Luca Zaia ricorda la grande alluvione di sette anni fa che mise in ginocchio il Veneto ed il vicentino in particolare
Lunedi 30 Ottobre 2017 alle 22:39 | 0 commenti
"Il nostro obbiettivo è che una catastrofe come quella del 31 ottobre 2010 non debba ripetersi mai più. Mai più mezzo milione di sfollati, mai più migliaia di attività economiche in ginocchio, mai più un territorio così vulnerabile. Abbiamo lavorato, lavoriamo e lavoreremo per questo, perché i veneti non debbano più avere paura". Lo dice il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, in occasione del settimo anniversario dell'alluvione che devastò buona parte del Veneto alla fine dell'ottobre 2010, con rotte arginali e allagamenti vastissimi e ingenti danni.
"Da allora - dice Zaia facendo il punto degli interventi programmati e realizzati - abbiamo avviato 325 opere, 280 delle quali già completate, per un importo complessivo di 230 milioni di euro. Ma gli interventi a vari livelli effettuati, sia con la programmazione regionale che con fondi europei e nazionali faticosamente ottenuti, sono ben 650, per un importo di quasi 400 milioni di euro. Uno sforzo immane, che considero però solo l'inizio di un cammino il cui percorso, cioè le progettualità necessarie, e già delineato: un piano complessivo composto da 681 opere, per un costo totale di 2 miliardi 607 milioni 434 mila euro, messo assieme grazie alla collaborazione con un'autorità mondiale in tema di difesa del suole come il professor Luigi D'Alpaos."
"E' una di quelle partite che giocheremo senza cedimenti al tavolo sull'autonomia del Veneto con lo Stato - annuncia Zaia - perché la messa in sicurezza del territorio è un valore irrinunciabile, che diventa un diritto quando, come il Veneto, si sarebbe in grado di arrangiarsi. Basti pensare che l'intero valore del Piano D'Alpaos costituisce meno di un sesto dell'intero ammontare del residuo fiscale attivo (quasi 15 miliardi e mezzo) che ogni anno va a Roma senza tornare nemmeno in piccola parte sul territorio abitato da chi quelle tasse le paga. E' un'ingiustizia che saneremo grazie al mandato ricevuto dai veneti con il referendum del 22 ottobre."
L'attività regionale però non si è limitata a questi lavori, ma nel corso di questi sette anni ha avviato anche altri interventi sia nell'ambito della programmazione ordinaria della Regione, sia a seguito di finanziamenti statali ed europei faticosamente ottenuti.
Ad oggi, complessivamente sono infatti stati attuati oltre 650 interventi, per un importo di quasi 400 milioni di euro.
"Sappiamo tutti che non basta - aggiunge il Governatore - anche se il lavoro sin qui fatto è simbolo di efficienza e di efficacia della programmazione e della capacità realizzativa, pur negli oggettivi limiti dei finanziamenti disponibili."
Particolare attenzione è stata posta sinora alla programmazione e realizzazione dei bacini di laminazione, dove poter convogliare le acque quando, a seguito di eventi meteorologici catastrofici, possono invadere il territorio, le case, le aziende.
Il più significativo degli interventi già conclusi è certamente il bacino di Caldogno (nella foto) che ha un'estensione di 110 ettari e consente di invasare un volume complessivo di 3,8 milioni di metri cubi sottraendo alle piene del Timonchio una portata di 200 metri cubi al secondo. E' in corso di realizzazione anche un ulteriore intervento a Vicenza in viale Diaz e altri ancora sono in programmazione.
"Pur n on potendo parlare di sicurezza totale - precisa il Presidente Zaia - certamente possiamo affermare di aver operato e di operare per un continuo miglioramento delle condizioni di sicurezza complessive."
Altri bacini di laminazione in dirittura d'arrivo sono quelli di Trissino, della Colombaretta e di San Lorenzo, che interessano le provincie di Verona e Vicenza, con effetti anche nell'area del Padovano.
L'azione della Regione, che ha puntato le sue attuali scelte seguendo il principio dell'indice di rischio, è infatti tesa a migliorare le condizioni di sicurezza in tutto il territorio regionale per garantire sempre più sicurezza per i cittadini.
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