Marmo in crescita, ma macchine per il marmo addirittura a passo di carica
Mercoledi 17 Settembre 2014 alle 09:24 | 0 commenti
di Katy Mandurino
Un segmento del made in Italy (particolarmente interessante per il Vicentino, Valle del Chiampo in primis, ndr) che non smette di registrare performance positive e che si rivela sempre vincente, grazie alla qualità del prodotto, alla tecnologia e al traino dei mercati esteri in crescita. È quello dell'industria lapidea italiana, che fa registrare un export di marmi e tecnologie del valore di 1,4 miliardi di euro.
Da gennaio a giugno 2014, il marmo tricolore ha venduto all'estero prodotti grezzi e finiti per un valore di 929,7 milioni di euro, in aumento del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2013. Successo oltreconfine conseguito anche per il comparto delle macchine e attrezzature complementari, settore che, in sei mesi, ha totalizzato 478,3 milioni di euro, in crescita del 7%. Sono questi i numeri con cui il settore nazionale della pietra naturale - quinto al mondo per dimensione - si presenta alla 49° edizione di Marmomacc, la più importante manifestazione internazionale per la filiera del marmo e dei graniti, in programma alla Fiera di Verona dal 24 al 27 settembre.
Nel dettaglio, per i prodotti lapidei e semilavorati, che comunque continuano a sostenere il comparto (secondo i dati Istat elaborati dall'Osservatorio Marmomacc), l'export ha frenato la corsa, fermandosi a 724 milioni di euro (+1,6%) - principalmente a causa della stabilizzazione del mercato statunitense (+0,1%) e di quelli dell'est Europa e dei Balcani che si assestano intorno ai 71 milioni di euro, ma non dell'Ucraina che, a dispetto della situazione di crisi interna, ha aumentato del 37,8% l'import di marmo lavorato dall'Italia, per un totale di 5,4 milioni. Anche in Medio Oriente la richiesta di materiali italiani cala, in particolare in Arabia Saudita, Kuwait e Qatar (-8,5%). Mentre si è ripreso il mercato europeo, storico e più importante sbocco per la pietra lavorata made in Italy: l'Europa, che raggiunge quasi i 310 milioni di euro di ordinativi, è in crescita del 4,5%. Merito soprattutto del +5% della Germania. E conferme arrivano anche dall'Africa, in particolare da Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto e Libia, dove le aziende italiane del marmo hanno chiuso in sei mesi contratti per quasi 30 milioni di euro, il 18% in più rispetto all'anno precedente.
Ma i segnali migliori giungono dal comparto delle macchine e attrezzature per l'estrazione e la lavorazione dei materiali lapidei: i dati semestrali relativi all'export (dati Istat elaborati da Confindustria Marmomacchine) hanno fatto registrare un incremento in valore del 7% rispetto allo stesso periodo del 2013, passando da 446,8 a 478,3 milioni di euro. A trainare le vendite oltreconfine sono soprattutto Turchia (+36,4%), India (+145,6%) e Stati Uniti (+30,7%), mentre fanno segnare cali significativi il mercato brasiliano (-45,9%) e quello tedesco (-15,9%).
Operatori e buyers si incontreranno mercoledì prossimo a Verona, dove è presente l'intera filiera della pietra naturale: dai blocchi grezzi alle tecnologie di lavorazione. «Quest'anno, la principale novità è che Marmomacc si svolge contemporaneamente ad Abitare il Tempo, il salone b2b per gli operatori del contract d'arredo - spiega il presidente di VeronaFiere Ettore Riello -. Abbiamo voluto che il business della pietra naturale dialogasse direttamente con il mondo del contract e dell'arredo di interni. Le due eccellenze del manifatturiero sono complementari». All'edizione di quest'anno partecipano 1.480 espositori (+55% rispetto al 2013) da 57 paesi, con new entry da Afghanistan, Colombia, Malta, Messico, Thailandia, Ucraina e Zimbabwe. Mentre sono attesi oltre 56mila buyers.
Da Il Sole 24 Ore
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