Mcs lascia Valdagno: lavoratori e Ginato sul piede di guerra
Giovedi 18 Giugno 2015 alle 20:45 | 0 commenti
Riceviamo dai lavoratori e dalle lavoratrici MCS Valdagno e pubblichiamoÂ
I dipendenti di MCS riuniti in assemblea sciopero in data odierna proclamato a seguito dell'incontro avvenuto in confindustria - il 15/06/2015, hanno RESPINTO la decisione del trasferimento a Mestre sulla base delle motivazioni e nei tempi dichiarati dalla direzione, richiamando l'azienda al rispetto dell'accordo 2013 e degli impegni in esso contenuti.Â
La decisione dell'azienda, se non FERMATA, creerà enormi DISAGI oltre che PESANTI ONERI ai dipendenti e alle loro famiglie. Vi è poi la forte convinzione che una data così prossima come il 1°settembre avrà un tragico impatto sul business MCS, già duramente provato da quasi due mesi di stallo, dovuti, in particolare, dalle pesanti problematiche nel processo di cambio del sistema informatico. Ribadiamo, quindi, che le motivazioni fornite dall'azienda sul trasferimento non sono né esaustive, né sostenibili. I tempi proposti sono irrispettosi nei confronti dei lavoratori ed incoerenti con la volontà dichiarata da parte dell'azienda di giungere ad un accordo tra le parti. I dipendenti chiedono all'azienda di fornire un programma serio e dettagliato di costi e benefici che tenga conto degli aspetti diretti e indiretti che un tale spostamento porterebbe all'azienda, comprese le eventuali ricadute negative e un piano industriale a lungo termine per MCS che permetta di capire le intenzioni sul futuro del marchio, al momento davvero poco chiare.
I lavoratori e le lavoratri MCS Valdagno.
Il deputato del Partito democratico Federico Ginato interviene a seguito dell'annuncio del trasferimento della Mcs da Valdagno a Mestre: ipotesi che mette a rischio 101 posti di lavoro
Vanno attivati subito tutti i possibili strumenti per un confronto serio e responsabile che consenta di valutare soluzioni e possibilità di scongiurare una scelta imprenditoriale che ha ricadute davvero pesanti per il sistema produttivo della città ma soprattutto per tante famiglie" spiega Ginato che già negli ultimi anni aveva seguito da vicino la vicenda. "Con questo annuncio l'azienda non sta di fatto dando seguito agli impegni che erano stati presi in passato, quando era stato assicurato il mantenimento del sito produttivo. Spostare tutto a significherebbe aver comprato il marchio e voler buttare a mare tutto il resto: come la storia, le professionalità e le competenze. Per questo garantisco la massima disponibilità e sostegno ai rappresentanti dei lavoratori e all'Amministrazione comunale che ha già annunciato.Â
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