Lovat, Pinocchio, gli zecchini, lo gnomo gobbo e la volpe laida e infame
Martedi 26 Aprile 2011 alle 18:17 | 1 commenti
di Davide Lovat
Credo che tutti abbiano letto il famoso romanzo di Collodi "Le avventure di Pinocchio". Un ciocco di legno (‘na sòca, diremmo noi in dialetto) sarebbe sempre rimasto tale senza il lavoro del padre. Ma, grazie al lavoro del buon babbo, quello che sarebbe rimasto sempre e solo una "sòca" diventò almeno un burattino di legno: un burattino bugiardo, per la precisione.
Ora, si diede il caso che quel burattino bugiardo si ritrovasse per le tasche diversi zecchini d'oro. Ma siccome era uno sconsiderato, anziché portarli a casa si fece convincere da due loschi figuri, un vecchio gatto corrotto e ormai zoppo e una volpe laida e infame, a seppellire gli zecchini d'oro in un campo, il "Campo dei Miracoli". La volpe, figura oscena, fu colei che ebbe l'idea: disse che mettendo i soldi in quel campo sarebbe cresciuto un albero pieno zeppo di zecchini d'oro e lo sciocco burattino bugiardo, che non si accontentava del tanto che già aveva, mise tutti i suoi averi dove l'infame volpe e il sordido gatto ignorante gli avevano detto.
Quando però tutto sembrava procedere per il meglio, le cose precipitarono e il burattino finì impiccato e derubato.
La storia finiva qui, nella prima stesura, ma i lettori obbligarono il Collodi a proseguire la storia e a far salvare il burattino dalla fatina dai capelli turchini, e poi la storia proseguì con il lieto fine che tutti sanno.
Eppur tuttavia ora ci si chiederà : è impazzito Lovat a scrivere di queste cose? Gli ha fatto così male venire espulso dalla Lega Nord senza lo straccio di un motivo?
In realtà , in quella storia io simpatizzo col Grillo Parlante, schiacciato da una martellata perché diceva la verità toccando tasti dolenti della coscienza; e, secondariamente, di quella storia non ho mai sopportato che quei due lestofanti, il gatto stupido e trafficone e soprattutto la vecchia volpe infame e laida, la facessero franca pur essendo di gran lunga peggiori del burattino che, in fondo in fondo, non era poi nemmeno irrecuperabile, come si capì nel prosieguo della storia.
Chissà che a salvare i suoi zecchini non arrivi, in luogo della fata dai capelli turchini, uno gnomo tondo e gobbo dai capelli grigi. Per avere giustizia verso la volpe oscena, purtroppo, credo che si debba cambiare romanzo e che rimanga solo da invocare la Provvidenza nel modo di Renzo Tramaglino: "la c'è, la c'è la Giustizia!", rammentando così anche il dito puntato di fra' Cristoforo: "Verrà un giorno ..."
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Parabola eccezionale che descrive mirabilmente le vicende del piccolo chimico!!
Conplimenti!!
Temo che il finale sarà quello che dici tu!!
Un'altra colossale colata di cemento su Vicenza
E per fortuna che quelli dovrebbero essere i paladini dei piccoli commercianti e artigiani!!!