Lo strano caso del Dr Standard e di Mr. Poor's
Giovedi 28 Luglio 2011 alle 09:26 | 0 commenti
Roberto Ciambetti, Assessore regionale Lega Nord - In un anno di anniversari è passato inosservato il 20 luglio scorso i 170 anni dalla nascita della "The Mercantile Agency", di New York considerata l'archetipo o il precursore delle Agenzie di Rating: l'idea venne a una figura singolare di uomo politico e imprenditore newyorkese, Lewis Tappan, che dedicò buona parte del suo tempo nella battaglia contro lo schiavismo.
Uomo di saldissimi principi, Tappan ideò la sua agenzia dopo il grande panico del 1837, definito dal premio Nobel per l'Economia Miltond Friedman "l'unica depressione di cui si ha notizia, comparabile per gravità ed estensione con la Grande Depressione degli anni 1930, e le sue concomitanze monetarie replicarono abbondantemente quelle di questa crisi successiva" in cui, come nel 1837, il sistema bancario statunitense crollò. "In entrambi i casi - scrisse Friedman comparando le due crisi - una politica governativa erratica o stolta nei confronti della moneta, giocò un ruolo importante". Tappan ideò la sua "The Mercantile Agency" " come rete di raccolta di informazioni affidabili e oggettive sulla solvibilità delle imprese. Quella di Tappan, da Calvinista rigoroso, fu una risposta tanto etica quanto pragmatica per evitare che in futuro potessero ripetersi situazioni di crisi come quella del 1937. La storia lo smentì appunto con la Depressione del 1929 e poi con la grande crisi del 2007-2008, anche se oggi Tappan forse avrebbe da ridire su quelle Agenzie di Rating che tengono in pugno i mercati e le cui valutazioni vengono prese per oro colato anche quando prudenza, e buon senso, consiglierebbero diversamente. E' noto il caso della Lehman Brothers stimata ai massimi livelli sino al giorno del suo fallimento, ma altrettanto interessanti sono le posizioni espresse da queste Agenzie le quali difendono il loro operato, anche in sede giudiziaria, spiegando che le loro sono solo opinioni. Ma queste "opinioni" possono distruggere nel volgere di pochi minuti i risparmi di una vita di un cittadino o l'economia di una intera nazione calpestando ogni valore democratico: l'opinione si trasforma in sentenza inappellabile. Sentenze dove entrano in campo non dati oggettivi, bensì analisi di natura politica che, con una inusuale velocità , Standard & Poor's hanno diramato, a mercati finanziari ancora aperti, negativamente sull'Italia a poche ore dall'approvazione della recentissima manovra finanziaria ma prima ancora che quest'ultima fosse pubblicata nella sua versione definitiva. Va da sé che dopo quell'ultima uscita lo spread tra il debito sovrano italiano e il Bund tedesco è andato via via aumentando, arrivando a livelli preoccupanti nel volgere di pochi giorni con un andamento altalenante: la divaricazione dello spread rispetto al Bund tedesco significa un aumento degli interessi che l'Italia deve pagare sul debito, ovvero una sorta di tassa invisibile. C'è chi stima questa tassa occulta in circa 20 miliardi di Euro nel prossimo triennio e per capire il dato basti pensare che la sanità veneta, la quale assorbe da sola oltre il 62 per cento del Bilancio regionale, ammonta a circa 7,7 miliardi di €. Governo e Parlamento si ritroveranno nella condizione di tappare le falle create nei Bilanci dalle Agenzie di Rating.
Se è vero, come è vero, che in molti devono scoprire il senso etico e abbandonare la politica della spesa finanziata attraverso l'indebitamento, se è vero come è verissimo che bisogna abbandonare l'assistenzialismo clientelare e privilegi a pioggia in cambio di voti, se è vero che in tanti dovrebbero adeguarsi all'austerità e al rigore che contraddistingue regioni come il Veneto (e forse non è un caso se il Veneto è ai livelli della ripresa tedesca), è altrettanto vero che non possiamo affidare i nostri destini a delle Agenzie di Rating: c'è il pericolo di finire nella trama di un racconto futuro dal titolo, possibile quanto inquietante, "The Strange Case of Dr. Standard and Mr. Poor's"
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