L'urlo dei precari: il nostro tempo è adesso
Domenica 10 Aprile 2011 alle 00:24 | 0 commenti
Maurizio Minnucci, Rassegna.it - La generazione senza futuro scende in piazza. In migliaia sfilano a Roma: balli e canti alla 'Street Parade' nel centro della città fino al Colosseo. "Dateci una vita normale". Appuntamento allo sciopero generale del 6 maggio
Una festa: l'hanno voluto dire così che sono stanchi di non avere più diritti. Si balla e si canta sotto il sole, alla manifestazione dei precari il 9 aprile a Roma (e a Milano e in altre 50 città d'Italia, n.d.r.).
Sfilano in tanti, sono migliaia (ma non chiedete cifre agli organizzatori, "contateci voi", rispondono). È la generazione senza futuro che ha raccolto l'appello lanciato su internet appena un mese fa dal comitato "la vita non aspetta, il nostro tempo è adesso".
Uno sfogo contro i tagli alla cultura e alla ricerca, contro i salari bassi e il precariato in ogni forma. "Vogliamo una vita normale, come i giovani in Europa", urla uno di loro al megafono.
Scuola, Alitalia, Rai, vincitori di concorso pubblico mai assunti, giornalisti, ricercatori, studenti. L'elenco non finisce mai. Ma le storie sì, nel senso che sono tristemente uguali. Ragazzi e ragazze, ma anche molte persone più in là con gli anni, si lamentano tutti della stessa cosa: avere studiato non conta niente, la "meritocrazia" è solo una bella parola. C'è Diana, per esempio: 40 anni, in tasca una laurea e un dottorato in Francia: "È assurdo che si arrivi a questo grado di preparazione senza avere un lavoro a tempo indeterminato. Sono una mamma in eterna incertezza. Perché da noi non fanno come in Francia? Mi pagavano di più lì come semplice borsista che qui con l'assegno di ricerca".
La vera novità è la 'Street Parade'. Chi ha partecipato a manifestazioni del genere sa di cosa si tratta: un camioncino guida il gruppone a ritmo di musica; subito dietro, balli e canti. Sarà rimasto deluso chi si aspettava il branco pronto a spaccare i bancomat o a imbrattare le vetrine di tutti i McDonalds. Nulla di tutto ciò. Neppure le bandiere di partito si sono viste, messe al bando dagli organizzatori (anche se non sono mancati fischi al governo e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi). E quando tra i giovani arrivano Susanna Camusso, segretaria della Cgil, e Rosy Bindi, presidente del Pd, raccolgono strette di mano e si mettono a cantare pure loro tra le magliette gialle preparate per la giornata. Insomma, clima caldo, sì, ma solo per merito del sole.
La creatività esplode nei flash mob organizzati lungo il corteo e dedicati ai temi più sentiti: casa, reddito, welfare. La prima "azione" (come la chiamano loro) in piazza dell'Esquilino, dov'è allestita una piccola tendopoli con tanto di calzini appesi per protestare contro l'assenza di politiche per la casa; un'altra davanti all'assessorato alle Politiche sociali: uno finto sportello welfare di carta e soldi stampati al pc per simboleggiare quelli veri che non ci sono; un altro ancora di fronte al Colosseo: qui, contro la classe politica bollata come 'vecchia', entrano in scena due trampolieri travestiti da anziani.
Il popolo viola porta un bandierone tricolore di una sessatina di metri. Tra i cartelli, "Per meno di 50 euro non lavoro", "Tagli alla scuola, una truffa per tutti", "Diritti, welfare universale, reddito, maternità e pensioni", "Giornalista a cottimo", "Non sparate alla ricerca". E ancora, "Non fateci ridiventare cervelli in fuga". C'è anche una mamma scesa in piazza perché suo figlio, fisico laureato con 110 lode, se n'è dovuto andare a Londra per avere uno stipendio dignitoso. Precari anche i fotoreporter delle agenzie di stampa: "Oggi lavoro e manifesto", scherza Marco, uno di loro.
Si arriva sotto l'Arco di Costantino, due passi dal Colosseo. Sul palchetto, ribattezzato "Largo ai giovani", in tanti raccontano le loro esperienze, anche gli attori di Boris, la fiction cult ora diventata un film, salutano il pubblico. "Abbiamo organizzato tutto in un mese, è stata una grande fatica ma ne è valsa la pena", spiega Francesco Vitucci, dell'associazione dottorandi, uno dei 14 promotori dell'appello iniziale. "La soddisfazione è tanta, tutti hanno fatto la propria parte facendo un passo indietro per la causa comune". Di sicuro non si fermeranno qui. Prossima tappa, lo sciopero generale del 6 maggio. Intanto la festa continua con il dj-set.
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