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Ucraina: i "cari leader" dei maggiori partiti italiani non ne parlano

Di Giorgio Langella Domenica 18 Maggio 2014 alle 18:11 | 0 commenti

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A vedere e sentire la campagna elettorale per il parlamento europeo ci si dovrebbe indignare della pochezza propositiva dei cosiddetti leader politici impegnati nella campagna elettorale per le europee. Della crisi in atto in Ucraina si tace. Eppure a poche centinaia di chilometri da noi si sta consumando una tragedia di enormi proporzioni.

Una guerra condotta da un governo (del quale fanno parte organizzazioni naziste come Svoboda e Pravyi Sektor) instaurato con il beneplacito (e l'appoggio conclamato) di USA, Nato e UE contro una parte della popolazione, soprattutto russofona, che non accetta di subire le discriminazioni perpetuate da un potere violento e illegittimo. Così, mentre nell'Ucraina dell'est il massacro è all'ordine del giorno (ricordiamo la carneficina di Odessa del 2 maggio scorso, quando decine di ucraini di lingua russa sono stati uccisi dai neo-nazisti che sono parte integrante del governo centrale), a Kiev si vuole mettere fuorilegge l'unica opposizione rimasta in parlamento, quel partito comunista che ha ottenuto, nelle ultime elezioni ucraine, il 13% dei voti.

In Ucraina si sta facendo a pezzi qualsiasi forma di democrazia, ma i "cari leader" dei maggiori partiti italiani non ne parlano, restano indifferenti. A loro interessa la polemica verso l'avversario. Hanno fatto la scelta di campo che è quella dell'indifferenza e della sudditanza alla volontà di USA, Nato e parte della UE. Così mentre il nazismo sta ritornando a comandare, nel nostro "bel paese" ci si accusa reciprocamente di essere simili a Hitler. Un macabro gioco delle parti basato su slogan, frasi fatte, insulti feroci, grida, promesse inutili, vere e proprie fandonie, richiami zoologici utilizzati contro l'avversario preferito. Di proposte reali e di analisi compiute poco o nulla. Un delirio vero e proprio. Sembra (e lo è) una furba operazione di marketing alle nostre spalle.

Abbiamo Grillo che arringa la folla affermando di essere "oltre Hitler". Insulta un po' tutti. Parla di "peste rossa". Sfrutta luoghi comuni e populismo. Usa una violenza verbale nella quale annega qualsiasi ragionamento che diventa, così, un accessorio dell'eventuale proposta politica e non il centro dello stessa.

Poi c'è Berlusconi che, nonostante sia stato condannato in forma definitiva per frode fiscale, appare in ogni televisione a qualsiasi ora. Complici anche quei giornalisti che lo invitano per aumentare l'audience. E afferma, parlando di Grillo, che "è un pazzo" e che in lui vede "le caratteristiche dei leader più sanguinari della storia, da Robespierre a Stalin a Pol Pot".

Infine Matteo Renzi che parla di Grillo paragonandolo a un gufo e promette: "Così come si fa il daspo ai tifosi, per tenerli lontani dagli stadi, così va fatto il daspo ai politici che prendono le tangenti. Queste persone noi non vogliamo vederle, in giro, mai più". Ma non sarebbe molto più normale applicare la legge e mettere in galera i corrotti e chi corrompe? Semplicemente, così, senza attenuanti, senza ricorrere agli slogan, senza tirare fuori parole di moda come "daspo". È da rimarcare anche come, del presidente del consiglio, vengano diffuse immagini che non hanno nulla da invidiare a quelle del più becero culto della personalità. Si vede, allora, Renzi che fa ginnastica alle 7 di mattina, Renzi che vuole giocare al pallone, Renzi sorridente, Renzi accigliato, Renzi battutista ... Una situazione che ricorda il Berlusconi di qualche anno fa.

Alle altre forze in campo vengono riservate, dai nostri "solerti" organi di informazione, solo le briciole, qualche notizia il più che altro "di costume" per riempire qualche buco editoriale.

È una campagna elettorale imbarazzante. Mentre il nostro paese affonda con un PIL che è ancora sotto zero, con la disoccupazione che la fa da padrona, con la precarietà che è la principale forma di lavoro, con la povertà in aumento, con il fatto che ci si cura con minore attenzione perché le famiglie non possono più sostenere le spese sanitarie, con un sistema scolastico che è il meno efficiente e il peggiore in tutta Europa ... ci si insulta e si fanno promesse difficilmente attuabili. È una campagna elettorale indecente. Mentre in Ucraina il nazismo sta crescendo e i venti di guerra aumentano ... si tace.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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