L'uomo di parole. E l'ora legale
Domenica 28 Ottobre 2012 alle 01:12 | 0 commenti
L'Italia intera sta pagando drammaticamente 18 anni dissennati di ingoverno, di cui si è pasciuto il generale malgoverno, pubblico e privato, per colpa non solo di tal Silvio B. (perchè offenderne tutta la famiglia ricordando il cognome?), ma anche e, lo dico, soprattutto di un'opposizione condiscendente o fellona o compromessa o meritevole di tutte insieme queste aggettivazioni. Ma a questo punto viene quasi di dispiacersi non solo per la famiglia naturale B. ma anche per quella estesa, le (mille) anime del Pdl, portate da lui a onori immeritati e trascinate ora sempre da lui nel ridicolo.
Dal suo «faccio un passo indietro» all'annuncio di ieri «no, io ci sono. Ma anche no» è passato il tempo (previsto?) della prima sentenza di condanna vera, un giorno. Se pure B., l'uomo di ... parole, fosse personalmente non responsabile, come non noi italiani, che ce lo siamo scelto e lo abbiamo votato, ma il mondo intero potrà tollerare la permanenza nelle stanze che contano del proprietario e stratega di un'azienda, questo è incontestato, che, almeno nel caso Mediaset, ha evaso milioni di euro?
In tutti gli altri Paesi che meritano la P maiuscola ci si dimette per una multa automobilsitica "girata" alla moglie, in Italia si usa il prete4sto della magistraturacrazie, che in parte, ma non è certo l'uomo ruby...condo a poterlo dire, è figlia del malgoverno del paese, per ricanditarsi alla leadership, palese o occulta (mafia docet), del belpaese, diventato ora un formaggio gruviera coi buchi e non più quello morbido e gustosamente compatto con l'iniziale maiuscola e col marchio Galbani, un altro dei mille che di italiano ora hanno solo il nome.
Ma se pure ce ne fregassimo delle tragiche reazioni del mondo intero, che già ci ha fatto pagare immensamente per aver scelto come leader di governo un tizio così affidabile nella bontà delle sue azioni da credere, ufficialmente, che Ruby era la figlia di Mubarak, loro, i "nominati" del Pdl, se ne fregheranno ancora di essere lo zerbino e l'usa e getta di Silvio B. pur di sperare in una qualunque prebenda? O avranno un minimo rigurgito d'orgoglio opponendosi a questa ennesiva figura di contafrottole. L'unico sussulto che li farebbe ricordare certamente non certo come onorevoli, aggettivo ormai estremamente improprio per loro e per gran parte della casta, ma almeno come ex deputati e ex senatori che almeno una volta nel loro mandato avranno assolto la delega di chi li ha votati: decidere per il bene comune.
E non per quello del medioevale valvassore Silvio B. che oggi annuncerà la sua ennesima battaglia contro le toghe.
Lo hanno, infatti, informato che scatta l'ora legale.
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