Mariastella come la Gioconda
Venerdi 3 Settembre 2010 alle 22:40 | 0 commenti
Nella mia ignoranza dell'arte e stante la relatività della bellezza femminile (non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace; oppure, ogni scaraffone è bell'a mamma soia), non so se sarà un confronto coerente coi canoni, per quanto labili: Mariastella = Gioconda
Piano, ragazzi, non correte con la fantasia! Il parallelo, per me, esiste solo nell'espressione, il punto focale di tutte le critiche al Dipinto per antonomasia. Noterete, nell'espressione di Monna Lisa del Giocondo, alcunché di non umano o sovrumano o paraumano (divino direi di no, anche perché dio è maschio) o quel C. che volete. Sicuramente, la misteriosa espressione, dopo tutte le supposizioni, potrebbe essere anche uno scherzetto di quel toscanaccio maledetto di Leo detto da Vinci. Una fottitura in piena regola, di quelle che lasciano il segno, soprattutto sotto forma di ferite nell'orgoglio dei critici. Pensate un po' se quell'espressione fosse l'effetto di un espletando bisogno corporale, o di una carezza a tradimento che sul quadro non si vede perché a mezzo busto ... ce ne sarebbe da dire.
Ora mi chiederete che c'azzecca la Mariastella. Ma come, non avete notato l'espressione? Per me ha del leonardesco, ha del giocondesco, ha del mon(n)esco. Espressione più intelligente mai il mondo vide. Ma la caratteristica che l'accomuna con la Lisa si è che è un'espressione sempre uguale a se stessa. Un po' come D'Alema, se vogliamo; con quella bocca a fessura e il nastro registrato che gira dietro ai denti (ne fanno spesso di questi impianti ai politici, non sto a dirvi di quelli che si fanno fare al cervello). Quella volta che ha mandato a farsi fottere il giornalista che gli chiedeva spiegazioni sul famoso appartamento, non è stata una mancanza di fair play, solo che il nastro era finito e ha dovuto arrangiarsi. Ma non è del Massimo che volevo parlare, torniamo a Maria Stella. Dicevamo l'espressione sempre uguale a se stessa. Se confrontate centinaia di foto mi darete senz'altro ragione. Confronti tipo RIS di Parma hanno dato il risultato che dico io. Quello che non sono riusciti a notare è l'intelligenza che sprizza da tutti i pori. Quelli del RIS, da me interrogati, hanno risposto che non hanno notato intelligenza di sorta per il semplice motivo che non ce n'è.
E' qui che do' torto ai RIS. Come si fa a dire che la Mariastella non è dotata d'intelligenza, quando sa così bene far quadrare i conti di Tremonti? Sono operazioni facilissime, oltretutto: cavare miliardi alla scuola pubblica per darli alla scuola privata (ops, cattolica); diminuire il numero degli insegnanti, ma aumentare quelli di religione (ai quali miracolosamente lievita anche lo stipendio, tipo moltiplicazione dei pani e dei pesci); eliminare ormai fisicamente i precari (anche perché imprecano, e una punizione la si deve pur dare). E poi, con che soavità ha comunicato la sua decisione ai giornalisti: "No, i precari non li vado a trovare, non voglio parlarci assieme". S'intende a quelli che stanno facendo lo sciopero della fame da quindici giorni. Un sistema elegante per cavarsi le castagne dal fuoco, non c'è che dire.
Ministra, un consiglio ai precari?
Ma che vadano a scopare il mare.
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