Medioevo, il futuro di Vicenza
Sabato 11 Settembre 2010 alle 23:59 | 0 commenti
Stasera passeggiando per Corso Palladio, Piazza dei Signori e Piazza Matteotti la prima riflessione che veniva spontanea era quella sul salto epocale fatto, in soli due mesi. Allora la città era assorbita dalle polemiche sul Canceeto e sui bar rumorosi e 'circondati' dai ragazzi dello spritz, con quelli maleducati in guerra con i benpensanti del centro e con gli altri, i tantissimi nostri bravi giovani, privati dell'unico modo di stare insieme e godersi il centro.
Stasera, invece e a solo 2 mesi di distanza, dopo il Giro della Rua e la Festa dei Oto e insieme ai tanti avvenimenti ideati in questo week end intorno e con la Fiera (e, anche se non in centro, con la cornice più 'impegnata' del Festival NoDalMolin), la città ritrovava la sua gente, gli antichi rumori, i vecchi suoni e le dimenticate luci. Vicenza, insomma, riscopriva, ancora una volta in pochi giorni, le emozioni mettendo in piazza l'Antico mercato della Serenissima. Insomma il medioevo si mostrava ai vicentini e ai tanti fieraioli finalmente attirati in centro da un avvenimento degno di questo nome.
E i concittadini di Variati cominciano a chiedesi se il futuro non possa essere anche (lo sfruttare) il medioevo, 'questo medioevo' messo in piazza con sapienza, ma anche con cuore. Incominciano a capirlo da stasera i commercianti del centro, gli organizzatori dell'evento, anche se, bisogna dirlo, non ancora abbastanza presenti con le porte aperte a sfruttare l'afflusso di persone. Gli sforzi di Anna Jannò e Antonio Santagiuliana, le due anime delle Vetrine del Centro, e dell'Assessore Tommaso Ruggeri, con tutta l'amministrazione coscientemente impegnato a promuovere sinergie in carenza di risorse fisiche ( = euro), hanno cominciato a ridare smalto al centro di Vicenza e alle sue bellezze, sempre nascoste dalle fabbriche. Ma ora, con le fabbriche chiuse, in chiusura o, peggio, da tempo ‘esportate' (c'è chi dice delocalizzate, ma è pura ipocrisia!), sono proprio queste bellezze le prime risorse da sfruttare per disegnare un nuovo modello di economia, integrata alla precedente.
Stasera, come promesso, lungo le strade del centro si son potuti acquistare oggetti di artigianato artistico (con l'utile della manifestazione alla Fondazione Città della Speranza), ammirare parate e giochi di bandiera, spettacoli di armi, fuoco e magia, trampolieri e giocolieri, saltimbanchi e acrobati.
E la gente, numerosa, nonostante la concomitanza della ben più radicata Antica Fiera del Soco a Grisignano (lo scorso anno 6 milioni di auto sono transitate per quel casello!), ha potuto anche assistere a rappresentazioni con arie e racconti rinascimentali italiani ed europei, ha potuto fare giri a cavallo, mentre alla Ca' d'Oro del conte Francesco da Schio i costumi rinascimentali facevano bella mostra di sé.
 Ma si sono visti, io dico soprattutto, le ‘ricostruzioni' vive, perché veramente all'opera, delle attività di un tempo.
C'era chi mostrava come si producevano i colori, chi scriveva sulle antiche carte e su medaglioni, chi filava le corde, chi arrostiva spiedini, chi friggeva le fritole di pomi, chi accudiva semplici animali, come l'antico musso e capre e anatre, che forse i nostri ragazzi neanche più conoscono dal vivo.
EÂ chi faceva giocare con i semplici attrezzi di un tempo, quando Internet non c'era, ma i rapporti e la comunicazione erano reali.
Come descrivere le emozioni provate?
Solo invitando tutti a viverle in prima persona domani, quando il medioevo rivedrà ancora la luce a Piazza dei Signori e dintorni con la Rua del 1444 a ricordare che la giostra della vita può e deve tornare a essere bella reinventando un futuro fatto anche del passato (e, perché no?, di alcuni suoi valori).
Il passato dell'Italia e di Vicenza non è copiabile né riproducibile. E' storia.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.