Loggia del Capitanio e Pentapartito
Lunedi 29 Ottobre 2012 alle 19:45 | 0 commenti
Giuliano Ezzelini Storti questo pomeriggio, smentendo seccamente una parte del retroscena di cui ha dato conto Vicenzapiu.com, ha dettagliato in modo accurato quello che è il suo pensiero nella sua veste di segretario berico di Rc. Ovvero Rifondazione, ma il discorso lo si può abbinare anche a Idv e Ci, non ha alcuna intenzione di presentarsi alle municipali con una opzione di bandiera o di mera testimonianza, ma intende partecipare al dibattito in seno al centrosinistra portando sul tavolo della discussione le istanze «dei ceti più deboli e quelle di una società meno ossequiosa dei diktat del mercato».
Si tratta di una linea che durante i giorni passati era già emersa sui media locali, anche leggendo tra le righe delle note politiche pubblicate da più parti. Ovviamente l'opzione caldeggiata dai tre non è molto in sintonia con «lo spirito centrista» che sta caratterizzando questo avvio di campagna elettorale, la quale peraltro procede molto alla vicentina, cioè in sordina. Ad ogni modo «l'afflato moderato» che vede nell'asse Pd-Udc (e civiche più o meno di complemento) uno dei suoi fulcri, poco ha a che vedere, per ragioni diverse, con la «Weltanschaung» di Ezzelini Storti, dell'Idv e dei Ci (queste ultime due forze peraltro sino a questo momento non hanno smentito). La questione quindi è un'altra. E non riguarda le buone intenzioni dei tre partiti di concentrarsi su una discussione politica approfondita e meditata. Bensì riguarda i calcoli di bottega che in questo momento stanno tenendo occupate le menti dei fedelissimi del sindaco berico Achille Variati (Pd). La domanda secca è quindi più semplice. Variati i tre li vuole nella prossima coalizione o no? Variati reputa conveniente o meno la presenza dei tre nel bozzolo di coalizione che sta approntando? E nella tessitura Variati, almeno con gli alleati meno prossimi, si comporterà da baco della seta o da aracnide predatore? Al momento tuttavia la bilancia pende dalla parte di una esclusione dei tre dalla partita. Per di più «la deriva centrista» assunta dal sindaco da mesi ha generato più di qualche dubbio nel consigliere Cinzia Bottene (Vil) che ha cominciato la sua esperienza quinquennale con un sindaco molto più barricadero e molto più proiettato verso il movimentismo: se per finta o per vero i giudizi sono contrastanti. Ma tant'è la virata «neodemocristiana» del primo cittadino comunque ha lasciato parecchio amaro in bocca a Bottene la quale da mesi sta imbastendo un ragionamento politico meditato e non improvvisato con diversi soggetti tra i quali Idv, Ci e Rc. Se si guarda la vicenda da una prospettiva storica più distaccata, si vedrà in fondo che il progetto di Variati altro non è che (ognuno è libero di giudicarlo come crede) una riedizione riveduta e aggiornata del vecchio «Pentapartito» al tempo del quale, agli sgoccioli della «Seconda repubblica», la Dc veneta regnava comunque sovrana. Poi è arrivata Tangentopoli dopo la quale molti, vecchi e nuovi si sono riciclati. In questo frangente storico finirà ancora così?
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