rappresentano circa il 40% degli occupati, che la quota di infortuni femminili rispetto al totale è del 32% e quasi il 10% per i casi mortali, si deduce che il lavoro femminile è sicuramente meno rischioso. Le donne, infatti, sono occupate prevalentemente nei servizi e in settori a bassa pericolosità e - se impegnate in comparti più rischiosi come le costruzioni, i trasporti e l'industria pesante - svolgono comunque mansioni di tipo impiegatizio o dirigenziale.
Diminuiscono gli infortuni tra i lavoratori stranieri. Gli infortuni che hanno interessato i lavoratori stranieri sono passati dai 119.396 del 2010 ai 115.661 del 2011 con un calo del -3,1%. I casi mortali sono in lieve flessione (138 casi contro 141) e confermano il trend decrescente del fenomeno. Nel 2011 sono stati circa 3 milioni i lavoratori stranieri assicurati all'INAIL, l'1,3% in più dell'anno precedente e ben il 17,8% in più del 2007: una crescita dovuta non solo a un numero maggiore di assunzioni, ma soprattutto alla regolarizzazione dei contratti di badanti e colf. Gli infortuni degli stranieri rappresentano il 15,9% degli infortuni complessivi, quelli dei soli extracomunitari, invece, l'11,7%. Se si considerano i casi mortali le percentuali sono rispettivamente del 15% e dell' 8,8%.
Età : la fascia 35/49 è la più colpita. Relativamente all'età degli infortunati, tutte le fasce di età hanno registrato nel 2011 un decremento infortunistico. La fascia d'età 35/49 risulta la più colpita in valore assoluto con il 44% di tutti gli infortuni. A distinguersi per la contrazione dei casi mortali risulta la fascia di età sotto i 35 anni (-23,2%), a fronte di un calo degli occupati (-3,2%). A seguire la fascia di età degli ultra 65enni (-8,3%) e quella dei 35-49 (-6,2%), mentre si rileva un discreto aumento per la classe 50-64 anni (+6,7%).
È il Sud l'area in cui infortuni e vittime registrano il calo maggiore. Una diminuzione che, a livello Paese, riguarda più o meno tutti i settori - dai trasporti alle costruzioni, su cui però pesa anche la crisi e dunque il calo occupazionale - ma meno di tutti le colf. Per il personale domestico si registra infatti la flessione minore (solo -3,4% rispetto per esempio al -14,7% delle costruzioni); mentre guardando ai casi mortali è tra le poche voci a registrare un incremento (insieme alla meccanica +27,3%; alla metallurgia +19,0%, al commercio +8,4%).
«Pur in presenza di una flessione del fenomeno negli ultimi anni - ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - si conferma la necessità di superare le carenze e contraddizioni da tempo rilevate nelle azioni volte alla salvaguardia della salute dei lavoratori e nella diffusione degli strumenti di sicurezza sui luoghi del lavoro».
Spicca anche il dato sul mancato rispetto delle regole. Nel 2011 sono state controllate 21.201 aziende (il 63% aziende del terziario, il 32% del settore industria): 18.145 sono risultate irregolari (l'85,59%). L'alta percentuale d'irregolarità , ha sottolineato De Felice, «denota l'efficienza dei sistemi di scelta, della procedura cosiddetta di 'business intelligence' che individua gli insiemi da controllare».
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