Luglio di discordia a Schio: guardare oltre ma nel rispetto di tutte le parti
Lunedi 11 Luglio 2011 alle 12:27 | 0 commenti
Alex Cioni, Coordinatore vicario Pdl Schio - Lettera aperta sul 10 luglio a Schio
Anche quest'anno abbiamo assistito alle medesime strumentali polemiche contro un gruppo di giovani, colpevoli di aver voluto esercitare il proprio diritto-dovere di depositare un mazzo di nove rose rosse per ricordare le vittime dell'eccidio di Schio. La farò breve perché chi negli anni ha voluto ascoltare (veramente) non ha bisogno di ulteriori spiegazioni per comprendere lo spirito dei promotori, tuttavia non posso fare a meno di ribadire un paio di concetti che ritengo centrali in questa vicenda.
Punto primo. La signora Matilde Sella, in Salviato, dice di non condividere quanto fatto dai ragazzi della Giovane Italia rilanciando come un disco rotto le parole del sindaco: "l'unico momento per ricordare i nostri morti - dice la Sella - è la messa organizzata in duomo".
La nostra comunità politica ha sempre partecipato alla funzione religiosa e lo ha fatto anche quest'anno dopo la deposizione del mazzo di fiori alle ex carceri, pertanto perché contestare in modo così violento un gesto semplice, puro e impersonale che per chi lo promuove è carico di significato? Dobbiamo saper guardare oltre, ne sono fermamente convinto, ma nel rispetto di tutte le parti che in quegli anni si sono combattute ricercando una sincera e reale riconciliazione nazionale che non si limiti alla forma, quando anche ci fosse, o ad un mero esercizio di retorica, ma che si distingua soprattutto nella sostanza.
Vorrei tanto che il sindaco e la signora Sella mi spiegassero cosa c'è di così sovversivo e pericoloso nella deposizione di un mazzo di fiori. Se ci sono dei distinguo, e ci sono tanto che non li ho mai nascosti, è altresì vero che la signora Sella non ha l'esclusiva della memoria. Altrimenti, i partigiani Bogotto, li dovrebbero ricordare solo i parenti e non i comunisti che negli ultimi anni sono tornati a ricordarsi di loro.
Qualche mese fa questo ragionamento ho avuto modo di pronunciarlo anche durante la riunione di costituzione della nuova associazione che riunisce parte dei famigliari, ma evidentemente, quando non c'è la volontà di ascoltare perché prevalgono altri (ri)sentimenti si finisce col parlare al muro.
E' interessante comunque constatare che proprio chi si definisce democratico (io non ho bisogno di definirmi tale perché lo sono nei fatti), si prodighi per contestare un libero esercizio di manifestazione del pensiero.
Punto secondo. La signora Matilde Sella, in Salviato, è a conoscenza che alcuni famigliari hanno partecipato alla deposizione dei fiori in biblioteca? Il signor Giorgio Ghezzo, per fare un esempio, ha partecipato al cosiddetto "Patto di concordia" del 2005, tant'è che durante la riunione di scioglimento dello storico "Comitato dei famigliari" l'assemblea lo ha nominato come unico portavoce. Mi dica signora Sella, perché poi ha voluto costituire una nuova associazione?
Si è sentita forse defraudata di qualcosa o forse era il sindaco che aveva bisogno di uno specchietto per le allodole da poter esibire ogni 7 di luglio? Comunque sia era nel suo diritto, ci mancherebbe altro!
Insomma, signori miei, lo dico anche ai miei colleghi di partito che strumentalmente e per questioni poco dignitose hanno scatenato una polemica vergognosa che poteva e doveva essere evitata. Come?
Basterebbe che coloro che ad ogni piè sospinto si auto-definiscono democratici proiettati ad una visione liberale operassero una volta tanto coerentemente e in linea coi principi a cui dicono di rifarsi.
E' così complicato? Se lo è sono disposto a dare qualche lezione, gratuitamente.
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