Massone, Filippi e Preto: tempi supplementari. I tifosi vogliono riaprire il cassetto dei sogni
Sabato 13 Novembre 2010 alle 03:42 | 0 commenti
Giornata di attesa per il toto proprietà nel Vicenza Calcio. Visti o polveri vulcaniche hanno ritardato l'arrivo dei possibili soci asiatici del senatore Alberto Filippi. Il mancato arrivo (secondo il presidente Preto) di ‘solide' testimonianze di interesse da parte del gruppo Massone ha messo in almeno apparente stand by le trattative con l'agente Fifa ex manager del Livingston.
E se in questa fase calda (o fredda, fate voi) delle trattativa, Massone da mercoledì, data del nostro colloquio con lui, ha poco da dire, Alberto Filippi da tempo ci ha abituato a dichiarazioni, diciamo, scarne: "Non ho più voluto parlare anche perché qualcuno mi ha accusato, all'inizio delle trattative col Vicenza, di volermi fare pubblicità . A me, per le cose importanti piace fare, molto meno parlare. E anche adesso il solo vedermi a Piacenza ha portato a fare illazioni che non possono avere origine da un fatto così semplice, come l'essere andato sotto lo sguardo di tutti a tifare biancorosso con miei amici piacentini!"
Visto che non dice ma parla, ne approfittiamo per fargli una domanda sul suo amore per i colori biancorossi, domanda banale quanto volete, ma dalla cui risposta, stavolta i tifosi, potrebbero trarre qualche illazione. "Ovvio che sia tifoso e non poco! E mi piacerebbe anche vedere più spesso la squadra, ma me lo impediscono i miei impegni imprenditoriali a Vicenza, quelli politici a Roma, specialmente in questo momento di difficoltà in cui Vicenza ha bisogno ancora di più di tutti i suoi parlamentari, e l'eccesso di attenzione intorno a me se andassi allo stadio con maggiore assiduità ".
Insomma bocche (quasi) cucite da parte delle due cordate. Ma se verrà fischiato l'inizio dei tempi supplementari della lunghissima partita della cessione, gli umori (e i rumori) della piazza potrebbero avere un loro peso, quello che spesso hanno nel mondo del calcio.
E questo potrebbe essere un vantaggio per Filippi presidente nei confronti di un Preto voluto al suo attuale posto dalla cordata romana che di un riferimento sul territorio ha dichiarato con lucidità di aver bisogno. Preto è sicuramente il riferimento (se non il titolare diretto o indiretto) dell'attuale proprietà , sulla quale stranamente non ha mai voluto rispondere ai nostri semplici quesiti ‘tecnici'. Così come può essere un riferimento di alcuni interessi locali (magari intorno a quanto nascerà intorno al nuovo stadio), anche se Massone continua a insistere su un suo progetto puramente sportivo, che pure fino ad oggi non trova riscontri in Italia in un calcio che è tutto fuorchè un puro business. Ma che il presidente Preto sia un riferimento anche per i tifosi è più difficile. Il loro amore mai compiutamente sbocciato verso il ‘vecchio' Cassi è ancora più improbabile che nasca per un Preto sentito giustamente per quello che è: una persona comunque molto legata al vecchio presidente e un abile manager/imprenditore, che poco si fa e si farebbe condizionare da pulsioni di passione.
Mentre Alberto Filippi, pur se mosso probabilmente anche lui da varie motivazioni, (molto più) istintivo lo è. E, si sa, i tifosi amano i presidenti animati anche loro dal sacro fuoco della passione, la molla che fa scattare, magari, qualche follia sul mercato e, di conseguenza, qualche sogno di gloria.
Da troppo tempo, infatti, i tifosi vicentini i sogni li hanno riposti in un cassetto! Da quando il vecchio Lane, la nobile provinciale, è passato dalle mani di un presidente tifoso come il mai dimenticato Pieraldo Dalle Carbonare in quelle di società ‘scatole', l'Enic prima, la catena di fiduciarie ora.
Filippi questo lo sa e, magari, per aprire le porte del Vicenza potrebbe usare anche il grimaldello dei tanti, troppi cassetti chiusi, pieni di possibili affari, quelli degli attuali proprietari, di sogni in biancorosso, quelli dei tifosi. A meno che Massone, che di affari, almeno, calcistici ne mastica, quei sogni non li possa alimentare con maggiori argomenti.
Nel frattempo è meglio pensare realisticamente al Modena e, nel dubbio del no contest finale, augurare lunga vita all'unico presidente certo: Danilo Preto.
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