Manovra fiscale varata dal Governo insieme al decreto "monnezza": tutto ok per Giulio
Domenica 3 Luglio 2011 alle 10:27 | 0 commenti
Tranquilli la manovra fiscale varata dal Governo, in contestuale e naturale simbiosi col decreto sulla "monnezza", è ok. Così almeno sostiene il nostro Premier ombra, ovvero il Ministro delle Finanze Giulio Tremonti, secondo il quale nell'ultimo biennio sarebbero stati rispettati gli obiettivi che si era prefissato. Insomma avrebbe fatto centro, anche se viene spontaneo chiedersi come e dove, visto che la maggior parte degli italiani sono alla canna del gas e ciò che li salva è probabilmente il fatto che gli hanno sospeso l'erogazione per reiterata insolvenza.
Evidenti lordature che, tuttavia, non sembrano intaccare lo stantio ottimismo che aleggia nel Gabinetto del Ministro. D'altra parte la stangata, quella vera - Egli
aggiunge - non ci sarà ora, ma fra due anni , ovvero quando il Governo avrà terminato il corrente mandato.
Fino ad allora, infatti, non verranno operati i preannunciati tagli ai costi della politica e resterà sospesa la riforma delle pensioni, forse per consentire ai signori parlamentari di cumulare esentasse il "meritato" vitalizio con qualche pensioncina di lavoro, doverosamente non reso per presunti impegni istituzionali. Quindi per il momento allegria, anche se sarà ripristinato il ticket sanitario di 10 e 25 euro e, per bilanciare gli oneri con i contribuenti più agiati, tornerà il superbollo sulle auto di grossa cilindrata, escluso, chiaramente, quelle blu e qualche aereo in comodato istituzionale, i cui costi - anche quando serve per recarsi ad un derby della Nazionale - restano a carico dei meno facoltosi.
Ma per salvaguardare la democrazia, si sa, dobbiamo fare dei sacrifici.
Dobbiamo noi e non loro che di questa "democrazia" sembrano aver fatto un proprio, esclusivo privilegio. Eppoi pensate ci sarà la possibilità di destinare il 5 per mille alla cultura (?) ed è pure prevista la riforma di Cinecittà . Speriamo per non incrementare le cagate cinematografiche con cui ci stiamno rendendo "famosi" nel mondo. Ma torniamo ai grandi numeri. L'IVA dovrebbe aumentare di un altro punto, mentre gli scaglioni Irpef diverranno tre, del 20, del 30 e del 40%. Insomma, a puro titolo esemplificativo, facendo riferimento allo scaglione più alto, su 1.000 euro d'imponibile avremo una rimanenza netta di scarsi 400 euro, da cui, tuttavia, andranno dedotti circa 500 euro d'acconto sulle future imposte, con una perdita di oltre 100 euro. In altre parole su un entrata di 1.000 euro sarà possibile trovarsi in debito verso l'Erario di ben 1.100 euro! Non lasciamoci, tuttavia, sopraffare dalle elementari conclusioni del nostro pallottoliere. Per non ridurci alla fame, i campioni del Monopoli istituzionale hanno già previsto in anticipo una bella sanatoria fino a 20mila euro, senza dimenticare che i commercianti avranno l'opportunità di incrementare i loro profitti, grazie alla liberalizzazione degli orari di apertura dei propri esercizi ed i giovani imprenditori, sotto i 35 anni, godranno di un'aliquota fiscale per i prossimi cinque anni al 5%. Una vera Gardaland dell'economia, con lunghe notti bianche e giostre rumorose e rotanti di giovani speranze all'assalto di un mercato privo di reali spazi ed incentivi, già da tempo monopolio dei soliti pochi. Un miracolo di ripresa che, comunque, come si è detto all'inizio, dovrà fare i conti con la stangata che, salvo possibili anticipi, ci sarà fra due anni. Una "bomba ad orologeria" - come l'ha definita il leader dell'opposizione Bersani - che esploderà sotto il sedere degli italiani e soprattutto della stessa opposizione, quando e se riuscisse ad andare al Governo. Un modo, forse, per dissuaderla con le "buone" a restare dov'è, a godersi il sole senza il rischio di scottature. Semmai in attesa che decolli il "Partito degli Onesti" del neo segretario Pdl Angelino Alfano, che chissà non riesca a creare un tavolo di confronto e reciproco ristoro nell'ambito di un nuovo mandato per tutti. Viva l'Italia!
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