Manovre e corridoi
Domenica 20 Maggio 2012 alle 22:32 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 234
Mentre la politica provinciale è alle prese con gli effetti dirompenti del voto amministrativo del 6 e 7 maggio, quella del capoluogo sembra inseguire le tensioni vere o presunte della compagine democratica che regge l'amministrazione comunale berica. E di riflesso tutto ciò che alla lontana o alla vicina le ruota attorno. L'ultimo convegno messo in calendario dall'associazione vicentina "11 Settembre", volente o nolente, ha finito per essere l'ultimo terreno di scontro nel sottobosco locale. Dei dettagli spicci sono piene le cronache locali, ma non sono queste la pietra angolare della querelle in atto.
L'associazione infatti ha tutti i sacrosanti diritti di considerare degna di cittadinanza la sua iniziativa. Allo stesso modo il mondo che fa riferimento al gruppo dei No Dal Molin ha tutti i diritti di biasimare la Curia per avere pensato di ospitare il forum poi spostato alla sede dell'Assoartigiani di Vicenza.
Pari, patta e palla al centro sembrerebbe di capire. E invece le cose non stanno così. La prima stranezza sta nel no apparentemente immotivato dal vescovado (la sala delle opere sociali è infatti della diocesi) all'assise organizzata da Mario Giulianati e Ubaldo Alifuoco. Il mondo laico e in particolare e ancor di più quello che ruota attorno ai "No Base" non ha mai goduto di particolari entrature presso la curia di sua eminenza reverendissima. E poi ci sono anche i trascorsi non proprio tranquilli della visita dell'ex vescovo Cesare Nosiglia, bacchettato garbatamente e simbolicamente in sala Bernarda, dal pubblico contrario alla Ederle bis. Chi non ricorda (Vicenzapiu.com del 29 ottobre 2010) il botta e risposta tra la "pasionaria" Cinzia Bottene e il "mariano" Pippo Zanetti? Ora alla luce di quell'episodio, ma per una serie di altre considerazioni, è strano che la curia si sia lasciata mettere i piedi in testa per una cosa del genere. Non è logico.
I fatti però possono essere letti in controluce. Difficile, se non impossibile sapere se in cuor loro Alifuoco e Giulianati abbiano voluto, o solo pensato per un istante, magari in subconscio, che la loro iniziativa potesse dare forza, di sponda o meno, agli oppositori di Variati. I due hanno già smentito ogni illazione.
Ma come in criminologia c'è l'insicurezza reale e quella percepita, allo stesso modo in politica la minaccia può essere reale o percepita. In un'ottica del genere quindi il punto focale finisce inevitabilmente per spostarsi dai fondatori di "11 Settembre" a Variati e al suo entourage di fedelissimi.
Rimane da capire una cosa quindi. Chi ha l'influenza per convincere la diocesi a ritornare sui propri passi rimediando per giunta una figura barbina? Le liason tra Variati e un certo mondo cattolico sono note. È quindi pensabile che qualcuno nell'entourage del primo cittadino abbia insistito presso Variati perché forzasse la mano rispetto all'aut aut dei No Base? E questo è partito spontaneamente o suggerito da qualcuno che temeva che l'incontro organizzato da Giulianati presso i locali della diocesi potesse essere inteso come una invasione di campo in un terreno storicamente appannaggio dell'attuale capo dell'esecutivo?
Non è un caso che le prese di posizione contro la barricata eretta da Cinzia Bottene siano da ascriversi in buona parte a quei soggetti che in varia misura, senza colpi d'obice peraltro, si oppongono o criticano la giunta Variati: tra questi ci sono Valerio Sorrentino del Pdl, Sandro Guaiti del Pd e Luciano Parolin dell'Idv. Rimane da capire come si possa in qualche modo prendersela con i No Dal Molin, quando la Curia avrebbe potuto tranquillamente tirare diritto.
Verrebbe da pensare quindi che le critiche a Bottene e soci sembrano, nella più caratteristica delle carambole, un gioco, siano in realtà critiche al primo cittadino. Che tra l'altro sul piano ideologico e internazionale è schierato da sempre esattamente sulle stesse posizioni di Alifuoco. I due è un pezzo che si stanno sul gozzo. Da tempo, però, ogni uscita pubblica dell'ex deus ex machina dei Ds è vista con apprensione dai fedelissimi del sindaco. Il quale da una parte è preso dal progetto centrista che metterebbe assieme Pd, Udc, Pdl, forze confindustriali varie, pezzi del centrosinistra per un prototipo già visto in azione a Caldogno e a Thiene. Dall'altro però è preso dalla marea crescente della cosiddetta anti-politica, che non lo impensierisce in vista delle amministrative del 2013, ma potrebbe impedirgli di condurre la fase preliminare da una posizione di forza. Le avance di Variati pubblicate infatti dai media locali a metà settimana la dicono tutta sul progetto di contenere magari emulsionando o conglomerando il M5S all'ombra del Palladio.
Tutto ciò sembrano averlo capito le menti para-confindustriali che sovraintendono agli equilibri del GdV; il quale da qualche mese non disdegna qualche buffetto al primo cittadino: sino a poco tempo fa protetto da una palizzata mai discussa. Le elezioni comunali arrivano e tutti, chi più chi meno cominciano a discutere, ovvero a trattare.
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