Marciare a lumini spenti nella notte
Sabato 29 Settembre 2012 alle 00:47 | 1 commenti
Di Fulvio Rebesani
I devoti vicentini mentre accendono un lumino davanti al santo preferito, non hanno mai immaginato che quella sacra cera possa essere pericolosa. Eppure ... Fra le iniziative di protesta pacifica contro la base Dal Molin ed il poligono di tiro Usa nella base di Longare (sito Pluto) vari gruppi pacifisti avevano organizzato tre giorni di digiuno: venerdì 28, sabato, domenica. Una delle attività di venerdì, assieme ad un'ora di silenzio ed altro, era una processione dalla colonna con il leone in piazza dei Signori fino alla Questura: 500 mt o poco più. E qui viene fuori il fiuto sagace della Questura di Vicenza.
Quando accendete un lumino in chiesa non sospettate che quel lumino acceso, tal quale a quelli da noi usati, possa essere un'arma pericolosa, un rischio per l'ordine pubblico, per la quiete sociale o, peggio, uno strumento per un attentato. Chi non mi dice che fra i lumini accesi non si nasconda una bomba? E' vero che un lumino sta nel palmo di una mano ed è alto 1 cm.. Però non si sa mai! Sospettare, sospettare, proibire, proibire era il motto della Polizia cent'anni fa, con poliziotti vestiti con marsina e cilindro rigorosamente neri.
Così ci viene negato di poter percorrere 500 mt o poco più fino alla Questura con un lumino acceso a testa. Le ragioni non ci sono state dette; per questo ho immaginato i motivi sopra abbozzati.
I pacifisti non si perdono d'animo: la processione si fa ugualmente, alle 19.30, ma con i lumini portati spenti: una prima mondiale!
Eravamo una ventina...
La cerimonia con i lumini accesi era stata discussa e comunicata per scritto alla Questura. Se ne era parlato con il Prefetto venerdì mattina: sapevano tutto e non avevano sollevato alcuna obiezione. Sono intervenuti 15 minuti prima dell'inizio.
Forse anche per questa visione che presume pericolo in ogni manifestazione sociale spontanea critica dell'ordine costituito, forse anche per questa mentalità di pubblica chiusura alla realtà che cambia in Europa non ci vedono molto bene.
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Queste iniziative, come l'ultima marcia del migliaio di persone di una ventina di giorni fa, dimostrano che sarebbe opportuna una riflessione per il futuro.