Lucio Panozzo: La Saga Longobarda alla Scaletta 62
Lunedi 28 Giugno 2010 alle 12:00 | 0 commenti
La "Saga Longobarda", scritta dal nostro collaboratore Lucio Panozzo , è stata presentata sabato alla Scaletta 62. Eccone l'articolo relativo alla serata Â
di Gianlorenzo Ferrarotto
Quando il desiderio di conoscenza di un popolo lontanissimo da noi - i Longobardi - avvolge e incuriosisce fin da giovani, diventa con il passare degli anni come una autentica enciclopedia in cui ognuno può andare a cercare notizie, curiosità e quant'altro per appagare la sua sete di conoscenze. E' quanto accaduto a Lucio Panozzo, nostrano scrittore e narratore ben conosciuto, che munito di una non comune fantasia, ha tradotto in una "Saga longobarda" - titolo dell'opera - la sua passione per eccellenza.
L'Autore, seguendo passo passo le vicende storiche, ha inteso dimostrare che l'identità longobarda va ben oltre la realtà storica. Partiti dalla Scandia o Scanzia (cioè l'attuale Scandinavia) i Longobardi approdarono nel nord della Germania all'altezza della foce dell'Elba, e lentamente, nel giro di circa 500 anni, di terra in terra, di vittoria in vittoria, giunsero nella Pannonia romana, che occuparono in qualità di federati dell'Impero.
Costantinopoli li chiamò in aiuto per sconfiggere definitivamente gli Ostrogoti d'Italia, ed essi accorsero con un contingente di 5.000 cavalieri. Al seguito di Belisario prima e di Narsete poi, combatterono l'ultima guerra gotica e contribuirono validamente alla vittoria finale.
Dopo aver visto la dolce terra d'Italia, un desiderio li accomunò: farne la loro definitiva patria, il chè avvenne nel 568.
La loro fine viene collocata due secoli dopo, nel 774, quando furono sconfitti da Carlo Magno. Questi, cinta la corona ferrea, confermò tuttavia i duchi longobardi nelle loro sedi, realizzando l'inizio del suo sogno imperiale anche se da questo vennero esclusi i ducati del sud, Benevento e Spoleto, che rimasero, di fatto, autonomi. Tale autonomia, relativamente a Benevento, durò fino all'arrivo dei Normanni di Roberto il Guiscardo, nel 1078.
Panozzo prosegue il suo racconto ricordando l'eredità lasciata dai Longobardi che ancora oggi fa sentire i suoi influssi nelle nostre pratiche legali: i testamenti, ad esempio, in cui si può leggere la dichiarazione di nazionalità longobarda fino al quattordicesimo secolo; ma anche i non pochi termini di uso comune di chiara origine longobarda; per non parlare dei moltissimi toponimi derivanti direttamente dalla loro lingua ed infine i molti cognomi e le molte famiglie nobiliari che vantano discendenza diretta da quel popolo.
Non va dimenticato anche il fenomeno delle isole linguistiche germaniche sparse nel territorio, dove alcuni ricercatori hanno individuato termini di chiara origine longobarda, prova inequivocabile che le immigrazioni di lavoratori e soldati germanici insediatisi successivamente in Italia, hanno sostituito le presenze, quali quelle longobarde.
Il lavoro di Panozzo è ben datato, poiché nato ben trent'anni or sono, quindi nella più bella età dell'Autore, che ha avuto l'opportunità di presentare quindi l'opera completa, onorando in questo modo un suo personale pegno. La sua pazienza, infatti, è stata ben premiata quest'anno, poiché la sua opera ha visto la luce grazie alla Editrice Morcelliana di Brescia, gratificando il Nostro e la sua trentennale ardente inclinazione.
Saga Longobarda, una trilogia la cui terza parte venne stampata vent'anni fa a Cividale del Friuli dall'Associazione "Civiltà longobarda" con il titolo "Nuovi racconti degli antichi Longobardi", è stata presentata domenica 27 giugno presso "La Scaletta 62", cenacolo culturale di contrà Porta Santa Lucia, gentilmente invitato dalla padrona di casa, la prof.ssa Luciana Peretti.
Non è nuovo, il Panozzo, a questi approfondimenti longobardi che costituiscono per lui una vera e propria fissazione. La sede della presentazione, la deliziosa saletta Cornaro all'interno di palazzo Malfatti, adibita a questi incontri, era infatti al completo, premiando l'Autore che dopo l'introduzione della padrona di casa, ha iniziato a raccontare al pubblico presente la storia della sua Saga.
Già si è detto che l'opera inizialmente manoscritta e poi dattiloscritta, si trovava da tre decenni amabilmente custodita in un cassetto del suo studio. Il tutto fu in tempi più recenti trascritto al computer e salvato in un poderoso file. Stampato varie volte "in proprio" per amici e parenti, Panozzo ha avuto nello scorso 2009 la graditissima sorpresa di essere contattato dalla Fondazione Credito Agrario Bresciano che, interessata allo scritto, chiese di poterlo stampare a proprie spese. E' stata per Panozzo, francamente stupito, l'occasione della vita, che non ha avuto difficoltà ad accogliere accettando senza troppi indugi l'allettante e gratificante proposta.
Patrocinata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Brescia, dall'Associazione Italia Langobardorum e dalla Fondazione Brescia Musei, la pubblicazione - un cofanetto contenente i tre volumi - ha visto la luce lo scorso mese di febbraio 2010.
L'autore ha voluto anche fornire ai presenti qualche ulteriore e utile informazione sulla Associazione Italia Langobardorum, costituita da sette città italiane che da tempo chiedono all'UNESCO di essere accettate nell'Heritage List per la peculiarità della presenza di testimonianze longobarde nei loro siti, inerenti la cultura, la storia, l'architettura e l'arte del popolo Longobardo. Per inciso queste città sono Brescia, Benevento, Campello sul Clitunno, Cividale del Friuli, Spoleto, Monte S. Angelo, Castelseprio ed inizialmente anche Pavia, che già fu la capitale longobarda.
Panozzo ha presentato in pochi minuti una panoramica della trilogia, rammentando che trattasi di un'opera di narrativa per ragazzi, scritta apposta per avvicinare più facilmente agli alunni della scuola media alla storia longobarda. Infatti, pur non avendo le caratteristiche di un romanzo storico, con i suoi continui riferimenti alla storia, muove la curiosità dei giovani lettori (o così spera l'Autore) verso questo argomento che nei programmi della scuola media sono trattati con eccessiva superficialità .
L'intento del Panozzo, dopo la breve ed esauriente presentazione del suo lavoro, è stato quello di far convergere l'argomento della sua conversazione sui Longobardi, partendo dal mondo fantastico descritto dal benedettino Paolo Diacono, storico dei Longobardi e longobardo egli stesso, che nella sua "Historia Langobardorum", tra storia, fantasia e superstizioni, ha tratteggiato un piacevole ritratto di questo popolo.
Obiettivo pienamente raggiunto stante l'interesse dimostrato dall'uditorio che alla fine ha applaudito calorosamente l'Autore.
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