Meridio: «Invaso antipiena? A Caldogno rincula. Meglio a Cogollo»
Lunedi 26 Novembre 2012 alle 14:45 | 0 commenti
«L'invaso antipiena di Caldogno senza dubbio ha una sua importanza, ma quello di Meda a Cogollo sul piano delle priorità prevale. Perché costa meno e perché i suoi benefici sono ben maggiori. Invito la regione nonché i sindaci dell'hinterland berico a fare una riflessione attenta perché non vorrei che le scelte annunciate recentemente sui media siano solo il frutto dell'emotività o di un calcolo politico».
Usa queste parole il consigliere comunale berico Gerardo Meridio (Pdl) il quale oggi ha passato buona parte della mattinata tra gli uffici municipali in cerca di carte, riscontri e atti ufficiali. E nel confezionare il suo monito, contenuto in due pagine dattiloscritte, Meridio cita uno studio commissionato dal “Consorzio di bonifica Medio Astico Bacchiglione†poi ultimato nel febbraio del 2004.
Il consigliere lancia così virtualmente la palla sul campo del primo cittadino, il democratico Achille Variati. Cita le 47 pagine redatte dal professor Vincenzo Bixio dell'università di Padova (riaggiorante in seguito dallo studio Altieri otto anni orsono) e spiega che il Bacchiglione è alimentato dal bacino di afferenza del Tesina e da quello del Timonchio. Spiega che in caso di piena il lento scorrimento a valle delle acque del Bacchiglione costituisce quello che i tecnici chiamano «rinculo del flusso». Una situazione che, «a fronte di situazioni gravi come quella del 2010» renderebbero utile ma non risolutivo l'intervento di Caldogno.
Meridio nello specifico cita il professor Luigi D'Alpaos e il suo famoso esempio, sempre riferito a Caldogno, dell'acqua che in caso della costruzione dell'invaso a nord di Vicenza scenderebbe «dalla gola alla cintola». Il consigliere del Pdl però non si ferma e va oltre. «L'invaso realizzabile a Meda, il quale lambisce anche una piccola porzione nel comune di Velo, nella ex cava della Beton Rossi spa di Piacenza non è un Ufo. Da anni è inserito nel piano triennale delle opere regionali. Ha un costo stimato pari a una quarantina di milioni di euro. Lo stesso che si prevede per Caldogno, per il quale si raggiunge la somma di 41. Ma il prezzo unitario - sottolinea il consigliere - è nettamente a vantaggio di Cogollo poiché siamo di fronte, alla grossa ad una cifra di 4,2 milioni di euro per milione di metri cubi d'acqua in capienza contro una cifra di 14 per Caldogno. Insomma - aggiunge Meridio - il prezzo dei due bacini è pressoché identico ma a Cogollo l'acqua trattenuta è tre volte tanto e anche più».
Appresso però lo stesso Meridio, che a breve informerà con una missiva i sindaci di Vicenza, Caldogno nonché il presidente della regione Veneto Luca Zaia (Lega) fa anche un ragionamento più ampio: «La cava Beton Rossi costa meno perché il cosiddetto buco già c'è. Basta costruire alcune barriere aggiuntive. Di più, la natura ghiaiosa del sito permetterebbe due processi insieme distinti ma complementari. La ricarica della falda valle in previsione di estate secche, con tutti i benefici per il mondo agricolo. Il filtro comunque di possibili inquinanti operato dalla natura geomorfica del materiale ghiaioso in ragione del fatto che i punti di ricarica della falda sono comunque dislocati ben più a valle».
Poi Meridio (in foto) si concede una postilla: «Troppo spesso le cave vengono trasformate in discariche. Poiché la cosa, nel caso di Cogollo non è ancora capitata, mi auguro che si sfrutti quella depressione in modo saggio e intelligente». Il consigliere in ultimo ha commentato il balletto di cifre apparso sui media relativamente all'invaso di Caldogno. La regione parla di 42 milioni di euro. Il prefetto per l'emergenza Perla Stancà ri in diverse occasioni ha parlato di dieci. «Mi auguro - sottolinea l'esponente del Pdl - che anche in questa circostanza le autorità competenti facciano chioarezza». E alla fine non manca una bordata al primo cittadino: «È inutile che Variati vada di persona... o nomini un consulente... basta pagliacciate. Prenda e solleciti i progetti già esistenti; aveva due anni e i soldi. E non ha fatto nulla».
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