Liti elettorali: salta la seduta dedicata al bilancio regionale
Venerdi 13 Febbraio 2015 alle 08:46 | 0 commenti
La campagna elettorale e i guai della maggioranza alfanian-forza-leghista si abbattono sul consiglio regionale, mandando a picco il bilancio. E non solo quello. Da che è cominciata la querelle sulle alleanze per le Regionali, infatti, l'attività nelle commissioni, dove i consiglieri avevano giurato di voler lavorare «pancia a terra» «fino all'ultimo minuto utile», è entrata in uno stallo totale, con buona pace dei provvedimenti che gli stessi capigruppo, riuniti il 13 gennaio scorso, avevano indicato nero su bianco come «le massime priorità » da chiudere prima della fine della legislatura.
Stiamo parlando del piano cave, della legge contro il consumo del suolo, del piano rifiuti, del pacchetto di aggiornamento della legge urbanistica, della legge contro le ludopatie, della legge per il sostegno dell'editoria, della legge di contrasto alla delocalizzazione, della legge quadro per lo sport. Tutti provvedimenti promessi di volta in volta alle categorie, agli ordini professionali, alle associazioni, ai comitati e agli stakeholder interessati e che invece, salvo ravvedimenti, saranno rinviati in blocco alla prossima legislatura (il che, come sa bene chi frequenta il Palazzo, significa dover rifare il lavoro daccapo). Una soluzione, drastica, ci sarebbe e l'hanno individuata gli stessi capigruppo: bypassare le commissioni, dove ora mancano i leghisti (commissione Cultura), ora mancano i forzisti (commissione Attività produttive), ora fanno ostruzionismo gli alfaniani di Ncd (commissione Agricoltura ma in realtà un po' dapertutto), spedendo i provvedimenti «non istruiti entro 30 giorni» direttamente in aula. Peccato che i 30 giorni scadano oggi e di consigli utili per discutere questa pila di leggi non se ne vedano all'orizzonte.
Ce n'è uno la prossima settimana, mercoledì e giovedì, ma è proprio qui che si consuma il caso più eclatante di questa mastodontica empasse: la seduta era stata infatti convocata per discutere (e si sperava approvare) il bilancio 2015, che invece è stato depennato dall'ordine del giorno e rinviato a data da destinarsi dal presidente Valdo Ruffato perché la commissione Bilancio ancora non l'ha licenziato. «Non potevo fare altrimenti - spiega Ruffato - il regolamento è chiaro: se una legge non è uscita dalla commissione non può essere affrontata in aula». La commissione, in attesa di alcuni approfondimenti sui capitoli della sanità e della sicurezza, è stata convocata martedì mattina ma complice la concomitanza con l'ultimo giorno di carnevale, a Venezia, in molti profetizzano l'ennesimo nulla di fatto, causa forfait dei componenti. E se anche questi ultimi ce la dovessero fare, le tensioni che stanno dilaniando la maggioranza rendono improbabili colpi di scena. Il consiglio si farà comunque, su argomenti «minori»: legge comunitaria, risoluzione in difesa del latte, affido degli anziani, regolamento.
E mentre a Palazzo c'è chi chiede di chiudere con la manovra l'esperienza di questa nona legislatura, «e bonanotte», il capogruppo del Pd Lucio Tiozzo attacca: «I ritardi sul piano rifiuti, provocati da Zaia e dalla maggioranza, espongono il Veneto al rischio di un'infrazione Ue». Replica Nicola Finco della Lega: «Quando il piano veniva messo in fondo all'ordine del giorno, alla riunione c'era anche Tiozzo. Non accettiamo lezioni».
Di Marco Bonet, da Il Corriere del Veneto
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