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Mobilità in Fiera di Vicenza, i perché della mancata firma della Filcams Cgil

Di Edoardo Pepe Giovedi 29 Maggio 2014 alle 16:11 | 0 commenti

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La vicenda della procedura di mobilità in Fiera di Vicenza spacca i sindacati: dopo che Ulitucs Uil e Fisascat Cisl hanno dato la loro disponibilità a trattare arriva la decisa presa di posizione del segretario generale provinciale della Filcams Cgil Umberto Marin, che ripercorre anche gli avvenimenti accaduti nei giorni scorsi, spiegando i motivi per cui la Filcams non condivide il Piano di riorganizzazione aziendale di Fiera di Vicenza

“Qualunque nuova decisione deve passare attraverso l'avallo dell'assemblea dei lavoratori, specie se tale decisione è in contrasto con quanto deciso il giorno precedente dalla stessa ed espresso nel comunicato sindacale sottoscritto da tutte le RSA. Il giorno precedente all'incontro in Provincia per la chiusura della procedura, per l'esattezza il 21 maggio 2014, i tre rappresentanti sindacali aziendali hanno svolto un'assemblea con i dipendenti e ci hanno presentato un comunicato sindacale da loro sottoscritto, con il quale ci davano mandato di chiedere il ritiro della procedura di mobilità. La Filcams Cgil ha presentato e sostenuto questa richiesta e, a fronte del diniego assoluto dell'azienda, è stato domandato un rinvio per poter esaminare e discutere tutte le possibilità di reinserimento del personale in esubero. Anche in questo caso la società non ha inteso considerare nessuna di queste richieste. Ed ecco la sorpresa: l'improvvisa disponibilità a trattare la definizione dell'accordo da parte della Ulitucs Uil e successivamente anche della Fisascat Cisl. Ma con quale mandato dei lavoratori visto l'esito dell'assemblea del giorno precedente? Per la Filcams Cgil questo è inaccettabile. Il dichiarato utile del bilancio 2013 di circa un milione di euro evidenzia, all'apparenza, un dato positivo che non dovrebbe giustificare azioni tipiche di un'azienda in crisi. Inoltre, quanto dichiarato dall'azienda in merito al fatto che, attraverso il taglio dei costi del personale in esubero, si trovino le risorse per poter investire in assunzioni di nuovo personale con le caratteristiche necessarie per poter sviluppare il nuovo piano presentato, non può trovare condivisione e non ci ha mai convinto. È vero che con il licenziamento di otto persone il costo del personale diminuisce, ma è altrettanto vero che aumenta, quasi di pari cifra, il costo dei servizi, visto che si tratterebbe di esternalizzazioni e non di cessazione delle attività. Conseguentemente non riusciamo a individuare il beneficio economico significativo declamato da Fiera di Vicenza Spa. Non solo. Ci sfugge il perché, visto che si tratta di terziarizzazioni di attività, l'azienda non abbia percorso la strada delle cessioni di rami d'azienda. Secondo noi della Filcams un percorso più corretto avrebbe permesso il passaggio diretto dei dipendenti da una società all'altra con l'assunzione diretta dei dipendenti stessi, non con un licenziamento e una successiva riassunzione, considerato che alcune attività proseguono. Dall'avvio della procedura di mobilità, come sindacati abbiamo unitariamente sostenuto e dichiarato che non eravamo disponibili ad accettare ulteriori esuberi. Abbiamo specificato che, con la revisione del Contratto integrativo del 2010, avevamo dato risposte sufficienti al contenimento dei costi futuri del personale della Fiera ed evidenziato che, rispetto alle richieste di formazione avanzata, le persone coinvolte nel licenziamento collettivo non sono state mai coinvolte in alcun programma formativo. Abbiamo altresì evidenziato che alcune persone vantavano, in tanti anni trascorsi lavorando in Fiera, molteplici esperienze avendo svolto numerosi incarichi, e che sarebbe stato possibile, attraverso cambi di mansioni, ricollocarli. Abbiamo chiesto conseguentemente una collocazione interna in altre mansioni, anche rivedendo la posizione contrattuale, ma ci è stata negata. Per diminuire i costi del personale, al posto di licenziare i dipendenti, sarebbe stato opportuno analizzare altri percorsi, magari collettivi e più solidaristici. Forse si poteva partire, se proprio si dovevano tagliare i costi, dal sospendere i premi di produzione individuali, per esempio. Diciamo 'forse' perché, pur avendo chiesto i dati relativi alla gestione del personale come previsto dal contratto integrativo aziendale, non abbiamo avuto alcuna formale risposta dalla direzione di Fiera di Vicenza circa il loro ammontare. Così come non ha trovato riscontro la richiesta di conoscere il rapporto dei costi delle collaborazioni nel totale dei costi dei dipendenti. Come Filcams Cgil, nel corso della trattativa, avevamo chiesto di poter addivenire a un protocollo per l'inserimento di clausole sociali nel rispetto dell'applicazione dei CCNL di riferimento sulle terziarizzazioni, gli appalti e le gare, e sembrava ci fosse reciproca disponibilità. Ma anche questo percorso non è stato considerato. Avevamo precedentemente segnalato all'azienda, ancora nel primo incontro, l'aumento di situazioni di forte stress di alcuni lavoratori e un clima interno profondamente cambiato e apertamente all'opposto di quanto previsto dal lean aziendale. Abbiamo chiesto il rafforzamento di buone pratiche e un protocollo per l'adeguamento alle norme previste per le certificazioni per stimolare la partecipazione attiva dei lavoratori e trovare le sinergie indispensabili per portare avanti il piano industriale. Rivendichiamo con forza percorsi rispettosi della dignità delle persone e, se terziarizzazioni devono essere fatte, rivendichiamo che i lavoratori e le lavoratrici mantengano il proprio lavoro in un percorso di relazioni sindacali corrette. Difendiamo il diritto al lavoro!”

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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