Lorenzin di Apindustria Vicenza sui tagli Ires: "se ne parli, ma le priorità delle PMI sono altre"
Mercoledi 2 Marzo 2016 alle 12:14 | 0 commenti
Apindustria Vicenza
Il pacato ottimismo degli esponenti del Governo che hanno confermato, in questi giorni, i margini per ridurre, dal 2017, l’Ires e prospettare, dal 2018, il taglio dell’Irpef, inducono a ragionare su un taglio qualitativo maggiormente equitativo. Questo il monito di Flavio Lorenzin, Presidente di Apindustria Confimi Vicenza, che sottolinea l’opportunità di dirottare le risorse su misure fiscali di maggiore interesse per le PMI che rappresentano oltre il 95% del tessuto imprenditoriale nazionale.
Secondo i calcoli dell’Associazione il taglio Ires di 3,5 punti (dal 27,5 al 24%) si tradurrà , infatti, in una misura a prevalente vantaggio di pochissime grandi imprese giacché, come confermano i dati ufficiali MEF, oltre il 50% del gettito in questione è pagato dalle società con volume d’affari superiore a 50 milioni di euro che rappresentano solamente lo 0,62% (zerovirgolasessantadue) del totale dei contribuenti Ires. Il 94,02% dei contribuenti con volume d’affari fino a 5 milioni paga, invece, il 41,62% dell’imposta.
Non si tratta di evasione, precisa Lorenzin, ma anche del fatto che “le PMI sono a prevalente conduzione familiare e normalmente prelevano parte del reddito nella forma dei compensi amministratori su cui viene pagata l’Irpefâ€.
Le risorse già individuate per il taglio Ires dal 2017 andrebbero quindi dirottate su misure che favoriscano la semplificazione, riducendo il disallineamento fra il reddito lordo civilistico e base imponibile, abrogando prioritariamente la norma sull’indeducibilità degli interessi passivi eccedenti il 30% del ROL. Quest’ultima disciplina, chiosa Lorenzin, ha dell’incredibile: “dal 2010 ad oggi le sofferenze bancarie sono aumentate del 150%, le banche danno meno credito e, per via dell’aumento dei rischi, chiedono interessi più alti e, come non bastasse, con la temporanea indeducibilità degli interessi eccedenti, lo Stato impone un prestito forzoso proprio a carico delle società con maggiori difficoltà â€.
A farne le spese, peraltro, sono principalmente proprio le società con volume d’affari fino a 5 milioni considerato che solo il 46% di queste raggiunge la deducibilità piena degli interessi (percentuale che scende addirittura al 34% per quelle fino a 2 milioni). Togliere questo abominio, ripensare la disciplina sulle perdite sistemiche, reintrodurre misure dignitose per la deducibilità delle auto aziendali, ridurre il peso di IMU e TASI sugli immobili produttivi e, soprattutto, progettare la definitiva eliminazione dell’IRAP, sono tutte priorità su cui dovrebbe puntare la politica fiscale del Governo.
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