Meridio e il dopo alluvione: Variati non volle l'aiuto Usa per ingraziarsi i No Dal Molin
Martedi 12 Luglio 2011 alle 20:41 | 0 commenti
Sono ancora vive le polemiche sugli interventi post alluvione, ben organizzati quelli del Comune e umanamente fantastici quelli della gente, ma privi della presenza dei militari Usa della Ederle, che magari avrebbero potuto alleviare più rapidamente le sofferenze. Su questo punto torna (con un'intervista che vi invitiamo a seguire qui) Gerardo Meridio, consigliere comunale del Pdl, che, dopo la giustificazione pubblica da parte di Variati del non coinvolgimento dei marines ("il tavolo valutò troppo complesso il loro utilizzo per richieste e autorizzazioni da ottenere"), presentò un'interrogazione con risposta scritta al sindaco Variati.
"La risposta è arrivata dopo mesi in questi giorni - dichiara Meridio - e il sindaco riafferma quanto già disse pubblicamente ma senza convincermi. In occasione del ‘bomba day' gli americani, oltre 1.000, aiutarono la precedente amministrazione a sgombrare di fatto la città e questo dopo una semplice richiesta avanzata al prefetto di allora, che fece in un giorno i passi ufficiali richiesti. La mia sensazione rimane quella che Variati non abbia voluto l'aiuto Usa per non scontentare le frange più dure dei No Dal Molin. Un intervento umanitario dei soldati americani ne avrebbe dato un'immagine ben diversa da quella propagandata come negativa per la costruzione della nuova base!".
Ancora non è sanata, quindi, la ferita dell'alluvione del 1° novembre 2010. E questo vale non solo per le polemiche ma anche per i rimborsi ampiamente ridotti rispetto a quelli promessi, senza proteste reali da parte degli amministratori locali, da Zaia a Variati, che li avevano sbandierati come un successo. Ma vale soprattutto per le opere da mettere in progettazione e, quanto prima possibile, in cantiere per sanare una situazione idrogeologica a dir poco tragica. La sua origine, prima ancora che nei cambiamenti climatici, tutti da verificare, trova oggettivi riscontri nella violenza fatta al territorio da costruzioni forsennate d'ogni tipo, civili e industriali, e nell'area Dal Molin dalla "copertura" della falda con colate di cemento senza nessuno (o quasi nessuno) di tutti quei controlli e quelle autorizzazioni che avrebbero vincolato la costruzione anche di una sola casetta da parte di un comune mortale.
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