Su no a orari dei negozi liberi e ad aumenti Iva vinta la battaglia di Confcommercio
Lunedi 5 Settembre 2011 alle 21:40 | 0 commenti
Confcommercio Vicenza - Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza, esprime soddisfazione per l'emendamento, approvato in Commissione Bilancio, che cancella gli orari liberi per le attività commerciali e i pubblici esercizi
La mobilitazione di Confcommercio, con le ripetute prese di posizione del presidente nazionale Carlo Sangalli, pare aver sortito l'effetto sperato, vale a dire vincere la battaglia su due grandi questioni inizialmente previste dalla Manovra economica: la liberalizzazione degli orari dei negozi e l'aumento dell'Iva.
La prudenza, ovviamente, è d'obbligo, viste le fughe in avanti e le repentine marce indietro che hanno interessato negli ultimi giorni i contenuti del provvedimento. Oggi però, alla vigilia della discussione al Senato, si può affermare che la Manovra uscita dalla Commissione Bilancio non solo non prevede l'aumento dell'Imposta sul Valore Aggiunto, inizialmente ventilata, ma ha anche cancellato l'estensione a tutte le città della sperimentazione sull'allungamento degli orari nei negozi e nei pubblici esercizi. Ciò significa che tale sperimentazione varrà esclusivamente per le città turistiche. "Evidentemente si è capito che tenere aperti 365 giorni all'anno negozi e pubblici esercizi - è il commento del presidente della Confcommercio di Vicenza Sergio Rebecca - non avrebbe di certo giovato all'economia del Paese, e avrebbe invece messo in grave difficoltà il mondo della piccola e media distribuzione, già alle prese con una profonda crisi legata al calo dei consumi. D'altronde questa norma era nata da un concetto sbagliato secondo il quale liberalizzare significa togliere tutte le regole, quando invece, così facendo, si rischiava solo di creare un vero e proprio "far west" nella distribuzione, con conseguenze socio-economiche enormi non solo per i titolari dei negozi, costretti in bottega ininterrottamente dal 1. gennaio al 31 dicembre, ma anche per collaboratori e lavoratori".
Senza contare, rileva Confcommercio Vicenza, che una decisione di così forte impatto sulle aziende del Terziario di mercato era stata presa dal Governo senza il benché minimo confronto con le Organizzazioni di categoria che, dati alla mano, possono facilmente dimostrare come un incremento degli orari e delle giornate di apertura di negozi e pubblici esercizi abbia come prima conseguenza un aumento dei costi per le aziende (a cominciare da quelli per il personale), mentre è ovvio che il budget di spesa dei consumatori rimane sempre uguale e al massimo viene "spalmato" in un periodo più lungo. "Alla base della mobilitazione di tutto il mondo Confcommercio, rappresentato dal nostro presidente nazionale Carlo Sangalli, contro questo articolo della Manovra - continua il presidente Rebecca - c'erano ragioni obiettive che evidentemente hanno convinto i membri della Commissione Bilancio e che ci auguriamo vengano recepite anche dal Parlamento, evitando qualsiasi altro ‘blitz' sulla questione".
Così come nessun altro "blitz", il presidente della Confcommercio di Vicenza se lo aspetta sull'aumento dell'Iva. "Mi sembra che anche in questo caso - afferma - le nostre argomentazioni abbiano sortito l'effetto desiderato, vale a dire l'accantonamento di tale misura. Oggi i consumi pro capite sono al di sotto dei livelli di dieci anni fa e l'economia rimane fragilissima: chiaro allora che un innalzamento dell'IVA avrebbe immediati effetti recessivi. Senza contare che tale misura si sarebbe immediatamente fatta sentire sui prezzi, dando luogo a prevedibili tensioni inflazionistiche che non è proprio il caso di alimentare".
La parola ora passa al Senato dove il testo della Manovra, per le molte spinose questioni aperte, sembra comunque destinato a subire un fuoco di fila di emendamenti dall'esito ancora incerto.
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