Profughi e tensioni a Vicenza e in tutto il Veneto, Zaia: ora basta
Venerdi 19 Settembre 2014 alle 14:25 | 0 commenti
Continuano le tensioni sulla questione dei migranti e il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia lancia un duro attacco all’Europa e al Governo italiano sulla situazione sempre più difficile che si registra a Vicenza, con le recenti polemiche sugli episodi avvenuti a Campo Marzo, e in diversi territori del Veneto, dove continua pressoché ininterrotto il flusso di profughi inviati nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. Di seguito il testo integrale del messaggio diffuso da Zaia.
"Ora basta, questa è una dittatura della confusione, alla quale, legittimamente e con il mio pieno appoggio, i territori cominciano a ribellarsi, da Vicenza a Verona, da Belluno, a Treviso, a Padova, con ottime ragioni, fino alla triste barzelletta del sindaco di Giazza, piccolo Comune in provincia di Verona, che ha saputo dell’arrivo di ben 22 profughi al bar del paese, non dallo Stato. Quello che avevo previsto fin dall’inizio si sta purtroppo verificando: centinaia di migliaia di disperati illusi di essere portati in paradiso e poi abbandonati a sé stessi; decine di Comuni messi in croce senza fondi e senza indicazioni precise; l’allarme sociale che cresce e comincia ad essere recepito anche con atti formali, come il no ai profughi votato dai Consigli Comunali vicentini di Tezze e Rosà . Mentre da settimane si azzuffano a Roma per nominare due giudici costituzionali, l’Italia affonda in Mare Nostrum! A Treviso come ovunque i profughi arrivano e subito dopo scompaiono nel nulla, cercando frontiere dove vengono respinti a calci da quell’Europa solidale che esiste solo nelle parole dei suoi super pagati burocrati, rivelandosi invece culla dell’egoismo, e finendo inevitabilmente per finire nelle maglie della clandestinità , o peggio della delinquenza, come a Vicenza, dove si scopre che le ‘bande del machete’ di Campo Marzo sono almeno in parte composte da ‘profughi’ arrivati anche poco tempo prima, e che la gang dei nigeriani che spacciava droga a fiumi in città era composta da soggetti in possesso di un permesso per motivi umanitari. Ergo: all’arrivo sulle nostre coste i controlli sono zero e i problemi se li sfangano i sindaci, le forze dell’ordine (come non avessero altro da fare), il volontariato, che butta il cuore oltre l’ostacolo ma non può fare miracoli.
Una soluzione seria è oramai urgentissima e non può che essere un forte coinvolgimento di tutta l’Europa, che deve togliersi, almeno in questo caso, l’atteggiamento da politicante burocrate, e creare una task force di Paesi solidali, ognuno pronto ad accogliere i migranti che chiedono di arrivarci, per quota parte e senza egoismi. A quel punto noi potremmo anche impegnarci nella prima accoglienza, ma potendoci organizzare sapendo che l’Europa c’è, e tutta insieme si adopera per dare una risposta civile al dramma e alle sofferenze di centinaia di migliaia di essere umani. Per ora però le non risposte del Governo italiano e dell’Europa sono invece tristemente incivili e paurosamente costose, tanto che i miliardi spesi e che si spenderanno per trattare questi uomini donne e bambini come bestie o quasi, potrebbero creare sviluppo, lavoro e salute se solo venissero usati per interventi nei paesi d’origine, a cominciare da acquedotti, ospedali, istruzione, formazione professionale. Sarebbero un aiuto concretissimo mirato allo sviluppo, invece vengono buttati letteralmente a mare senza risolvere assolutamente nulla".
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