Mercato del lavoro, l'ultimo bluff di Berlusconi
Giovedi 3 Novembre 2011 alle 20:44 | 0 commenti
B. annuncia l'ennesima fiducia sul dl stabilità . Ma la maggioranza perde due deputati. Mistero sulle misure: voucher, job on call, addio contributi per l'apprendistato. Entro due settimane saranno definite al Senato
Silvio Berlusconi non molla. O meglio, prolunga la sempre meno lenta agonia del suo governo. Che continua a perdere pezzi di maggioranza in Parlamento. Il premier ha annunciato ai partner dell'eurozona presenti al G20 di Cannes che il governo porrà la fiducia sul dl Stabilità e sull'emendamento approvato dal Consiglio dei ministri.
Berlusconi, riferisce l'Ansa, ha spiegato che verosimilmente entro 10-15 giorni le misure contenute nell'emendamento saranno determinate e definite. L'emendamento dovrebbe essere presentato al Senato tra martedì e mercoledì prossimi.
Ma alla Camera Berlusconi rischia di andare sotto la quota di maggioranza assoluta: quei 316 deputati raccolti l'anno scorso, il 14 dicembre 2010. Oggi pomeriggio, infatti, altri due deputati sono passati dal Pdl all'Udc: Alessio Bonciani e Ida D'Ippolito. Ne ha dato notizia su Twitter Roberto Rao, braccio destro di Pier Ferdinando Casini.
Niente decreto. Solo un maxi emendamento al dl stabilità . Il governo non ha la forza per prendere decisioni, questo ormai è sotto gli occhi di tutti. Ultima grana per l'esecutivo, una nuova lettera degli "scontenti" Pdl in cui si chiede un atto discontinuità con l'allargamento della maggioranza. Così, all'indomani dell'inutile Consiglio dei ministri del 2 novembre, il premier Silvio Berlusconi è partito per il G20 di Cannes con le solite promesse ma senza nulla di concreto per le mani. Berlusconi ha anche annunciato ai partner europei la ferma determinazione del governo ad aprire una trattativa sulla riforma del mercato del lavoro con i sindacati.
È terminato nel frattempo il giro di consultazioni informali convocate dal Quirinale. Gli obiettivi della lettera all'Europa "sono seriamente riconosciuti come impegnativi dal più ampio arco delle parti politiche e sociali", afferma in una nota in capo dello Stato. Ma ciò che emerso con chiarezza è che Pdl e Lega non appoggeranno mai un eventuale governo tecnico o di larghe intese: questo hanno ribadito Bossi e Alfano al capo dello Stato.
Resta il giallo sulle nuove misure anti crisi. "A oggi ancora nessuno ha potuto leggere un documento in cui ci sia scritto cosa vuol fare il governo", osserva il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. Secondo le indiscrezioni pubblicate oggi sui giornali c'è poco di cui stare tranquilli, soprattutto per il mondo del lavoro.
Si ipotizza un nuovo ricorso ai voucher, al part time e al lavoro a chiamata, cioè le forme più precarie di occupazione esistente. Si è parlato anche di licenziamento dei lavoratori pubblici che non accettino trasferimenti. Inoltre l'azzeramento dei contributi per l'apprendistato, se non sarà collegato alle assunzioni, porterà poco o nulla. E l'aumento dell'1% dei contributi per i collaboratori certamente non basterà per la loro pensione futura. Anzi sembra l'ennesima misura per fare cassa.
"Se queste saranno le norme per il lavoro - sostiene Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil - da quell'80% di nuove assunzioni che già oggi avviene con lavoro precario si salirà ancora. Lo slogan del lavoro qualsiasi pur di non lavorare in nero ha per adesso prodotto tre milioni di lavoratori in nero, tre milioni di precari e si vuole continuare. Il giudizio sul perché il governo se ne deve andare prima di fare ulteriore danni è nelle cose"..
Da Rassegna.it
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