Lorenzin, Apindustria Vicenza: "La riforma Fornero, un passo nella giusta direzione"
Giovedi 12 Luglio 2012 alle 23:21 | 0 commenti
Apindustria Vicenza - Il Presidente di Apindustria Vicenza, Flavio Lorenzin, interviene con un giudizio sostanzialmente positivo sul provvedimento del Governo, che entrerà in vigore dal prossimo 18 luglio. «Ho letto che in questi giorni alcuni si sono dilettati a dare i voti ai professori e che all'opera complessiva del governo è stato attribuito uno striminzito "dal 5 al 6": è giusto indubbiamente essere severi e spronare a fare sempre meglio, ma mi chiedo quale sarebbe il voto ai governi precedenti. Usando la stessa scala, naturalmente...».
«In questo quadro - prosegue il presidente -, la riforma Fornero contribuisce ad alzare la media complessiva, anche perché dobbiamo valutarla per quello che contiene e non per il metodo che è stato seguito nell'elaborarla. A mio avviso, rappresenta un momento di svolta positiva per il nostro mercato del lavoro e non soltanto per aver riscritto una norma fortemente simbolica come l'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. Del resto, anche i critici più esasperati, alla fine, non ne mettono in discussione l'impianto, ma hanno proposto rinvii, come per l'Aspi, o modifiche su questione specifiche, quali la possibilità di cumulare i voucher per lavoro occasionale con la cigs.
I punti positivi sono parecchi, ma riconducibili fondamentalmente a tre capisaldi: anzitutto, un miglioramento della flessibilità in ingresso, che è particolarmente importante perché, riducendo i rischi per le imprese, può indurre una maggiore propensione alle assunzioni, soprattutto di giovani alla prima esperienza.
La sostanziale liberalizzazione del primo contratto a termine, ma anche l'introduzione di una maggior omogeneità di trattamento economico e previdenziale tra le diverse tipologie di contratto subordinato e parasubordinato, vanno a mio avviso in questa direzione.
Altro caposaldo fondamentale, invocato per tanti anni ma sempre rimasto nel cassetto, è dato dalla prima vera riforma strutturale degli ammortizzatori sociali, che introduce finalmente un'assicurazione generale contro la disoccupazione, applicabile a tutto i lavoratori dipendenti, come avviene nel resto d'Europa, e che restituisce la cassa integrazione alla sua funzione originaria di gestione delle crisi, temporanee o strutturali, che presentino però almeno qualche possibilità di reimpiego del personale.
Inoltre, come imprenditore industriale che ha sempre pagato i contributi per la cigo e per la cigs, consentitemi una menzione particolare per il superamento della cassa in deroga, della quale non discuto l'utilità come strumento di gestione dell'emergenza, ma non posso nemmeno dimenticare il carattere distorsivo rispetto agli altri ammortizzatori sociali.
Ultimo caposaldo è, ovviamente, la modifica dell'art. 18 e quindi della normativa sui licenziamenti individuali: indubbiamente, questa è la parte della riforma che ha risentito delle "spinte e controspinte" più forti, che hanno causato una stesura definitiva poco lineare e, temo, una maggior soggezione alle diverse interpretazioni giurisprudenziali, però resta un fatto fondamentale: la reintegrazione non è più la regola, ma l'eccezione e, soprattutto, c'è un fondamentale vantaggio rispetto al passato: l'indennizzo previsto (che non è di poco conto, almeno in alcuni casi) ha sempre un tetto massimo e quindi consente una predeterminazione ragionevolmente certa del costo, anche nelle aziende al di sopra dei 15 dipendenti».
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