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Moretti insultata al bar e su FB. Arriva in soccorso l'agenzia di Renzi che fa pulizia

Di Rassegna Stampa Mercoledi 14 Gennaio 2015 alle 12:22 | 2 commenti

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Di Massimo Rebotti

Lunedì mattina, pasticceria nel centro di Vicenza, la sua città. Alessandra Moretti, candidata alla presidenza del Veneto per il centrosinistra, entra per comprare qualche frittella per i due figli che sono con lei. Un uomo sui 45 anni inizia a inveire: «Voi politici fate schifo, andate a lavorare». La pasticceria è piena di gente, la titolare cerca di calmarlo, ma gli insulti continuano.

 L’esponente del Pd prima cerca un dialogo — «Stia calmo, non sa che cosa dice» — poi chiama i vigili.

All’arrivo degli agenti il contestatore non c’era più. È stato comunque identificato: è un attivista del Movimento 5 Stelle, si chiama Paolo Forza, e prima di Natale, nella stessa pasticceria, era stato protagonista della medesima scena: Moretti che entra nel locale e lui che la prende a male parole.

«L’ho solo mandata a lavorare, non le ho detto che è un’imbecille» dice al Corriere del Veneto , «in questi giorni doveva essere a Bruxelles e invece era al bar a comprare le frittelle. Prende ventimila euro al mese e siamo noi che la paghiamo. Ho solo agito da cittadino qualunque».

Ieri mattina la candidata del centrosinistra è ritornata in pasticceria accompagnata dai carabinieri; il contestatore c’era e non ha fatto marcia indietro di fronte ai militari: «Spero che mi denunci così la gente saprà che perde tempo invece di lavorare».

Moretti ha scelto di querelare l’avventore del bar soprattutto perché, ha spiegato, all’episodio erano presenti i bambini. Per il resto ha deciso di non dare risalto all’episodio anche per evitare — spiegano i collaboratori — «eventuali emulazioni».

Il riferimento al rischio «emulazione» spiega che Alessandra Moretti, oltre all’apprezzamento dei sostenitori (230 mila preferenze alle ultime Europee nel Nordest), raccoglie da quando è candidata molti insulti sulla Rete. Ce n’erano centinaia,la maggior parte a sfondo sessuale, sulla pagina web dedicata alla campagna elettorale. Uno stillicidio. Ora lo staff che la assiste ha rimosso le offese.

«Alessandra Moretti è un personaggio pubblico, è molto esposta — commenta Davide Bacarella, amministratore di Dotmedia — ma sui social network succede a molti, sono diventati uno sfogatoio della rabbia». Dotmedia è l’agenzia di comunicazione fiorentina che ha gestito la comunicazione digitale di Matteo Renzi. Da qualche settimana, su indicazione dello stesso Renzi, ha preso in carico la corsa in Veneto di Moretti. La sfida con il governatore uscente, il leghista Luca Zaia, è difficile. Lo staff mandato dal premier è al lavoro e da domani la candidata pd inizierà un tour per tutta la Regione: 579 Comuni in 100 giorni.




*Da Il Corriere della Sera 

 

Moretti, il bersaglio preferito della Rete Una squadra ripulisce i «social» dagli insulti

Di Marco Bonet*
«La fogna di Calcutta». Così, un paio di settimane fa, uno degli uomini della squadra di Alessandra Moretti descrisse la sequela di insulti (chiamarli «commenti» sarebbe sviante) che inondavano la pagina della candidata del centrosinistra alle Regionali. Era indignato e sconsolato e nell’evocare ciò che accade nella città del Bengala non era poi così lontano dalla realtà. Su 460 postille d’autore incolonnate sotto un post seguito alla vittoria alle primarie, infatti, ben 432 si risolvevano in offese gratuite, sconclusionate, quasi tutte a sfondo sessuale. Ed era un post soltanto. Prima (e dopo) se ne potevano leggere altri, al ritmo di cento-duecento commenti al colpo, dello stesso tenore. Moretti scrive della cementificazione? Giù insulti. Dei treni? Giù insulti. Del lavoro? Giù insulti. E non andava tanto meglio sul profilo Twitter dell’eurodeputata, sebbene i cinguettii si prestino meno, per natura, alle scorribande degli energumeni della tastiera. Si dirà: vabbé, tutti i politici devono saper essere buoni incassatori, altrimenti meglio che cambino mestiere. Ora, a parte che non si capisce per quale ragione un politico debba rassegnarsi a farsi insultare quotidianamente da degli sconosciuti (la libertà d’espressione o il diritto di critica non centrano nulla), alla Moretti è stato riservato un trattamento che non ha precedenti tra i politici veneti, una sorta di linciaggio virtuale che fa riflettere nel momento in cui gli insulti travalicano i confini dello schermo per dilagare in una pasticceria, com’è accaduto lunedì a Vicenza, quando la candidata del Pd è stata presa a male parole da un cliente che le cronache descrivono piuttosto esagitato (si veda l’articolo qui sotto). Che il «caso Moretti» rappresenti un unicum a queste latitudini, se non altro per la virulenza ed il numero massiccio delle offese (un caso, eclatante, per tutti: Marco Zurru, docente di sociologia dell’Economia all’Università di Cagliari, deferito dall’ateneo e costretto a scusarsi per una serie di volgarità seguite ad un’intervista), lo riconoscono gli stessi avversari, pure alle prese con provocatori d’ogni risma. Basta farsi un giro sui profili per rendersene conto: nulla di simile si ritrova sulle pagine del governatore Luca Zaia, dei sindaci dei capoluoghi, dei parlamentari del Pd, della Lega, di Forza Italia o del Movimento Cinque Stelle. Così, a prendere le difese della democrat , è l’avvocato che non ti aspetti: Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione, vicentina che da sempre incrocia le lame con la Moretti, donna a destra di Forza Italia: «E’ ora di dire basta. Non voglio solo dare ad Alessandra tutta la mia solidarietà, che magari può pure suonare un po’ pelosa, ma farle sentire davvero la mia vicinanza perché sono rimasta allibita nel leggere ciò che è successo. Penso che sia il caso di aprire una seria riflessione su quel che accade in Rete, dove gli insulti sono all’ordine del giorno, soprattutto nei confronti di noi donne. Attacchi mortificanti e sconvolgenti, che prescindono da quel che facciamo o diciamo, cose che non ci si azzarderebbe mai e poi mai a dire di persona, quasi sempre di stampo sessista». Già, perché il web appare sempre più come una zona franca, immune alla buona educazione ma pure alla legalità, «dove manca del tutto la responsabilità di quel che si dice, magari grazie allo schermo di profili fake - continua Donazzan -. E si finisce per dimenticare che la violenza verbale, spesso, è il preludio di quella fisica». Colpisce, in particolare, che ad «odiare le donne» siano in molti casi altre donne, con atteggiamenti che si direbbero di «trolling» ma in realtà sono al limite dello stalking. E una giustificazione preventiva: se è una donna ad attaccare una donna, allora non può esserci accusa di sessismo. «Quello dell’attacco alle donne in politica è un fenomeno molto italiano - spiega Guido Moltedo, giornalista e saggista, esperto di comunicazione politica - Hillary Clinton, ad esempio, da anni deve fronteggiare veri e propri haters che sfruttano la possibilità di muoversi in Rete senza identità, ma le ragioni degli attacchi che subisce risiedono principalmente nel suo essere “la moglie di Bill”, non nel suo essere donna. Qui da noi, invece, si registra una schizofrenia che vede da un lato l’esaltazione quotidiana della politica al femminile, pensiamo solo alla presidenza della Repubblica per cui ciclicamente torna in auge l’ipotesi di una donna, dall’altro una misoginia preoccupante che si riscontra nel caso della Moretti ma anche delle ministre, giudicate con una severità che non viene riservata ai colleghi maschi. Devono dimostrare sempre di avere un quid in più». Moretti, che tra l’altro è promotrice di una proposta di legge sull’ hate speech (l’incitazione all’odio) in Rete, nel frattempo ha preso delle contromisure: alcuni dei ragazzi della squadra allestita insieme ai consulenti di Dotmedia, infatti, da giorni si occupano quasi esclusivamente del repulisti dei profili. Spenti i riflettori, gli haters potranno continuare ad agitarsi, ma almeno senza la soddisfazione di una vetrina.

*Da Il Corriere del Veneto

Leggi tutti gli articoli su: Alessandra Moretti

Commenti

Inviato Mercoledi 14 Gennaio 2015 alle 16:04

Che tristezza sta diventando la politica
Inviato Giovedi 15 Gennaio 2015 alle 22:16

sei pagata superprofumatamente e quindi vai a lavorare... altrimenti sei disonesta!
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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