Marita Busetti,VicenzaPiù 203: L'integrazione? Possibile con molti, non con tutti.
Giovedi 9 Dicembre 2010 alle 01:27 | 1 commenti
di Giovanni Coviello e Enrico Soli
Maria Rita "Marita" Busetti, la leghista che ama la cultura e i fucili, ha letto il Corano, andava a lezione da Toni Negri, non sente Vicenza come capoluogo, non ama i politici arrivati a Roma senza fare la giusta trafila, leghisti inclusi, si ricandiderà per completare il programma
Nata a Vicenza, carattere indocile per la scuola vicentina tanto da esserne allontanata (dice sorridente su ... Vicenza), ma diplomata con ‘encomio' a Portogruaro, poi laureata in letteratura italiana e storia, Maria Rita Busetti (ma anche nei comunicati si firma vezzosamente Marita) ha girato mezza Italia a seguito del padre militare prima di scoprire l'Alto Vicentino da insegnante delle scuole superiori.
A dire il vero il primo impatto con Thiene, la città della quale oggi è sindaco, non fu dei più felici: "Avevo studiato tre anni all'Università di Trieste prima di laurearmi a Padova - racconta oggi - Arrivare qui dalle città in cui avevo vissuto fu dura per me: non ero mai stata a Thiene e mi misi a piangere di fronte a quello che mi sembrava un paesetto sperduto. Nel 1972 mi iscrissi a Scienze Politiche, a Padova, ma mi fermai all'ultimo esame prima della laurea perché non mi serviva per lavorare ma mi bastava aver approfondito quello che mi interessava. Ricordo che tra i miei insegnanti c'era Toni Negri. Il mio sogno segreto però era Architettura, ma nel frattempo mi ero sposata con un artista e avevo avuto due gemelli (un maschio e una femmina, oggi ventisettenni)".
La Lega era ancora in là da venire. Può raccontarci il suo ingresso in politica?
È avvenuto nel 1992. Ero già innamorata del federalismo, proprio dal punto di vista storico, quindi ho pensato che la Lega fosse il partito giusto per me e mi sono iscritta. Nel 1993 mi hanno fatto subito segretario di sezione a Piovene. Nel 1994 a Thiene, dove insegnavo ormai da tempo, sono diventata assessore al sociale con il sindaco Maino. Come assessore ai lavori pubblici c'era Marino Finozzi. Abbiamo fatto un ribaltone, alle successive elezioni ha vinto Schneck e sono rientrata come vicesindaco. Finozzi invece ha seguito la Dal Lago a Vicenza. Mi sono fatta le ossa per cinque anni occupandomi di cultura, sociale, scuole, tutti i servizi al cittadino. Schneck è stato riconfermato, ma io sono andata a Vicenza a fare l'assessore provinciale ai trasporti con la Dal Lago. E lì mi sono "scornata" con Cicero. Nel 2007 la Lega mi ha candidata sindaco senza l'appoggio del PdL, al quale non piaccio. Ma non ho mai avuto la paura di poter perdere perché mi ero fatta conoscere dalla mia gente negli anni precedenti. Sono vicepresidente dell'Anci e vedo che soldi non ce ne sono più. Sono quindi più che mai convinta che senza il federalismo siamo destinati ad affondare.
Non crede che da queste parti oggi si stia pagando, oltre che la crisi, anche la delocalizzazione poco lungimirante dei nostri imprenditori?
Sono convinta che la crescita dell'economia qui sia stata anomala. Tutti quelli che avevano un'idea hanno potuto fare la loro fabbrica. Ma l'imprenditorialità del "fai da te" può andar bene fino ad un certo punto. Quando l'azienda cresce bisogna passare dalla conduzione familiare a quella manageriale. Una parte è riuscita a fare questo salto di qualità , altre aziende, di fronte alla crisi non ce l'hanno fatta. A Thiene abbiamo il 14% di cittadini stranieri, di tante etnie diverse, e le ho conosciute tutte. Sono molto preoccupata perché oggi molti extracomunitari sono rimasti senza lavoro. Posso dire che tra gli stranieri c'è tanta brava gente, ma ci sono anche molte persone che non accettano le nostre regole. Mi riferisco soprattutto a magrebini, marocchini e tunisini, che per religione non accettano l'integrazione. Mi sono anche documentata, ho fatto studi abbastanza approfonditi sulle religioni, ho letto il Corano e posso garantire che purtroppo con loro non è possibile dialogare. La sera in cui incontrai gli islamici, l'imam del territorio mi rimproverò per non aver invitato solo lui. Avrebbe voluto scegliere lui, infatti, chi portare all'incontro. Gli ho risposto che io invito chi voglio e, quindi, tutti. Abbiamo ospitato dei convegni sull'islam e devo dire che sono stati la cosa più traumatica della mia vita. L'imam di Trento infatti mi disse che noi italiani saremmo diventati un'enclave. È vero: loro fanno quattro figli invece che due e poi vengono qui a piangere perché non sanno come mantenerli. In questa società quattro figli non te li puoi permettere. Poi succede che per non pagare l'affitto occupino abusivamente una casa chiusa e poi mi chiedano la cittadinanza. Se lo fa un italiano, cosa succede? Dov'è l'uguaglianza? Sono famosa per il regolamento durissimo che ho redatto assieme al comandante di polizia e che prevede sanzioni anche per chi bestemmia e sputa. E' un modo per provare a far comportare tutti come siamo abituati a comportarci noi.
La Lega a Roma quanto è vicina alla Lega presente sul territorio?
Devi stare al governo se vuoi cambiare le regole, magari ingoiando anche qualche rospo. Non mi piacciono però i politici, leghisti e non, che vanno a Roma senza prima aver fatto esperienza come amministratori. Non dovrebbe essere la tessera in tasca a fare il politico. Non sopporto più questa classe politica, anche se gente come Maroni quando viene sul territorio si mostra molto partecipe
Quali sono i suoi obiettivi personali e politici?
Quello personale è una piccola casa di legno in montagna. Quello politico, giunta al quarto anno da sindaco, è di poter fare un altro mandato. Certi progetti infatti richiedono altri cinque anni specialmente ora le che risorse sono limitate. Ma non so come mi ricandiderò, se con la Lega, da sola o in coalizione, oppure se con altri, devo rifletterci.
Passioni extralavorative?
Per quindici anni ho fatto arti marziali, ma da tre anni ho il porto d'armi e uso molto con i fucili. Sparare mi affascina perché richiede grande attenzione e sangue freddo. Poi mi piace molto volare con il parapendio, camminare in montagna e in generale muovermi perché sono un tipo irrequieto.
Rapporto con la Chiesa?
Collaboro molto con i sette parroci. Ritengo fondamentali tutte le cerimonie, perché l'educazione del giovane deve avere dei paletti.
E quello con il tricolore?
Non mi piace l'inno nazionale, ma solo perché è brutto, è una marcetta che sfigura rispetto ad altri inni, tipo quello inglese o quello americano. Ma nelle occasioni nazionali ufficiali viene suonato.
Idee chiare, quindi, quelle dell'indocile professoressa sindaco della Lega (per ora...), che si distingue da altri politici locali per la sua esperienza amministrativa e la sua cultura, oltre che per la sua vicinanza alla gente: "i miei studenti sono venuti in lacrime sotto casa mia, in ... affitto, quando per far bene prima l'assessore provinciale, poi il sindaco mi sono dovuta mettere in pensione, sia pure col minimo!".
Ecco le sue pillole finali: "l'aeroporto di Thiene? Ha 19.000 tra atterraggi e decolli all'anno da quando il Dal Molin ha chiuso, va bene così, con la sua pista attuale, manca solo una strada d'accesso più larga"; "Cicero? Incoerenza e legami con interessi privati"; "Schio e Thiene? Collaboriamo, ma la loro è una storia e una cultura operaia e industriale, la nostra è commerciale e borghese"; "Vicenza? E' troppo chiusa culturalmente in se stessa e nessuno la sente come il capoluogo della provincia, fatta di tanti poli importanti ed economicamente e organizzativamente autonomi".
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