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Matteo Salvini e gli “zingari”, dimenticare è un crimine

Di Giorgio Langella Martedi 19 Giugno 2018 alle 17:25 | 0 commenti

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Ricordate che tutto questo è successo. Ricordate che le persone venivano contrassegnate con triangoli di vario colore. Ricordate che venivano marchiate con un numero. Ricordate che, a loro, veniva tolta qualsiasi umanità. Ricordate che i loro corpi venivano distrutti perché, di loro, non doveva restare neppure il ricordo. Ricordate che il triangolo di colore marrone era il contrassegno degli “zingari”.

Ricordate che il 16 maggio 1944, circa quattromila uomini, donne, bambini e bambine, sinti e rom internati nel campo di concentramento di Auschwitz, decisero di lottare per la loro vita e si scagliarono – usando pietre, mattoni, spranghe e armi rudimentali – contro gli aguzzini nazisti che, secondo quanto stabilito, li avrebbero condotti alle camere a gas e dettero vita ad un’eroica e disperata insurrezione.

Ricordate che, nella notte tra il 2 e il 3 agosto del 1944, nel campo di sterminio di Auschwitz – Birkenau, furono massacrati 2.897 uomini, donne, bambini e bambine per “la colpa” di essere “zingari”. Così come gli ebrei, anche rom e sinti, quelli che vengono definiti “zingari”, furono oggetto della “soluzione finale” nazista che prevedeva il loro completo annientamento. Il genocidio degli “zingari” da parte dei nazisti viene ricordato (ma, forse, sarebbe più corretto dire “dimenticato”) con il termine Porrajmos produsse lo sterminio di tre quarti della popolazione e viene stimato con un numero compreso tra i 500.000 e un milione di morti.

Di fronte alle ignobili dichiarazioni, razziste e prive di umanità, di Matteo Salvini sugli “zingari”, è necessario ricordare. Contrapporre la memoria della storia, a chi si erge, oggi, a novello “difensore degli italiani”. Le leggi razziali, i censimenti e le schedature per etnia, religione, convinzioni politiche, orientamenti sessuali non possono essere tollerate in un paese anche solo minimamente civile. Quello che avanza, con il governo Lega-M5S non è “il cambiamento” ma il ritorno a concezioni aberranti proprie del nazi-fascismo.

Ogni democratico non può restare indifferente. Deve vigilare e lottare perché quella storia che metteva in pratica la “soluzione finale” e l'annientamento di interi popoli, non possa ripetersi.

Mai più.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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