Medici ed infermieri se ne vanno, Daniela Sbrollini: la “tempesta perfetta”, negli ospedali vicentini mancano oltre 190 medici
Giovedi 4 Ottobre 2018 alle 12:07 | 0 commenti
I medici se ne vanno – sostiene in una nota la senatrice Pd Daniela Sbrollini che condivide la preoccupazione di operatori, sindacati, ordini professionali - e non verranno sostituiti. Il grido di allarme che da tutte le parti viene lanciato per cercare di smuovere il sistema Sanitario Nazionale e Regionale non viene ascoltato. Anche a Vicenza il Presidente dell’Ordine di medici Michele Valente è spaventato per il futuro dei servizi al cittadino. Con l’introduzione della quota 100 se ne andranno in pensione centinaia di medici ed il nostro territorio rimarrà senza operatori.
Qualcuno l’ha chiamata la “tempesta perfettaâ€. I numeri chiusi per le iscrizioni a Medicina, l’insufficiente numero di borse di studio per le specializzazioni, l’impossibilità dei medici di fare esperienza, il blocco delle assunzioni in seguito alla legge Berlusconi-Tremonti che blocca la spesa sanitaria al livello di quella di 14 anni fa si sommano alla certezza della fuga verso la pensione di centinaia di medici a partire dal prossimo anno.
E’ certo che in queste condizioni anche a Vicenza ed in provincia non sarà possibile garantire un servizio adeguato sul terriotrio e nemmeno in alcuni reparti ospedalieri come i Prontosoccorso.Â
Il Ministro Grillo tace. Batta un colpo. E Zaia alzi la voce, si faccia sentire; in fondo ora c’è un Governo per lui Amico.
Già tutti evidenziano una carenza sul territorio che va aumentando. Le “medicine integrate†e gli ospedali di Comunità , perno del Piano regionale 2013-2018 sono stati realizzati un po’ di qua un po’ di là , senza convinzione. Ora la stima dei medici in pensione nel Veneto dice 10 mila, per i prossimi 5 anni. Dieci mila medici che in gran parte non saranno sostituiti.
Garantire un adeguato servizio ai cittadini, soprattutto agli anziani sarà concretamente impossibile.â€
Conclude la Senatrice Sbrollini: “In questa Finanziaria il Governo finanzia l’assistenzialismo fine a sé stesso. Quei soldi potrebbero essere utilizzati meglio per pagare operatori sanitari, dunque nuovi assunti, al Sud come al Nord e così sarebbe anche migliorato un servizio che è necessario ad una popolazione che tende ad invecchiare e conseguentemente chiede maggiori servizi sociosanitari.
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