"Mind the g.a.p.", inaugurata oggi la mostra sul gioco d'azzardo nella Loggia del Capitaniato
Venerdi 23 Novembre 2012 alle 16:50 | 0 commenti
Comune di Vicenza - È stata inaugurata oggi, venerdì 23 novembre, alle 15.30 nella Loggia del Capitaniato la mostra fotografica dal titolo "Mind the g.a.p. - Il giocatore", promossa dall'assessorato allo sviluppo economico in collaborazione con l'associazione "Avviso pubblico", che collega tra loro Comuni, Province e Regioni concretamente impegnati nella promozione della cultura della legalità nella politica, nella pubblica amministrazione e nei territori da essi governati.
Erano presenti oggi il sindaco Achille Variati, l'assessore Tommaso Ruggeri, l'onorevole Daniela Sbrollini e il consigliere Raffaele Colombara, che rappresenta il Comune di Vicenza in Avviso pubblico. C'erano anche l'autore degli scatti, il fotografo vicentino Marco Dal Maso e la curatrice Petra Cason.
"Il Comune di Vicenza si sta impegnando per evitare la proliferazione delle sale da gioco e scommesse e mi sarei aspettato un sostengo in tale senso da parte dello Stato visto che la questione riguarda la salute delle persone - dichiara il sindaco Achille Variati -. Sebbene i poteri dei Comuni siano limitati, abbiamo comunque adottato norme che fissano la distanza minima di 500 metri dai siti sensibili. L'onorevole Sbrollini, inoltre, ha dato voce alla nostra richiesta in parlamento. Mi auguro che questa mostra serva per sensibilizzare su questo tema."
"Mind the g.a.p. - Il giocatore" sarà particolarmente suggestiva nelle tardo pomeriggio, quando calerà il buio e l'impianto illuminotecnico, creato appositamente, valorizzerà le immagini e la prestigiosa sede espositiva della Loggia del Capitaniato.
L'esposizione sarà visitabile fino a domenica 2 dicembre - grazie anche alla collaborazione dei comitati cittadini che si sono mobilitati contro l'apertura di nuove sale da gioco in città - dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19; venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20.
Prendendo spunto dalla popolare locuzione inglese "Mind the gap", che significa "attenzione al varco", quello tra la banchina e la porta del treno, Dal Maso e Cason hanno mutuato dal termine "gap" l'acronimo italiano "g.a.p." che sta per "gioco d'azzardo patologico". Attraverso 19 foto in bianco e nero, infatti, scattate nei casinò e nelle sale scommesse del centro-nord Italia, l'esposizione rappresenta il percorso andata e ritorno del giocatore nella voragine della ludopatia: dall'esaltazione delle prime fortunate vincite fino alla terapia di gruppo, passando per i costanti fallimenti che portano il giocatore a scommettere somme di denaro sempre maggiori per far fronte alle perdite, entrando in una spirale di disperazione che spesso porta alla rottura dei legami familiari e degli affetti, e a cadere nella rete degli usurai.
Di qui la volontà dell'assessorato allo sviluppo economico di sensibilizzare la cittadinanza su un tema sempre più drammaticamente attuale, attraverso la mostra del giovane fotografo vicentino freelance, che documenta coi suoi reportage realtà scomode e difficili, restituendole in scatti dal forte impatto emotivo (come i campi profughi, la prostituzione e i rituali tradizionali del sud-est asiatico, o le tribù rom della Romania, o ancora i minatori albanesi in sciopero a 1400 metri sotto terra a Bulqiza, in Albania).
Nel dettaglio, in "Mind the g.a.p.", i gesti, le movenze e gli sguardi del giocatore immortalati da dal Maso saranno articolati in due sezioni: nella prima ci saranno le foto scattate nell'ambito delle sale scommesse, delle slot-maschines e dei tavoli da gioco, esposte in una gabbia, quale metafora del rischio di dipendenza che può creare il gioco d'azzardo; nella seconda invece verranno proposte singolarmente, suddivise per stanze, le foto scattate al centro Bad Bachgard (Bolzano) specializzato nel recupero da dipendenze da gioco: lì, infatti, il ludopatico trascorre 80 giorni a disintossicarsi tra ippoterapia, danzaterapia e arteterapia, sempre comunque in attività di gruppo per sconfiggere la solitudine di cui diventa preda facile a causa del gioco fino a tornare ad essere finalmente una persona libera.
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