Ma che cos'è questa crisi? A Palazzo Trissino non la conoscono
Martedi 13 Marzo 2012 alle 08:56 | 1 commenti
Riceviamo da Italo Francesco Baldo, Presidente di Impegno per Vicenza, e pubblichiamo
A Vicenza e precisamente a Palazzo Trissino-Baston sede del Sindaco di Vicenza non si conosce la crisi che invece attanaglia la provincia di Vicenza, il Veneto, il Triveneto, l'Italia, l'Europa e il mondo. E' infatti tipico delle epoche di sviluppo, lo diceva anche Marx, avere la possibilità di poter disporre in misura sempre crescente di tutti i risparmi monetari di tutte le classi sociali, in modo da poterli investire in "opere" che siano di traino ad ulteriore sviluppo.
In particolare per le opere che hanno forte impatto sociale e sono quelle che maggiormente possono essere edificate nei periodi di benessere. Ciò deriva dal fatto che dove non vi è crisi sono possibili i progetti di fattibilità , quelli che riflettendo sui bisogni della popolazione di strutture, ad esempio un nuovo stadio, un nuovo parco, sistemazione delle aree di una ex Centrale del latte, di interrare cavi elettrici, di asfaltare marciapiedi e strade, di costruire rotatorie magari senza gli adeguati attraversamenti pedonali, di fornire nuove aree per la sosta della popolazione Rom, di definire meglio un parco delle delizie gestito da gentili signorine, di predisporre servizi igienici non ammorbanti il frequentatore di Biblioteche fin dall'ingresso, di dare adeguata risposta ai servizi per le persone disabili, di soddisfare perfino la sistemazione urbanistica vicina ai costruendi parchi, di inviare i vicesindaci a lezione dai politici USA, di sistemare la scuola media Giuriolo, di costruire un nuovo centro civico, ed infine dare sicurezza ai soggetti più deboli, specialmente gli anziani, dato che il Comune deve essere protagonista nella progettazione dei servizi, ecc.ecc., sono capaci di idearli, di delinearli con professionisti e soprattutto di trovare il denaro necessario e stabilire pure la tempistica di realizzazione. A Vicenza tutto ciò accade quasi quotidianamente; gli annunci del Sindaco di realizzazioni varie sono all'ordine del giorno e vengono diffusi con precise interviste, con gazebi talora, con visite programmate alle circoscrizione e questo anche per accogliere nuove istanze. Si sa, nei momenti di progresso il denaro abbonda e tantissimi i cittadini che desiderano investirlo. La diffusione di project finance è molto forte nella città di Vicenza e ad esse il Sindaco ricorre ad ogni piè sospinto, dato che non c'è crisi!
Infatti dove vi è crisi economica, stagnazione, aumento dell'inflazione e soprattutto difficoltà anche a "far mangiare" molti cittadini, nessuno si sognerebbe di inventare progetti di cui abbiamo detto. Le risorse debbono servire prima di tutto a quella solidarietà economica, sociale e politica di cui parla l'art. 2 della Costituzione della Repubblica Italiana, e ad opere che stimolino efficacemente la possibile produzione futura, non certo quella del dopolavoro, che, pure importante, non è nei momenti di crisi la soluzione.
Ma a Vicenza, madame la comtesse, tutto va bene e non ci si deve preoccupare minimamente.
Infatti non ci preoccupiamo, dato che a tutti gli annunci di "faremo questo o quello" corrisponde poca esecuzione, anzi si inaugura pochetto, se non fosse per qualche rotatoria o qualche parcheggio, nato forse più per far aumentare il costo della sosta in tutti i luoghi della città e perfino alla domenica che per l'agio dei cittadini.
Poco importa ai ceti dirigenti il Comune di Vicenza che questa città non abbia una vera identità e si perda in mille rivoli di pensieri che vengono considerati " idee di fattibilità ". Abbiamo necessità di ben altro in un'epoca di crisi, di riflettere bene sul futuro di questa nostra città , dando priorità alle necessità e tralasciando quello di cui si può benissimo far meno, insomma un po'di intelligente sobrietà e una vera attenzione per quello che è importante e decisivo per la vita dei cittadini, dove il benessere possa accordarsi anche con una qualità e dei valori che ci rendono degni della nostra umanità , perché non di soli annunci di cose da fare si vive.
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